Capitolo 5

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Ahi ahi ahi... il collo mi fa un male cane, ma allo stesso tempo è come se fosse anestetizzato. La testa mi gira come se fosse stata rimpiazzata da un

frullatore. Ho un bavaglio sulla bocca e corde intorno a polsi e caviglie: merda!! Ecco perché mi fa male dappertutto... Adesso ricordo anche cos'è successo: il

coltellino, l'ombra, il cloroformio... E poi quell'individuo, chiunque sia, mi ha portato in questo posto: sono sdraiata su un vecchio materasso, in una stanza

abbastanza grande. La vernice è scrostata, c'è una lampadina sul soffitto e una piccola finestra

alla mia sinistra, unico contatto visivo con l'esterno. Davanti a me c'è una porta di metallo, tipo quelle per cantine, l'unica cosa non "malandata" di questo

posto. All'improvviso sento un rumore, come di una chiave che gira nella toppa e poco dopo entra un ragazzo che conosco fin troppo bene...

Il viso è pallido e i capelli disordinati sono di un biondo ossigenato. I suoi occhi sono azzurri, sembrano 2 pezzi di vetro.

Ha una maglietta grigia con la scritta "Coca Cola", dei jeans strappati e delle Vans blu. Mi guarda con lussuria e questo mi preoccupa non poco. Si avvicina a

me lentamente, ma quando sta per raggiungere il materasso, sento una voce che lo richiama dalla stanza adiacente: per un pelo!! Lui perde subito quello

sguardo, che diventa sconfitto e arrabbiato, ed esce dalla stanza chiudendo la porta.

Non ho neanche il tempo di realizzare cosa ci fa lui qua e dove mi trovo, perché la porta si apre di nuovo ed entrano 5 ragazzi. Ne conosco solo 2.

<< Buongiorno Fanny! Dormito bene?>> mi chiede uno togliendomi il bavaglio << Austin... ma che piacere rivederti...>> rispondo per le rime

<< Sei anche più simpatica di quanto ricordassi... comunque, benvenuta nel mio regno, piccola!>>

<< num.1: tu chiami regno questa topaia? num.2: dove cavolo siamo?! num.3: non chiamarmi piccola!>>

dico tutto d'un fiato << Quello che tu chiami topaia, io lo chiamo Regno. Questa è una vecchia fabbrica di mio padre, che io ho fatto in parte

ristrutturare. Praticamente ci vivo: mio padre mi vuole obbligare a diventare come lui, il possessore della più grande fabbrica della città e mia madre... beh,

lei non può dirmi niente>> << E comunque io ti chiamo piccola ogni volta che voglio!!>> aggiunge quasi urlando <<E loro chi sono??>> chiedo ancora,

curiosa di conoscere quei 3. << Oh, non ti ho presentato i miei soci... Lui>> dice indicando Tom (il ragazzo di prima) << è Tom Felton>> << Ci

conosciamo già...>> rispondo io. Austin ha gli occhi strabuzzati e la bocca semiaperta e

sposta lo sguardo da me a Tom << Cosa significa che vi conoscete già?!>> sussurra arrabbiato a Tom

<< Lei... lei sa già?!>> << Tranquillo capo, non sa niente>> << Meglio così... le spiegherò ora>> << Comunque... lui e Justin>> indica un ragazzo accanto a sé

<< si occupano di rapire e portare qui le ragazze che io ordino loro.>>
<< Diego Dominguez e Ross>> indica due ragazzi, uno bruno e l'altro biondo

tinto << invece, vendono in cambio di denaro una certa polvere molto
preziosa... Infine io, come penso avrai già capito, sono il capo ed esigo rispetto

My first love [n. h.] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora