Capitolo 15

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Cosa c'è di meglio? Il sole, il prato verde brillante o... aspetta... cos'è questo profumo? Sembra essere vicino... glicine!! Oddio, c'è un intero muro

ricoperto di glicine sulla sinistra e in alto... sono sotto una cupola di rami
fioriti di... pesco! Mi alzo e cammino verso il ruscello per specchiarmi:

il mio maglione lilla e gli shorts neri... Non li metto più da un secolo...
Poco lontano da me c'è un ragazzo in piedi di spalle, a guardare il tramonto:

essendo lui in controluce, non riesco a capire di che colore abbia i capelli
quindi chi sia ma... sento una strana sensazione, come se potessi fidarmi...

Mi avvicino lentamente: il cuore che batte all'impazzata, pronto a pompare
sangue in caso di fuga, ma il respiro quasi calmo. I miei piedi non

frusciano tra l'erba, non producono alcun suono e questo è un vantaggio.
L'intrigante sconosciuto continua a rimanere immobile e io gli arrivo di fianco.

Ora però non provo più a guardarlo in faccia, ma fisso come lui il tramonto.
Quando mi giro, dopo un tempo infinito, a sinistra lo sconosciuto è sparito.

In compenso dell'erba è stata smossa, perciò posso seguirne le tracce...
Le tracce si interrompono all'inizio di un sentiero (foto a inizio capitolo),

nel mezzo del quale c'è lo sconosciuto di prima. Gli corro incontro per non
perderlo di nuovo e quando si gira mi butto tra le sue braccia...

<< Mi sei mancato così tanto amore...>> << Anche tu piccola...>>
<< Amore... Ma stai... scomparendo!>> << Solo se pensi che sia vero.

Fra poco sarà tutto finito principessa, fatti forza...>> dice disintegrandosi
poco alla volta << Non mi lasciare...>> lo supplico << Non mi lasciare...>>

**************************

<< Non mi lasciare...>> mi guardo intorno: polsi incatenati alla testiera
del letto, tagli in cicatrizzazione sulle gambe e una camera semi oscura.

L'ennesimo sogno... Come dice quella frase? "Follow your dreams, they
know the way"? Ecco, in questo periodo non desidero altro che realizzarla...

Ultimamente Tom è parecchio nervoso: viene da me molto più spesso e
sembra essere perso, pensieroso. Ormai è solo più "una botta e via"

come per smollare la tensione... A me sinceramente non dispiace, ma
riducendo il tempo aumenta la forza impiegata, quindi è molto più doloroso...

Posso testare quanto faccia male a camminare, solo quando vado in bagno
e anche lì vengo controllata, per poi ritornare perennemente incatenata...

Non ne posso davvero più di questa situazione, sto impazzendo:
vorrei ribellarmi, spezzare le catene e fuggire via, ma quando ricordo che

è impossibile vengo assalita da rabbia, nostalgia, tristezza.
In più, contemporaneamente a tutti questi sentimenti c'è la paura, dettata

dalla mia opposizione del cadere vittima della sindrome di Stoccolma:
vivo nel terrore di svegliarmi un giorno e pensare "magari non è poi tanto

male stare qui, forse mi tortura solo perché ci tiene a me"... Mai!
Impazzisco al solo pensiero di queste assurdità che escono dalla mia bocca...

Se c'è una cosa che davvero voglio, quella è provare felicità: rivedere
mamma, Luke, le ragazze, Jacob. Niall? Lo voglio qui con tutto il cuore...

My first love [n. h.] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora