10 ~ Regina, penso di stare diventando pazza

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La mattina io e Regina la passammo in un bar a far colazione. Niente di speciale, ma era bello passare del tempo così, come se fossimo davvero amiche. E forse lo stavamo veramente diventando, nonostante lei continuasse a negarlo.
"Hey qui vicino c'è un parco, ti va di fare una partita a calcio?" Sorrisi sorpresa ma entusiasta a quella proposta. Da lei, così composta e aggraziata, una richiesta del genere non me la sarei mai aspettata.
"Certo! Adoro il calcio!"
"Non ti fare illusioni bionda, tanto vinco io!"
E in effetti andò così; mi stracciò alla grande, un po' perché era molto più brava di me, un po' perché mi distraeva. Regina sudata era, se possibile, ancora più bella.
NO EMMA! Avevamo detto di smetterla con questi pensieri, ricordi? Quindi STOP! Fantastico, adesso parlo anche da sola...
"Okay Gina mi arrendo, hai vinto!" Ormai avevo perso il conto da quanto stavamo giocando.
"Vinto? Ti ho distrutta, bionda!"
"Sì sì, come vuoi tu!"
Regina prese un bottiglietta d'acqua lì vicino e se la versò in testa. Io la imitai subito, più che altro per cercare di risvegliarmi dai pensieri che mi stava provocando quella visione. Beh non servì a molto, per quanto mi sforzassi non riuscivo a distogliere lo sguardo dalle goccioline che le scivolavano lungo la faccia o dalla sua maglietta, ora bagnata, che le aderiva perfettamente al corpo mettendo in risalto i seni coperti dal reggiseno nero e il ventre piatto.
STOP EMMA! DEVI SMETTERLA! HAI CAPITO? Pensa a Jason Momoa... Pensa a Jason Momoa...
Per un attimo andò meglio fino a quando i suoi capelli si accorciarono, diventando di un castano più scuro e il suo corpo muscoloso si trasformò in uno femminile. Ok Emma, ho capito qual è il tuo problema... Tu stai diventando pazza. Sì è proprio così, quell'inferno di scuola ti sta facendo ammattire e ora non capisci più niente.
"Regina, penso di stare diventando pazza. Secondo te dovrei rinchiudermi in clinica?" chiesi mentre mi sedevo sull'erba.
La sentii ridere e raggiungermi sul prato mentre si asciugava i capelli con un asciugamano. Dio se era bella!
"Perché pensi di stare diventando pazza, Swan?"
"Io... Ehm... Beh... Ecco..." balbettai mentre iniziavo a diventare rossa.  E adesso cosa mi sarei inventata?
Per fortuna fui interrotta dal suono del mio cellulare. Vidi che era una chiamata. Di Ruby. Ok, forse avevo parlato troppo presto. Presi un profondo respiro e risposi:
 
"Pronto?" Sentivo la mia voce tremare.
"Ciao Emma, ti stai divertendo in città con la tua amichetta Regina? Ieri quando Mary Margaret mi ha detto che eri con lei ho sperato fino all'ultimo che stesse scherzando e che tu fossi malata, ma a quanto mi sembra di capire stai bene..."
Stetti zitta, incapace di rispondere. La sua voce era quasi minacciosa, mi faceva paura. Era arrabbiata e tanto.
"Hey Cupcake, stai bene? Chi è al telefono?" Probabilmente dovevo avere una strana cera perché Regina sembrava davvero preoccupata. Cercai di sorridere e scuotere la testa, per farle segno che era tutto a posto.
"Oh ma che dolci, vi date anche i soprannomi adesso?" Continuavo a non risponderle, ero come paralizzata.
"Cos'è, Regina ti ha mangiato la lingua? Comunque non c'è problema, avremo il tempo di parlarne bene quando tornerai a scuola." Poi quasi in un sussurro che non sapevo neanche se fosse rivolto a me aggiunse "Se tornerai a scuola..." Detto questo attaccò.
Io scaraventai il cellulare nell'erba.
"Emma? Che è successo?" Mi chiese mentre recuperava e mi porgeva il mio cellulare.
"E’ un casino Regina! E’ tutto un casino! Ruby mi ucciderà!" Mi alzai in piedi e iniziai a camminare.
"Perché Ruby dovrebbe ucciderti?"
"Perché sa che sono qui!"
"E allora?"
"Ah scusa, specifico... Perché sa che sono qui con te!"
"Continuo a non capire il problema." Si alzò e mi mise le mani sulle spalle per tenermi ferma. Fui rapita dai suoi occhi.
"Lei ti odia, Regina!" Lei alzò le mani al cielo e io ripresi a camminare avanti e indietro.
"Ed è un problema?"
"Lo è se poi mi uccide! Che casino, che casino! Perché sono venuta qua? Non che non mi stia divertendo, anzi mi sto divertendo tantissimo, passerei tutta la vita qua! Anche perché odio quella scuola, la odio con tutto il cuore. Sì, mi sto facendo delle belle amicizie, le giornate scorrono abbastanza in fretta, ma sono i professori e le lezioni ad essere insopportabili! Beh non che avrò più questo problema dopo che Ruby mi avrà ucciso. Che poi Ruby..."
In quell'istante non riuscii più a parlare perché un paio di mani mi avevano afferrato le guance e mi ero ritrovata le labbra di Regina sulle mie. Io rimasi sconcertata; il tutto durò giusto qualche secondo, poi così come era successo finì.
"Ma che cazzo stai facendo?" chiesi a una tranquillissima Regina.
"Mi sembrava un modo efficace per farti stare zitta."
"Che cosa? Baciarmi?"
"Mi sembra abbia funzionato."
"E ti capita spesso di baciare una ragazza?" Si mise a ridacchiare.
"E dai Emma, non dirmi che non l'hai mai fatto!" Lo diceva come se fosse la cosa più naturale del mondo.
"No!"
"Beh allora dovresti ringraziarmi, sono quelle cose che si devono fare almeno una volta nella vita no?"
"Ma che stai dicendo! Vivevo benissimo anche senza!"
"Dio mio Swan, era un minuscolo bacio a stampo mica ti ho scopato!"
"E per te è normale? Siamo anche in un posto pubblico, pensa se ci avesse visto qualcuno! Bah lasciamo stare!"
Presi la mia giacca e me ne andai lontana da lei. Non so per quanto camminai, ma alla fine mi resi conto che mi ero ritrovata al fienile dove mi aveva portato lei ieri. Per la seconda volta mi arrampicai sulla paglia. Quando fui sdraiata in cima, mi resi conto che avevo fatto la cosa peggiore. Non potevo scappare da Regina andando in un posto che praticamente era suo. Non potevo allontanarmi da Regina in un posto in cui ero stata sdraiata con lei. Che poi, perché ero scappata da lei? In fondo aveva ragione, non era stato niente. Forse non era stato il gesto di per sé, ma la persona che l'aveva compiuto. Se fosse stata, che ne so, Belle a baciarmi non penso sarei scappata, probabilmente avrei riso con lei.
"Ho fatto una cazzata!" Sospirai.
Scesi da lì e mi diressi di corsa verso il parco dove avevamo giocato, ma Regina non era più lì. Provai allora al bar di quella mattina e poi al The Sun, ma niente; non era da nessuna parte. Sarei andata al fienile se non fossi stata sicura che non poteva essere lì, visto che c'ero stata io fino a qualche minuto prima. Decisi di tornare in albergo e di aspettarla lì, sarebbe dovuta tornare per forza prima o poi.
Aspettai a lungo, finché finalmente alle undici di sera sentii la porta aprirsi.
"Regina? Dove sei stata? Ti ho cercata dappertutto! Senti mi dispiace tanto, sono stata un'idiota." Vidi che non mi rispondeva così mi avvicinai ulteriormente a lei. "R-regina?"
La vidi sorridere e mi rilassai all'istante, mi sembrava quasi di aver ricominciato a respirare.
"Tranquilla Emma, eri solo nervoso per la chiacchierata con Ruby."
"Sì esatto, non volevo prendermela con te, sai cosa mi interessa! Puoi baciarmi quando vuoi!"
"Hey bionda, placa gli ormoni adesso!" mi disse ridendo.
"Sì, era per dire" dissi arrossendo.
"Dai Swan, cambiati così andiamo a dormire, che purtroppo domani ci tocca tornare in quell'inferno che chiamano scuola."
Mugugnai per esprimere il mio dissenso, ma feci come mi aveva detto e mi buttai sotto le coperte. Poco dopo mi raggiunse, spense la luce e come la sera prima mi abbracciò.
"Grazie per non esserti arrabbiata con me, davvero non ce l'avevo con te."
"Lo so, tranquilla."
"E’ che... Ho paura di perderti" confessai diventando all'istante rossa, per fortuna era buio e non poteva vedermi.
La sentii sospirare.
"Non dovresti affezionarti così tanto a me, non posso fare niente per te. Io so solo fare del male."
"Tu stai già facendo qualcosa per me, mi fai stare bene."
Non disse niente, ma vedevo i suoi occhi fissi su di me. Poi lentamente con la mano mi accarezzò la guancia.
"Buonanotte Emma."
"Buonanotte Regina." Mi sporsi in avanti con l'intenzione di darle un bacio sulla guancia come aveva fatto lei la notte precedente, ma sbagliai leggermente la mira e il bacio risultò più sull'angolo della bocca.
E a quel punto realizzai che a parte l'imbarazzo non mi dispiaceva. E in quel momento capii perché il bacio di quel pomeriggio mi aveva spaventato così tanto: era perché mi era piaciuto più di quanto fosse lecito. Ed era inutile anche continuare a mentire a me stessa. Ne avrei voluto un altro. Ne avrei voluti altri centomila. E non potevo più negarlo ormai. Ero totalmente, completamente, assolutamente etero, prima di conoscere Regina Mills.

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