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"Com'è andata con Luke?" Chiese Patricia a Joy.
"Tutto bene, se non fosse arrivato Jerome a rovinare tutto, ovviamente." Rispose scocciata la mora.
"Chissà perché ti gira sempre intorno."
"E chissà come mai Eddie gira sempre intorno a te." Rispose seccata.
"Okay, calma. Cos'altro è successo con Jerome?"
Joy prese un cuscino e l'abbracciò buttandosi sopra.
"Vuole uscire con me, da amici, ma è ovvio che ha altre intenzioni."
Fece finta di piangere e la rossa le diede leggere pacche di consolazione sulla schiena.
"Non preoccuparti, hai Luke! È carino, simpatico e gli piace leggere!"
"Ma Luke è così... Boh, non è il mio tipo. Insomma mi ci vedi con Luke? Lui è più il tipo che diventerebbe il mio migliore amico. Come va con Eddie a proposito, e con John?"
Patricia ringraziò tutti gli dei quando Amber e Nina entrarono in camera loro prima che potesse iniziare a spiegare all'amica tutto ciò che le era successo, non ne aveva la minima voglia.
"Voi ragazze, sembrate messe bene, Fabian, John, Luke... E io Fred..."
"No" disserò all'unisono Joy e Patricia.
"Okay, okay. Se non vi dispiace io vado, oggi esco ancora con Fred e Nina mi deve aiutare a scegliere cosa mettere." Joy notò un velo di delusione nella sua voce, ma non lo disse.
Si salutarono mandandosi baci voltanti e poi uscirono.
"E ora. Mi tocca uscire col capellone."
"Domani se ti può consolare avrai casa libera, io esco con John, Amber con Fred, Nina con Fabian, e gli altri vanno in discoteca." Anche nella sua voce Joy notò un velo di delusione, ma anche questa volta non disse nulla.
"Si, sola come l'ultima volta..." borbottò tra se e se.
"Amica mia, non disperare, purtroppo qui non ci sono Daniel Sharman e Cody Christian, dovremo accontentarci."
"Uff, non hanno nemmeno dei figli della nostra età, magari Joseph Morgan..." disse sognante Joy.
Patricia le tirò una cuscinata .
"Ahah, simpatica, perché non mi aiuti a vestirmi invece che scompigliarmi i capelli?"
***
"Ora mi spieghi perché mi hai obbligata ad uscire." Chiese scocciata Joy.
"Perché gli amici escono, e gli amici non fanno quella faccia scazzata quando escono con gli amici. Ma hai degli amici?"
Ribattè lui aprendo le braccia in modo teatrale.
"Avevo amici, molti amici, ma prima della m... Prima di avere problemi in famiglia." Jerome notò il cambiamento che fece alla frase.
"Ne parleremo mai di cosa è successo, o..."
"Non credo, solo Patricia e mia sorella lo sanno, non credo che te lo dirò mai..."
"Mai dire mai..." disse lui.
"Comunque, per cambiare argomento, non sapevo che avessi una sorella, vive con voi?"
Joy sembrò rabbrividire a quella domanda.
"Si, ma non è quasi mai a casa. Cambiamo argomento, parlami della tua famiglia."
Jerome guardò all'orizzonte e sbuffò sonoramente.
"Forse è meglio se non parliamo delle nostre famiglie, che ne dici? -Joy annuì- cosa fai oltre ad andare a scuola tutti i giorni?"
Joy rise a quella domanda tanto sciocca e banale. Poteva insistere, ma non l'ha fatto, e questo rese Joy molto felice.
Jerome si stava pian piano conquistando la sua fiducia.
"Leggo e guardò serie tv, la mia vita è una noia. Tu invece? Sport, magari calcio come tutti i ragazzi." Sbuffò Joy.
"Niente calcio, per l'amor di dio. Diciamo che anche io guardo molte serie tv, e leggo ma poco.
Joy sorrise. Jerome sorrise.
"Ci sediamo?"
Si sedettero su una panchina guardandosi.
"Mi dici qualcos'altro su di te?" Chiese curioso Jerome, voleva assolutamente conoscerla meglio.
"Non so cosa dirti, le discoteche qui non mi piacciono, Roma credo che sia la città più bella che ho visitato finora, la adoro."
"Roma... non ci sono mai stato, a me piace Firenze, con la sua storia, i Medici..." Jerome aveva capito perfettamente che la ragazza di fronte a lui amava la storia, e giocava quella carta a suo vantaggio.
***
"Patricia, adesso la sfondo io la porta se non la apri, e io ci riuscirei benissimo." Urlò battendo forte le mani sulla porta, gli altri abitanti del Cerchio di Ra che passavano per di lì gli tiravano strane occhiate, ma a lui non importava.
Finalmente la porta si aprì e sbucò una testa rossa.
"Cosa cazzo è così importante da non poter aspettare la fine del mio episodio di Élite, spiegamelo Eddie Miller, perché io non vedo tutta questa fretta."
"Sei tu quella che è venuta per prima a bussare alla mia di porta. E poi sono qui per fare una cosa carina, per una volta, quindi lasciami entrare." Detto ciò spinse dentro Patricia, entrò e chiuse a chiave la poteva.
"Era necessario?" Chiese la rossa indicando la porta. Eddie fece un gesto con la mano per far capire che non era un dettaglio importante.
"Io voglio scusarmi per ciò che è successo ieri. E sappi che è estremamente difficile dire ciò."
"Si, vedo la tua dignità scappare via. Che cazzo vuoi?"
"Scusarmi, sono serio. Mi dispiace davvero."
Patricia, invece che essere onorata di ricevere delle scuse da Edison Miller, scoppiò a ridergli in faccia.
"Tu che chiedi scusa, ma fammi il favore." Continuò a ridere finché non vide la faccia seria di Eddie.
"Sei serio?" Chiese incredula la ragazza.
"Si, e domani sera usciamo. Così ti dimostro quanto sono serio. Non accetto un no come risposta e non mi interessa dei tuoi impegni." Tagliò corto il ragazzo per poi uscire. Sembrava davvero determinato quindi decise di non contraddirlo.
Andò da John e annullò l'appuntamento, lui non ne sembrò troppo triste, rispose semplicemente che sarebbe andato in discoteca con gli altri.
Bah, i ragazzi.

Ho finito si scrivere la storia. (Finirà malissimo) quindi adesso mi devo solo ricordare di pubblicare gli altri capitoli, e in un ultimo capitolo vi spiegherò bene la mia scelta su come finire la storia...
Byeeeee

CAMPO ANUBIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora