~Capitolo 12

558 33 5
                                    

Uscii da quell'appartamento logoro solo mezz'ora dopo, dopo che Harry mi mise di nuovo le mani addosso. Mi stava spiegando come avrei dovuto fare a spacciare senza essere scoperta, con i relativi trucchetti. Poi, però, non ricordo nemmeno il perché, si era innervosito. Si era avvicinato a me e mi aveva poggiato un dito nell'incavo tra le clavicole, e aveva premuto forte, intimandomi di obbedirgli sempre. Mi si bloccò il respiro e mi sembrò davvero che mi stesse traforando la gola con quelle sue dita lunghe. Sibilò che poteva farmi molto, molto male se voleva e io lanciai un grido strozzato perché mi stava già facendo molto, molto male.

<<Per favore..>>, gemetti, ma lui spinse il dito più forte.

<<Harry.. ti prego>>, e mi accasciai sul pavimento senza fiato. Zayn entrò nella stanza, facendo cigolare la porta, e solo allora Harry mi lasciò. Boccheggiai disperatamente in cerca di un po' d'aria mentre ascoltavo Zayn spiegargli che dovevo tornare a casa. Mi aveva salvata ancora una volta.

In macchina, il ragazzo dagli occhi dorati mi chiese di raccontargli tutto perché non aveva potuto ascoltare tutto dall'altra parte della porta. Gli dissi dello schiaffo, di ciò che avrei dovuto fare per guadagnare dei soldi, delle minacce. Lui scuoteva la testa fissando la strada davanti a sé.

<<Quel ragazzo è pazzo, davvero pazzo>>, disse più a sé stesso che a me. Seguì un lunghissimo silenzio, osservavo la strada dal sedile del passeggero mentre la macchina sobbalzava di tanto in tanto per qualche buca mai riparata. Iniziavo ad avere paura che anche io potessi diventare come quella strada. Che nessuno avrebbe mai provato a ripararmi.

<<Ehi, mi.. mi chiedevo se ti va di, insomma, se hai voglia di qualcosa.. Un gelato, un pezzo di torta? Non so. Hai bisogno di mandare giù qualcosa>> Sembrava un ragazzino, in quel momento, un ragazzino timido. Un po' sorpresa valutai i pro e i contro della situazione: pensai solo al rischio di incontrare di nuovo Harry. Zayn però mi rassicurò: saremmo andati nella parte della città in cui tipi come Harry non avrebbero mai provato ad avventurarsi, il luogo più sicuro di tutta Los Angeles. E così Zayn fermò la macchina nel parcheggio di un enorme centro commerciale nel cuore della città. Scendemmo e ci avviammo lentamente verso l'entrata. Camminavo al suo fianco, e osservavo le persone che sfrecciavano intorno a noi prese dalla frenesia dello shopping; non pensavano minimamente che cosa stesse succedendo dentro di me, non pensavano alla rabbia, all'umiliazione, alla tristezza. Entrammo nel bar al primo piano e ci sedemmo a un tavolo alto; ordinai del tè freddo e due biscotti, mentre Zayn non prese nulla. Mangiavo lentamente e nel frattempo lui si guardava intorno preoccupato.

<<C'è.. c'è qualcosa che non va?>>, gli chiesi poi. Mi guardò sbattendo le palpebre più volte, come se stesse faticando a spostare la sua attenzione su di me.

<<No, no, va tutto bene>>, e abbozzò un sorriso. Un sorriso parecchio forzato. Mi sbrigai a finire, così mi avrebbe riportata a casa e si sarebbe calmato. Ma a un certo punto mi sussurrò qualcosa.

<<Scarlett..>>, mi chiamò. Non alzai lo sguardo dal mio bicchiere finché non parlò di nuovo a voce bassissima.

<<Scarlett, cazzo>> Lo guardai, aveva gli occhi sbarrati e guardava un punto dietro di me, ma non appena feci per girarmi, lui mi fermò scuotendo la testa con la mascella serrata. Si calò il cappuccio in testa e anche se volevo chiedergli il motivo di quel gesto rimasi in silenzio, poi mi prese per mano e mi tirò fuori dal bar, senza pagare il conto. A testa bassa mi disse di camminare in fretta, e così feci, seguendolo. Con la coda dell'occhio vidi che un ragazzo con il cappuccio ci stava dietro.

<<Zayn, qualcuno ci sta seguendo>>, ansimai spaventata.

<<Zitta e corri>>, mi ordinò secco. Uscimmo nel parcheggio di poco prima e andammo verso la macchina, Zayn cercò le chiavi nella tasca e lessi il panico nei suoi occhi. Le aveva dimenticate nel bar.

<<Cazzo>>, sibilò. Mi trascinò dietro di sé e uscimmo in strada, sfrecciando tra la gente come razzi. Sentivo i passi pesanti del ragazzo incappucciato dietro di noi e l'ansia che mi attanagliava la gola.

<<Non.. non ce la faccio>>, gemetti dopo circa cinque minuti. Il mio corpo non era abituato alla corsa, per niente.

<<Forza, Scar>> Avevamo entrambi la voce mozzata dalla fatica, il sole batteva sulle nostre teste e i capelli mi si stavano appiccicando al volto sudato. Ma nessuno faceva caso a noi. Imboccammo un vicolo con una fila di bidoni della spazzatura lungo un lato. Mi voltai di nuovo. Il ragazzo stava estraendo qualcosa dalla tasca.

<<Zayn.. Zayn, ha una pistola>>, dissi in preda al panico. E poi caddi. Inciampai in una vecchia cassetta della frutta. Zayn se ne accorse troppo tardi, il ragazzo mi aveva già raggiunta. Lanciai un grido quando mi afferrò per un polso e mi tirò su, per poi schiacciarmi contro il suo petto, con una mano intorno al mio collo. E la pistola puntata alla testa. Il metallo freddo contro la tempia, il respiro corto. Zayn si era fermato, era tornato indietro.

<<Fratello.. ehi, calma.. io..>>, ma il ragazzo lo interruppe.

<<Dammi i miei cazzo di soldi, bastardo>>, disse con voce profonda.

<<Non li ho>>, rispose Zayn. Tranquillamente.

<<Ah, bene, perché la mia pistola muore dalla voglia di fare amicizia con questa adorabile ragazzina>>, sogghignò sprezzante, stringendomi di più. Guardai Zayn, gli occhi supplicanti. Cercavo di allontanare il ragazzo da me stringendo le mani intorno al suo braccio muscoloso, ma era chiaramente impossibile.

<<Li ho lasciati in macchina>>, disse avvicinandosi piano.

<<Per questo scappavi seguito dalla tua amichetta, non è così?>> Zayn strinse i pugni, tanto da far diventare le nocche bianche. Respirò profondamente.

<<E sentiamo, quando hai intenzione di "prenderli dalla macchina"?>>, chiese secco.

<<Presto>>, rispose Zayn tirando un respiro profondo.

<<E adesso lasciala stare>>, aggiunse lentamente.

<<Oh, certo che no. O mi dai i soldi, o le dici ciao per sempre>>, rise ancora il ragazzo. Sentivo la caviglia che avevo sbattuto inciampando cedere, e gli occhi bruciare. Stavo piangendo. Il ragazzo che stringeva sempre di più la presa fece scattare il percussore della pistola.

Doveva muovere un dito, uno solo, e sarebbe diventato tutto nero, per sempre.

Eccomii, finalmente senza ritardi! Nuovo capitolo: Zayn dolcissimo, Harry cattivissimo, 'sto tipo e la sua pistola super inquietanti

Allooora? Commentate!

Baci♥

-Alo

DANGEROUS ||Bradley Will Simpson||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora