4 ~ Certo che lo farei!

1.7K 89 7
                                    

Ero in doccia da quasi un'ora quando sentii Regina battere alla porta.
"Emma ti muovi? È una vita che sei lì dentro, vorrei lavarmi anch'io e faremo tardi a colazione!"
Chiusi l'acqua e uscii dal bagno con solo un asciugamano addosso.
"Era ora!" Entrò in bagno e chiuse la porta.
Cercai in giro i miei vestiti, ma realizzai che nella fretta li avevo lasciati in bagno così rientrai per prenderli.
"Ho dimenticato i... Oh scusa." Con mio imbarazzo mi accorsi che Regina era solo in intimo ed era in procinto di togliersi anche quello. Arrossii all'istante e lei se ne accorse.
"Che hai bionda, non hai mai visto una ragazza nuda? O forse ti stai innamorando di me?" Mi disse ridendo, prendendosi gioco di me.
"Seh ti piacerebbe!"
"Forse..." Si avvicinò a me e per qualche ragione non riuscivo a muovermi neanche di un centimetro.
"Adesso, a meno che tu non voglia fare un'altra doccia con me, prendi i vestiti ed esci, perché ci tengo a fare colazione." Le sue labbra sfioravano il mio orecchio e involontariamente rabbrividii. Poi si allontanò leggermente ed io ripresi la facoltà di muovermi così presi i vestiti e uscii quasi di corsa.
Mi vestii e mi sedetti sul letto ad aspettare Regina.
Forse? Come forse? Le sarebbe piaciuto se fossi stata innamorata di lei? Ma che stavo dicendo! Probabilmente voleva solo zittirmi!
Dal bagno uscì una Regina Mills perfettamente truccata, vestita e con la messa in piega.
Non potei fare a meno di pensare che fosse bella. È normale pensare che una ragazza sia bella? Beh se una è oggettivamente bella non ci vedo niente di male, non è che mi stessi eccitando o cose del genere, pensavo solo che fosse una bella ragazza. Anche Ruby era una bella ragazza. Non c'è niente di male a pensare cose del genere, no?
"Allora andiamo?"
"Certo."
Anche quel giorno a colazione non c'era quasi nessuno, erano ancora tutti fuori in città e Regina mi assicurò che sarebbero tornati tardi.
"Meglio" le risposi alzando le spalle "si sta meglio in pochi."
"Lo penso anch'io, anche se un po' mi manca Zel."
Penso fosse la prima volta che la sentivo fare una qualsiasi dimostrazione d'affetto, un qualcosa che provasse che anche lei aveva un cuore anche se non ne avevo mai dubitato.
"Ti va di giocare a Monopoli?"
"G-giocare a Monopoli? Scherzi vero?" Era da quando avevo 10 anni che non giocavo più a Monopoli.
"Perché, non ti piace Monopoli?" chiese alzando un sopracciglio perfettamente definito.

Era ormai da 3 ore che eravamo sedute per terra nella nostra stanza a giocare a Monopoli e Regina stava vincendo, ormai mi erano rimasti solo pochi soldi. Sembra strano, ma mi stavo divertendo, era da tanto che non passavo un pomeriggio così, senza impegni, senza preoccupazioni. Non eravamo neanche andate a pranzo, avevamo solo preso un panino al bar tanto eravamo prese dal gioco. Tra l'altro eravamo andate insieme, perché avevamo iniziato una discussione del tipo:
"Vai tu Emma."
"Ma se vado io dopo tu ruberesti i soldi dalla banca!"
"Certo che lo farei!"
"Allora vai tu così so che non bari."
"Ma così bareresti tu!"
"Certo che lo farei."
Dopo questa discussione ci siamo anche messe a ridere ed ero felice, felice di averla fatta ridere, era una specie di conquista perché lei rideva solo con Zelena.
"Mi sa proprio che hai perso, Emma!"
Guardai e quando vidi che ero finita sul suo hotel più costoso buttai i soldi sul cartellone e andai sul divano fingendomi offesa.
Regina si mise a ridere e mi raggiunse sul divano.
"Te la sei presa?"
Non le risposi e continuai a fingermi offesa.
"Dai Emma! Se ti dicessi che ho barato?" Detto questo fece per mettermi un braccio dietro le spalle ma poi, come rendendosi conto di quello che stava facendo, lo ritirò indietro e si grattò la testa.
"Come hai barato???"
"Beh ogni tanto quando passavo dal via prendevo un po' di soldi in più!"
"Bastardaaaaa!"

Mi diede la rivincita e stavolta vinsi io anche se avevo il sospetto che mi avesse lasciato vincere apposta. Quando finimmo era quasi ora di cena.
"Allora andiamo a mangiare?" le chiesi mentre mi stiracchiavo. Dopo aver passato tutto il pomeriggio sul pavimento avevo le gambe un po' intorpidite.
"Scusa bionda, oggi non vengo a cena."
Bionda? Per tutto il giorno mi aveva chiamata Emma, perché era tornata a bionda? E perché con quel 'bionda' era tornata quella freddezza nella voce che la caratterizzava?
"Ok..."
Uscii dalla porta, ma le sue parole mi ricordavano troppo quelle della domenica precedente: 'Scusa bionda, ho di meglio da fare.'
Non andai a mangiare, mi appostai dietro l'angolo aspettando che uscisse. Sapevo che l'avrebbe fatto, domenica scorsa non era rientrata fino alle 3.
Aspettai per mezz'ora poi la vidi uscire e, senza pensarci, la seguii.
Uscì all'aperto e non capivo come facesse a stare in maniche corte visto che io con la felpa stavo congelando. Andò oltre al lago, in un boschetto dove non farmi sentire diventò più difficile, con tutti i rami e le foglie secche. Regina camminò per un bel po', il terreno era in salita. Sbucò infine in una piccolissima radura semicircolare che dava su un dirupo. Mi fermai dietro un albero aspettando di vedere cosa facesse. Avrei preferito non farlo. La vidi cadere tremando sulle ginocchia e iniziare a piangere, afferrava l'erba con le mani e la sradicava con forza affannosamente. Ogni tanto dava un pugno a un albero vicino a lei e dopo un po' vidi che la sua mano si era ricoperta di sangue.
Continuò così tutto il tempo, qualche volta ci aggiungeva anche un urlo straziante. Dopo venti minuti non ce la feci più a vederla così, mi girai e iniziai a correre e a correre fino a quando in qualche modo riuscii a ritrovare la strada per il college.
Entrai nell'edificio e, continuando a correre, rientrai in camera.
Mi lasciai cadere sul letto e mi presi la testa fra le mani. Ero sconvolta.
Regina era fredda, acida, incuteva timore agli altri studenti, rilassata e divertente con Zelena e anche un po' con me oggi, ma mai e poi mai mi sarei aspettata di vederla debole e disperata. Disperata, sì, quella è la parola giusta, Regina era disperata.
La domanda 'chi è Regina?' mi ronzava ancora più forte nella testa in quel momento, ma era sovrastata da un'altra: cosa potevo fare per aiutarla?
Forse niente ma volevo almeno provarci.
Mi alzai e mi diressi alla caffetteria, presi una fetta di torta e tornai nella stanza. Gliela misi sul letto e ci aggiunsi un bigliettino:
'Nel caso avessi fame -E.'
Poi mi misi il pigiama e provai a dormire.



Io e Regina ci stavamo dirigendo in mensa e dovetti ammettere che ci rimasi un po' male quando mi ignorò completamente per andare da Zelena. Ma che pretendevo? Che volesse mangiare con me? Pensavo ci fossimo avvicinate un po' durante l'ultimo weekend, ma a quanto pare mi sbagliavo visto che le uniche parole che mi aveva rivolto erano state "Se non ti muovi vado da sola!"
Eppure la torta l'aveva mangiata.
L'avevo sentita rientrare, non dormivo ancora, le immagini di lei che piangeva erano ancora troppo vivide nella mia mente. Era entrata e si era cambiata, aveva visto la torta, aveva letto il bigliettino e poi si era girata verso di me sospirando. Si era seduta sul letto e l'aveva mangiata.
Forse era proprio la torta il motivo del suo improvviso distacco. Forse pensava che ora le volessi stare sempre appiccicata e voleva prendere le distanze. Che idiota che sono stata!
Salutai pigramente Mary Margaret, Belle e Ruby, chiesi loro com'era andata in città e, per tutta la durata della colazione, finsi di ascoltare quello che mi dicevano fino a quando non arrivò la fatidica domanda.
"E tu che hai fatto?"
"Ve lo dico a pranzo, ora devo andare a lezione." Mi alzai senza neanche lasciar loro il tempo di rispondermi e mi diressi in classe. Penso fosse la prima volta che arrivavo in classe per prima. Mi sedetti in un banco in fondo e aspettai che la classe si popolasse. Passai le prime 3 ore a non ascoltare niente di quello che dicevano i prof; mentre mi stavo dirigendo in aula per la quarta ora, però, vidi dalla finestra Regina seduta in giardino sotto un albero. Istintivamente scesi le scale e andai da lei, non sapevo neanche perché lo stavo facendo. Cinque minuti dopo ero in piedi davanti a lei, senza sapere bene cosa fare. Fu lei a parlare per prima.
"Che ci fai qui bionda?"
"Non mi andava di far lezione."
"Non dovresti saltare ore." Scrollai le spalle per tutta risposta.
"Che fai, non ti siedi?"
Mi sedetti di fianco a lei senza sapere bene cosa dire. Quando ebbi recuperato le mie facoltà mentali che per qualche ragione erano improvvisamente sparite le chiesi "Perché sei qua?"
"Te ne importa?"
"Sì."
"Perché?"
Bella domanda... perché mi importava tanto di lei? Avrei risposto che era per quello che avevo visto il giorno precedente ma sapevo che non era la risposta esatta. Quella ragazza in qualche modo mi aveva attratta fin dal primo istante in cui l'avevo vista, dal suo fare così freddo con tutti che sapevo che in realtà nascondesse qualcos'altro.
Vedendo che non rispondevo continuò lei:
"Senti, non so che strana idea ti sei fatta di me ma non siamo amiche e non ho neanche intenzione di diventarlo."
Sorrisi, nonostante quelle parole mi avessero fatto male.
"Ieri non sembrava che non volessi essere mia amica."
"Ieri era diverso."
"Perché?" Questa volta fu lei a stare zitta e a non rispondere così diedi voce a quello che in realtà sapevo già fin da sabato.
"È perché non c'era Zelena, giusto? Non c'era la tua amicona e, visto che ti annoiavi, hai pensato bene di usarmi come tuo giocattolino personale!"
Regina mi guardò dritto negli occhi e quello sguardo mi uccise.
"Sì, esatto è così."
In quel momento ero arrabbiata e offesa, consapevole di essere stata usata. Mi alzai in piedi tremante.
"Bene! L'importante è saperlo!"
Le lanciai un'ultima occhiataccia, poi me ne andai di fretta, volevo allontanarmi da lei il più possibile. Arrivai dalla parte del giardino opposta alla sua e mi accasciai contro un albero. Non so per quanto rimasi lì, un'ora, forse due.
"Hey Emma che ci fai lì?"
Alzai lo sguardo e vidi una Belle preoccupata.
"Va tutto bene?"
Si era inginocchiata davanti a me e io mi persi nei suoi occhi azzurri, densi di preoccupazione.
"No Belle, non va tutto bene." E le raccontai tutto, beh quasi. Le raccontai dei due giorni che io e Regina avevamo passato insieme, di come c'eravamo divertite e di come Regina avesse riso. Le raccontai tutto fino al litigio di quella mattina, tralasciando però quello che avevo visto di notte.
"Quello che non capisco Belle, è perché mi importi così tanto." Ormai i miei occhi erano diventati lucidi, odiavo mostrarmi debole, ma non riuscivo a trattenermi.
"Perché mi importa tanto di quella ragazza? La conosco da una settimana e non ha mai avuto una parola di riguardo per me, allora perché mi importa tanto? Perché voglio così tanto essere sua amica?"
Belle, che era rimasta in silenzio per tutto il racconto, mi abbracciò improvvisamente. Un abbraccio che trasmetteva sicurezza, un abbraccio che trasmetteva amicizia e supporto.
Ricambiai l'abbraccio aggrappandomici con tutte le mie forze, proprio mentre le lacrime cominciavano a scorrere. Era strano che mi affidassi così tanto a lei, una persona che fino a una settimana prima non conoscevo e che fino a qualche giorno prima avrei giurato di non sopportare.
Quando mi sentii meglio sciolsi l'abbraccio.
"Grazie."
"Di niente, per qualsiasi cosa tu abbia bisogno sono qua."
Le sorrisi e anche lei di rimando ma tornò quasi subito seria.
"Emma, sta' lontana da Regina."
Era la stessa cosa che mi aveva detto Ruby, ma nessuno sembrava volermi spiegare il motivo.
"Perché?"
"Meno sai, meglio è." Poi mi offrì la mano per aiutarmi ad alzarmi e mi riaccompagnò dentro.
In teoria avrei avuto ancora un'ora di lezione, ma visto che non mi andava di farla e che avevo saltato il pranzo decisi di recarmi al bar della scuola.
"Cosa vuoi, cara?" Mi chiese la barista, una dolce e grassottella donna sulla cinquantina.
"Un panino al prosciutto e formaggio, grazie."
"Dopo vuoi anche un caffè?"
"No, sono a posto così!"
Caffè... in qualche modo quella parola risvegliò qualcosa dentro di me.
Forse c'era una persona a cui poter chiedere di Regjna.


Finii la cena e lanciai un'occhiata al tavolo di Regina. Vidi che mi stava guardando, ma appena incrociò i miei occhi distolse subito lo sguardo.
Mi alzai e subito Mary Margaret mi chiese dove stessi andando.
"Devo parlare con una persona." Sorrisi ai mie tre amici e mi diressi verso il tavolo di Regina.
"Che fai bionda? Pensavo avessi deciso di non rivolgermi più la parola." Le sorrisi, ma in quel sorriso non c'era neanche un po' di affetto.
"Non sono qui per te, Mills, il mondo non ti gira attorno sai?"
Poi mi rivolsi a Zelena, sorridendo veramente questa volta.
"È ancora disponibile l'offerta per quel caffè?" Zelena si aprì subito in un sorriso.
"Oh sì certo Emma, quando vuoi! Domani dopo le lezioni va bene?"
"Perfetto direi."
"Ti lascio anche il mio numero, nel caso ci fossero problemi."
"Grazie mille Zelena." Presi il numero che mi offriva e notai che Regina ci stava guardando fra l'allibito e il frustrato.
"Allora ci vediamo domani!"
Mi voltai un'ultima volta per salutare e vidi che Regina mi stava guardando con occhi pieni d'odio. Non potei fare a meno di sentirmi soddisfatta.

Stanza 258 [SwanQueen]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora