16 ~ non era abbastanza sexy

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"Emma, vieni a mangiare che è pronto?"
"Non ho fame, ma'." Mia madre sospirando chiuse la porta e tornò in cucina.
Era da quando ero tornata la sera precedente che me ne stavo chiusa in camera mia ad ascoltare musica. Ogni tanto mia mamma o addirittura il mio patrigno venivano a cercare di parlare con me, ma io facevo di tutto per sviare le conversazioni.
Loro erano convinti che questo mio comportamento fosse dovuto a un’avversione da parte mia verso di loro per avermi costretto ad andare a quel college contro la mia volontà, non avendo minimamente pensato che questa reclusione potesse essere dovuta a qualcos'altro.
Non capivano mai niente, non l'avevano mai fatto. Neal era sempre stato il figlio perfetto, ogni cosa che diceva lui era sacrosanta, lui non sbagliava mai e aveva sempre ragione. Era perfetto in tutto, ottimi voti a scuola, non si drogava, non fumava, non beveva se non ai brindisi, era educato e aveva una ragazza di quelle che piacciono ai genitori. Mia madre non perdeva mai occasione per ripetermi quanto fosse perfetto e per chiedermi perché non potevo essere come lui. Qualsiasi cosa facessi non era mai abbastanza. Che importava se avevo preso una B a scuola quando lui aveva preso A++? Così alla fine smisi anche di provarci, decisi di godermi la vita, senza preoccuparmi troppo della scuola o che i miei avessero una buona opinione di me. Diventai quella che sono ora, per loro ero solo una causa persa. Per cercare di raddrizzarmi mi mandarono in un college isolato dal mondo, rigorosamente femminile. Non potevo amarli e odiarli di più per quella decisione. Amarli... Beh, per Regina e odiarli... Beh, per Regina.
Quella ragazza mi stava facendo passare il Paradiso e l'Inferno. Non riuscivo a capire cosa volesse o cosa stesse pensando. Quando quella sera l'avevo baciata, non sapevo bene neanch'io perché lo stessi facendo, forse era la disperazione di non poterla vedere più per un po', fatto sta che di una cosa ero sicura, mi avrebbe respinto e io mi sarei dovuta inventare qualche scusa assurda. Invece contro ogni mia aspettativa aveva ricambiato e, anzi, era stata lei a baciarmi di nuovo. Giuro di non essere mai stata così felice e il tutto solo per un bacio. Certo, era stato il bacio più bello di tutta la mia vita e di baci ne avevo dati, ma era comunque solo un bacio. E poi la mattina dopo puff! Tutta la mia felicità e allegria erano sparite insieme a Regina. Provai ad ingannarmi che fosse solo andato a colazione, ma il fatto che mancassero tutte le sue cose non mi permetteva di stare tranquilla. Quando incontrai Zelena nel corridoio, alla domanda se sapesse dove fosse Regina mi rispose che era passata a salutarla la mattina presto, dicendole che sarebbe tornata a Storybrooke con un paio di giorni di anticipo rispetto al programma. Aggiunse che la cosa era parecchio strana e che di solito cercava di passare meno tempo possibile lì. Quando mi chiese se per caso sapessi qualcosa balbettai che non ne avevo idea, prima di andarmene il più velocemente possibile.
La vocina nella mia testa continuava a ripetermi che magari non era colpa mia, che non era stata colpa di quel bacio se se n'era andata via prima, ma in fondo non ci credevo neanche io. Sì, ma cazzo non potevo neanche sentirmi così in colpa! Non mi era sembrato che le avesse fatto così tanto schifo baciarmi. E poi l'avrei capito se mi avesse detto che era stato tutto un momento di debolezza, che era sotto shock e non capiva quello che stava facendo; l'avrei capito, davvero. Allora perché se n'era andata? Forse si vergognava? Probabile, anche perché anch'io mi vergognavo a morte. Eppure non riuscivo a pentirmi di quello che avevo fatto ed ero sicura che in un modo o l'altro avrei costretto Regina a perdonarmi. Ormai per me era diventata essenziale e non m'importava se avrei dovuto mettermi a supplicarla in ginocchio o se mi avrebbe costretto a farle da schiava, l'importante era stare vicino a lei. Dopotutto vivevamo nella stessa camera, non avrebbe potuto ignorarmi per sempre, no? Quasi certamente aveva solo bisogno di una pausa per riflettere. Sì, ma riflettere su cosa? Su quanto fossi pazza? Sul significato del mio gesto? E se me lo avesse chiesto? Oddio, dovevo per forza trovarmi una scusa, perché il ‘Sai, sono stracotta di te’ non penso fosse una valida opzione. Dovevo chiedere a Belle, l'inventiva era il suo forte, peccato che non potessi. Non le avevo detto niente della storia del... bacio. Forse perché ancora non ci credevo neanch'io. Mi passai involontariamente una mano sulle labbra e sorrisi. Ancora non ci potevo credere. L'avevo veramente baciata? Un po' mi dispiaceva tenere Belle all'oscuro di tutto, in fondo era diventata una specie di migliore amica. Non mi ero mai confidata così tanto con nessuno.
"Emma?" Mia madre si affacciò alla porta.
"Ti ho già detto che non ho fame, mamma."
"Ma che dici, Emma? Sono passate due ore da quando ti ho chiamato per il pranzo!" ‘Cosa già due ore?’ "Comunque volevo dirti che giù c'è la tua migliore amica, è passato a salutarti."
"E che ci fa qua Belle?" Ero piuttosto sorpresa. Va bene, quando il giorno precedente ci avevo parlato al telefono mi aveva detto che le mancavo tanto, ma non pensavo arrivasse a farmi visita lì a Boston! Anche perché alla fine erano passati solo due giorni dall'ultima volta che l'avevo vista.
"Belle? E chi è Belle? Io veramente intendevo Lilith! Lilith Page, ricordi? Eravate inseparabili!"
"Ah, sì certo Lily! Falla salire!" Certo che, considerando in quel momento il rapporto che avevo con Belle, era difficile credere che avessi sempre considerato Lily la mia migliore amica. Noi non condividevamo niente se non alcool, uomini e droga qualche volta. Pensandoci bene, io non sapevo niente di Lily eppure avevo passato metà della mia vita con lei a ridere e a scherzare. Sì, solo quello però.
"Hey Swanny! È da un po' che non ti si vede in giro!" In fondo un sorriso spontaneo non poté fare a meno di spuntare sulle mie labbra.
"Hey Sis! Sai com'è, mi hanno imprigionato!" Ci abbracciammo, ovviamente non un abbraccio vero, ma uno di quelli di circostanza, veloce, formato in realtà più da pacche sulle spalle che da altro.
"Oh giusto! Com'è in prigione? Terribile immagino!"
"Beh ecco..."
"Le persone saranno tutte insopportabili! Piccole secchione figle di papà, tutte monache di clausura. Non sai quanto mi dispiace per te." Senza neanche chiedermi il permesso si sdraiò sul mio letto. L'aveva sempre fatto, era un gesto normale, eppure in quel momento mi provocò una sorta di fastidio.
"Beh, in realtà non sono malissimo... Basta conoscerle un poco" tentai, in difesa delle mie amiche.
"Oh Emma! Non dirmi che stai diventando una rammollita come quelle sfigate! Non so se potrei sopportarlo!" mi canzonò lei e io subito mi sentii ferita nell'orgoglio.
"Ma che cazzo dici! Sai che non potrei mai! Mi fa schifo anche solo pensarlo!" Un ghigno divertito apparve sulla sua bocca.
"Speravo in una risposta del genere. Allora stasera andiamo al Land? io, te, Laecy, solito gruppo insomma. Ci ubriachiamo e scopiamo a volontà come ai vecchi tempi, ci stai?"
"E me lo chiedi? Ovvio che ci sto!"
"Ottimo! Sai, sei mancata qui. ATTENZIONE MONDO, TREMA! SWAN È TORNATA!"
 
 
La sera mi stavo preparando per la famosa serata. Non vedevo l'ora di uscire. Lily aveva ragione su tutto, mi stavo rammollendo. Chi stavo diventando? Una che raccontava i segreti all'amichetta del cuore, che piangeva sulla sua spalla, che stava tutto il giorno a deprimersi, per una ragazza per giunta! Quella non ero io. La vera Emma Swan avrebbe fatto follie quella notte, tornando a casa all'alba o non tornando proprio e facendo così disperare mia madre.
Diedi un’ultima occhiata allo specchio, sistemando gli orecchini. Ero perfetta come sempre, nessuno avrebbe saputo resistermi. Presi la giacca di pelle rossa e, senza avvertire nessuno, uscii di casa. Proprio dietro l'angolo di casa mia mi aspettava Lily, appoggiata alla sua macchina fumando una sigaretta.
"Hey, Lily!"
"Swan! Su monta in macchina, gli altri ci aspettano già là." Dopo 10 minuti eravamo davanti al Land, la più famosa discoteca di Boston, i nostri amici ad aspettarci davanti all’entrata.
"Hey Swanny! Allora non sei morta come si diceva!" Un sorriso strafottente mi percorse le labbra.
"Come vedete sono ancora viva, pronto a farvi prendere la solita batosta."
"Uh vedo che siamo sicure di noi, Swan!"
"Non dovrei?"
"Ne riparleremo dentro!"
Una volta al bancone, mentre mi scolavo il secondo Long Island, mi lanciarono la prima sfida.
"Allora Swan, lo vedi il moro supersexy seduto lì dietro? Rifiuta tutte le ragazze, se riesci a farti baciare da lui vinci." Lo squadrai per un secondo prima di rimettere il mio sorriso sicuro.
"Troppo semplice, due minuti ed è mio!" Sentivo gli occhi degli altri ragazzi su di me mentre mi dirigevo verso il ragazzo in questione e sfruttavo i movimenti del mio corpo per sedurlo. Dopo tre minuti eravamo nel bel mezzo della pista da ballo, tenevo le mani sui suoi fianchi mentre lui mi esplorava la bocca. Mi fece intendere di andare in un altro posto per andare oltre. Ma io rifiutai con gentilezza e tornai dai miei amici.
"Wow, sono impressionata, vedo che sei rimasta in forma."
"Ne dubitavi?"
"Cazzo Swan, ma quello ci stava! Perché non te lo sei fottuto in bagno?" Diedi un'altra occhiata al ragazzo che era andato a parlare con un suo amico e feci una smorfia.
"Non era abbastanza sexy."
"Non era abbastanza sexy? Spero tu stia scherzando! E poi gli hai visto il cavallo dei pantaloni? Che cazzo vuoi di più?"
Chiesi al barista un Sex on the beach e me lo scolai d'un fiato.
"Sentite, quello lì sarà andato bene a delle persone mediocri come voi, ma io cerco di meglio."
Mi scolai un altro paio di drink, poi mi buttai in pista a ballare. Subito attrassi l'attenzione di numerosi ragazzi presenti nella sala, c'era chi mi guardava da lontano timorosamente, chi si provava ad avvicinare timidamente, mentre i più sfacciati si misero a strusciarsi contro di me, giocando coi miei capelli e lasciandomi di tanto in tanto baci sul collo e sul petto. Io ad occhi chiusi mi godevo quel piacere procuratomi dai ragazzi, dalla musica e dall'alcool. All'improvviso un ragazzo particolarmente temeraria mi ficcò letteralmente la lingua in bocca, per la sorpresa aprii gli occhi e vidi questo biondino che si avvinghiava sempre di più a me. Più lontano, fui colpito da un ragazzo carino, dai capelli neri, che probabilmente avrebbe voluto essere al posto del biondino. La vista dei suoi occhi ambrati, tristi e delusi furono improvvisamente insopportabili. Mi sentivo soffocare. Subito mi scollai il biondino dalle labbra senza curarmi che ci rimanesse male e  quasi di corsa mi feci largo tra la folla e uscii dalla discoteca. Mi sedetti su una panchina cercando di riprendere fiato e schiarirmi le idee. Stavo tremando ed ero sicura che non fosse per il freddo. Quegli occhi non volevano andarsene dalla mia testa, ma adesso ad incorniciarli non c'era più il volto del ragazzo di prima, bensì quello di Regina. Gli occhi del corvino me l'avevano ricordata troppo ed ora era lì che mi guardava malinconica e leggermente arrabbiata. Se non avessi avuto paura di sembrare pazza mi sarei messa ad urlarlenin mezzo alla strada di smetterla di guardarmi in quel modo, che non stavo facendo niente di male, mi stavo solo divertendo. Ma mi resi conto di stare mentendo anche a me stessa, perché stavo solo facendo finta di divertirmi, cercando di essere quella di una volta, ma che in realtà non ero più.
Avevo cercato per tutta la sera di non pensare a Regina, concentrandomi su attenzioni di ragazzi che in realtà mi davano più fastidio che piacere, ma finendo solo per sentirmi in colpa. Neanche stessimo insieme!
Ormai si era radicata troppo in profondità sotto la mia pelle e il solo pensiero di baciare qualcuno, uomo o donna, che non fosse lei mi repelleva completamente. Sentii dei passi avvicinarsi e alzando leggermente la testa vidi Lily, Laecy e un altro paio dei miei amici avvicinarsi alla panchina sulla quale ero seduta.
"Hey Swanny che ti è preso? Sei uscita dalla discoteca più in fretta di un orso col culo in fiamme!"
"Scusate, avevo bisogno di prendere una boccata d'aria."
"E proprio adesso dovevi farlo? Avevi una ventina di ragazzi pronte ad assalirti e ti assicuro che erano quasi tutti perfettamente scopabili."
"Non mi sento molto bene." Ed effettivamente non stavo mentendo.
"Dio Emma, prima rifiuti uno gnocco da paura perché non è alla tua altezza, poi anche tutti gli altri ragazzi del locale, non è che mi stai diventando frocia?" Tutti risero divertiti dalla battuta di Lily tranne me, che mi limitai ad abbassare la testa. Per una volta mi sentii come tutti quei ragazzini che avevo picchiato. Cosa c'era i male nell'essere gay? Non ero diversa da loro, solo che adesso mi piacevano le ragazze. Anzi mi piaceva La ragazza, mi piaceva Regina. In quel momento mi resi conto che avrei perso tutti i miei amici, perché non sarebbero mai riusciti ad accettarmi.
No, non tutti. Belle mi accettava per quella che ero, e nonostante tutte le mie lamentele e le mie sclerate continuava a starmi vicino. Ero piuttosto sicura che anche Mary Margaret e Zelena mi avrebbero accettato, chissà forse anche Ruby, ovviamente se il soggetto interessato non fosse stata Regina. Lily si accorse che non stavo partecipando alla risata collettiva.
"Che hai Swan, sei veramente lesbica?"
"E anche se fosse?" Il silenzio calò intorno a me, ovviamente non si aspettavano una risposta del genere.
"Stai scherzando, vero?" mi chiese Laecy con faccia sconvolta.
Mi alzai dalla panchina in tutta tranquillità, mi pulii il vestito aderente con un paio di colpi secchi delle mani e a quel punto la guardai dritta negli occhi prima di rispondere.
"No." Detto questo mi girai e mi diressi verso casa a piedi. Non so bene cosa mi spinse a dire quelle parole con tanta tranquillità e noncuranza. Probabilmente fu proprio il pensiero di Belle e delle mie amiche al college che mi accettavano per come ero, forse fu proprio la voglia di liberarmi di quegli "amici" a cui non importava niente di me, che nei quattro mesi in cui ero stata via non mi avevano mai neanche mandato un SMS. Chissà, forse sarei stata preso in giro e giudicata, ma almeno finalmente ero libera.
 
 
 
Quel giorno avevo deciso di andare a fare un giro al parco giusto per non stare tutto il tempo rinchiusa in casa. Stavo giusto mettendo la giacca quando sentii la porta aprirsi. Mi aspettavo di vedere entrare mia madre, invece mi ritrovai davanti Lily.
"Che ci fai qui? Pensavo che non voleste più vedermi." Lei mi si avvicinò ridendo, aveva un non so che di strano, non era la solita Lily.
"Beh non ci hai dato neanche il tempo di rispondere." Vedendo che non aveva nessuna intenzione di continuare la frase alzai un sopracciglio con fare interrogativo.
"Allora?" Mi si avvicinò ancora e istintivamente feci un passo indietro. D'improvvisamente mi prese per le spalle, mi attrasse a sé e mi baciò. Io la spinsi via con le mani immediatamente.
"Ma che cazzo stai facendo?!"
"Sai Emma, avrei sempre voluto spaccarti quel bel culo che ti ritrovi, ma sapendo quanto eri etero mi sono sempre trattenuta, però beh il tuo annuncio di ieri cambia letteralmente ogni cosa." Detto questo appoggiò entrambe le mani sui miei seni. Subito dopo portò una mano ai miei pantaloni e cercò di slacciarmi il bottone. Io allontanai bruscamente la sua mano da lì.
"Ma che cazzo ti salta in mente?!" Lei continuava a guardarmi e a ridere.
"E dai Swan, non fingere che non ti piaccia."
"No! Non mi piace per niente e se ti azzardi anche solo a riprovarci..." In quel momento il mio telefono prese a suonare sulla scrivania, Lily che era più vicina di me lo afferrò e rispose, ignorando i miei tentativi di riprenderlo.
"Pronto?" Stette un po' in silenzio ad ascoltare quello che l'altro interlocutore aveva da dirgli, mentre con una mano cercava di tenermi il più lontano possibile dal mio cellulare.
"Mi dispiace, al momento Emma è un po'... occupata, direi. Ciao." Detto questo chiuse la telefonata di scatto.
"Ma sei impazzita? Chi era al telefono?"
"Regina è la tua ragazza?" Sbiancai di colpo.
"E-era R-Regina al t-t-telefono?"
"No, era una certa Zelena. Voleva sapere se avevi sentito Regina, dato che ultimamente eravate molto unite…" Mi fece un sorriso che sottintendeva tutto.
"Regina non è la mia ragazza."
"Oh, ma questo non ha importanza cara Emma! Lei potrebbe anche essere il presidente degli Stati Uniti, questo non cambia le mie intenzioni! Ora devo andare, ci vediamo!" Contro il mio volere mi diede un bacio a stampo, poi se ne andò ridendo in modo inquietante.
Mi sedetti sul letto cercando di capire cos'era successo in quella stanza in pochi minuti. Com'era possibile che la mia migliore amica, forse meglio definirla ex migliore amica, fosse diventata il mio più grande incubo?
Presi il cellulare che Lily aveva buttato lì vicino e con mano tremante composi il numero. La persona dall'altra parte della cornetta rispose quasi subito.
"Pronto?"
"Belle, è tutto un casino."

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