Seconda Parte | tuo figlio.

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Appoggio la penna al lato del foglio
A: Margheee! È pronto cucciola!
M: Arrivo.
Piego bene il foglio e lo infilo sotto il cuscino
Passato il corridoio mi siedo a tavola con mamma e Marco, Gianni non c'è.
A: Marco puoi dire per piacere a tuo figlio di venire a mangiare? Visto che non vuole ascoltarmi perché non sono sua madre!
Marco: vado Amanda, ma calmati.
Mentre marco si alza Gianni esce di fretta dalla camera, solleva un solo angolo della bocca...
Si siede davanti a me, mi guarda e poi inizia a mangiare in silenzio anche se dopo poco lo interrompe dicendo
G: ieri ho visto Margherita con un ragazzone alto alto, sembrava maggiorenne perché aveva la barba.
Lo guardo perplessa
M: cosa dici?
A: Margherita è vero?
Gianni ride
G: verissimo! sono anche saliti a casa.
M: Gianni cosa cazzo dici?!
G: Hey, piano con le parole signorina!
A: ragazzi adesso zitti e mangiate. Comunque tesoro, tu lo sai che mi puoi parlare di tutto senza vergogna e inoltre non voglio che tu mi nasconda le cose okay?
M: mamma, ti ho sempre detto tutto e tu ora vai a credere a Gianni?!
Dico gesticolando freneticamente. Noto che Marco non parla, di solito è molto eloquente. Strano. Smetto di urlare, chiudo la discussione e continuo a mangiare senza guardare Gianni. Finito di cenare torno in camera mia, prendo il foglio da sotto il cuscino e mi siedo sulla scrivania, pronta per continuare a scrivere.
«toc toc»
Senza lasciarmi dire nulla entra Gianni che ride
Si sbraca sul mio letto ancora ridendo e dice
G: Alla fine in ragazzone chi era eh hahahah. È troppo bello percularti perché tua madre ci crede pure hahah. Sei proprio piciu.
Mi chiama sempre così ma non ho ancora capito cosa voglia dire esattamente questa parola. Io, mentre lui ride da solo, cerco di nascondere il foglio in modo che non possa vederlo.
G: piciu? Che cazzo stai facendo?
M: ma se mi chiami Margherita ti esplodono le corde vocali? E comunque sono affari miei quello che sto facendo, ora esci che domani devo svegliarmi presto per vedere Rosa.
G: a proposito di tua sorella, domani verrà lei quindi puoi stare sveglia anche fino a tardi.
M: Ora capisco perché mia madre ti ha lasciato entrare.
Bisbiglio
G: ma smettila di mentire: lo sappiamo entrambi che non vedi l'ora di tornare a casa per stare con me Marghe.
Già, ha proprio ragione.
G: anche io, se ogni tanto mi dessi un abbraccio o magari un bacio della buonanotte, non ne sarei dispiaciuto eh.
Lo ignoro e sblocco il cellulare, attacco le cuffie e le metto nelle orecchie anche se non sto ascoltando nulla.
G: vuoi continuare ad ignorarmi Margherita?
Fingo di non sentirlo, si avvicina, ruota la mia sedia verso di sé e mi toglie le cuffie. Mi guarda serio e infastidito con quei suoi occhi verdastri e confusi, continuiamo a guardarci. Non distoglie lo sguardo. Non distolgo lo sguardo.
G: Margherita, sei una bambina in confronto a me capito? Posso fare quello che voglio con te. La prossima volta non ignorarmi altrimenti vedrò io come farmi notare.
Che crudeltà, non capisco cosa vuole ottenere con la violenza, non capisco perché in un così bel corpo ci debba essere capitato proprio Gianni. Lui esce e allora io Sto per riprendere il foglio Quando torna in camera. Mi guarda. Lo guardo.
M: beh?
Continua a guardarmi. Entra. Chiude la porta a chiave.
M: che cazzo stai facendo?!
G: tu che cazzo stai facendo! Che nascondi?!
M: affari miei, ho diciassette anni lasciami stare, non sono una bambina!
Si avvicina di scatto a prende il foglio, non lo apre, lo mette in tasca e va via.
M: Gianni!!!
Torna dentro
G: Margherita, non urlare, tutti dormono e dovresti farlo anche tu.
Va via di nuovo.
Cerco di uscire ma noto che ha chiuso la porta dall'esterno. Cerco di non pensarci troppo, metto il pigiama e mi infilo sotto le coperte.

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