Capitolo 10

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Levi

Aveva salutato Eren solo da qualche minuto e già ne sentiva tremendamente la mancanza. Strano come nel giro di pochi giorni la sua vita abbia preso tale svolta, Levi era quel tipo di persona che amava la solitudine, amava passare il tempo insieme ad un buon libro ed una tazza di thè e spesso si allenava per mantenere il suo fisico in allenamento, e come si era potuto intuire gli piaceva mantenere pulita casa.
Ora invece la odiava, era comico vedere come una persona solitaria come lui ora preferisse il casino, il suo casino si chiamava Eren Jeager.
Il castano aveva l'eleganza di un elefante e l'energia di un bradipo, aveva imparato ad amare fin da subito questi lati della sua personalità, come amava la sua parlantina, il suo modo di parlare...amava tutto di lui e basta, in più era anche un bellissimo ragazzo con un fisico da urlo.
Sospirò passandosi una mano sul viso strofinando gli occhi, non poteva uscire da quella stanza e non poteva, anzi, non doveva fare rumore se ci teneva a respirare ancora ed alla vita del castano, che per lui rischiava la vita, era una noia ma per Eren avrebbe fatto il sacrificio di restare li ed aspettarlo, come il più piccolo rischiava tutto nel tenerlo nascosto in casa.
Prima che il castano uscisse, gli aveva elencato alcune cose che avrebbe potuto fare mentre lui era via: avrebbe potuto leggere, fare allenamenti o dormire...ma si annoiava di fare qualunque cosa che non comprendesse la presenza del suo piccolo. Voleva Eren, non voleva aspettare, ma purtroppo non potevano farci nulla, ne lui ne il moccioso.
Erano le tre e doveva resistere fino al suo ritorno, decise di leggere il libro che aveva preso in prestito dal castano, allenarsi un'pò e poi dormire, almeno avrebbe ammazzato il tempo.
Prese il libro e riprese da dove aveva interrotto la sua lettura, il libro era anche il suo genere: un giallo. Passò quasi due ore a leggere, la storia lo aveva preso a tal punto da fargli perdere la cognizione del tempo, ma perse l'interesse quando gli venne in mente il suo pensiero fisso, il suo nuovo coinquilino. Guardò l'ora e vide che erano le cinque e dieci, poi si alzò dal letto ed iniziò a fare addominali e flessioni, non durò più di dieci minuti che gli venne un idea: avrebbe potuto sistemare la stanza.
Prese uno straccio e pulì la scrivania, aprendo uno dei cassetti per lavare anche quelli, trovandoci dei fogli e delle matite. Curioso li prese e li guardò, erano dei disegni probabilmente fatti da Eren. Li osservò attentamente e dopo essere rimasto sorpreso per le doti artistiche del più piccolo ripose i disegni nel cassetto dopo aver pulito quest'ultimo accuratamente. Aprì l'altro cassetto trovando invece dei fogli vuoti e gli venne un'altra idea. Iniziò a disegnare e finì un'ora dopo circa, posò le matite al loro posto ed il proprio disegno tra quelli di Eren e riprese a pulire. Decise di pulire anche l'armadio, svuotandolo. Lo lavò per bene e dopo aver buttato per terra i vestiti sporchi e sistemato quelli puliti si ritenne soddisfatto. Quando finì notò che dietro l'armadio c'era uno specchio, un'pò graffiato ma si vedeva bene in esso, ciò gli fece venire in me te una cosa, prima però controllò l'ora.
Erano le sei, senza farsi vedere spostò lo specchio avanti la finestra guardando grazie al riflesso all'esterno. Vide persone che morivano senza motivo, altre costrette a lavorare, le pessime condizioni in cui erano obbligati e costretti ad assecondare, gli venne da pensare che era stato molto fortunato ad incontrare Eren, lui lo aveva salvato dalla morte e da tutto quell'inferno. Parlando del diavolo, lo vide nel campo pensieroso, chissà a cosa pensava, se pensasse a lui...
Sbuffò, rimettendo lo specchio dov'era ed uscì dalla stanza per raggiungere il bagno, prese delle asciugamani bagnate e si asciugò il sudore, mettendo la maglia nella lavatrice che avrebbe fatto insieme alle altre cose sporche che aveva trovato, l'avrebbe fatta appena il castano avrebbe fatto ritorno a casa e si mise a letto per riposare. Gli faceva schifo stendersi senza essersi prima lavato accuratamente, ma non poteva ed era anche stanco data la giornata movimentata del giorno prima e quella che era ancora in corso, avrebbe cambiato le lenzuola una volta risvegliato e arrivato il suo moccioso avrebbe preparato la cena, si sarebbe fatto una doccia e avrebbe approfittato per passare del tempo con lui. Senza accorgersene era finito di nuovo con il pensare a lui, non sarebbe mai riuscito a toglierselo dalla testa, era il suo chiodo fisso, ma effettivamente come si poteva non pensare alla persona che si ama?
Si, nonostante l'assurdità della situazione, negare ciò che sentiva era inutile. Si ritrovò a pensare se sarebbero riusciti ad uscirne vivi insieme, se avrebbero vissuto insieme una volta fuori, oppure ognuno per i fatti propri? Sperava davvero nella prima, non avrebbe mai tollerato una vita senza di lui al proprio fianco ora che lo aveva conosciuto.
Con questi pensieri si addormentò, svegliandosi ben cinque ore dopo. Non aveva mai dormito così tanto, soprattutto di pomeriggio.
Si passò una mano sugli occhi pensando al sogno che aveva fatto e che lo aveva tenuto nel mondo dei sogni per tutto quel tempo.

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