Pov Levi
Nulla va mai secondo i piani, pensi che tutto andrà bene, che dopo tutto quello che è successo la vita ti dia una possibilità di ricominciare da zero, di vivere in libertà, eppure senti che manca qualcosa, lo avverti perchè ti manca come l'aria, ne senti la mancanza, è come una droga che non vuoi smettere di assumere e preferisci la morte piuttosto di rinunciare ad essa. La sua droga porta un nome semplice: Eren.
Da quando il padre del castano aveva deciso di dimettere il figlio per portarlo a casa che i due corvini ormai vivevano sotto il tetto dei signori Jeager ed ai due non poteva far altro che piacere, non solo perchè la signora della casa avrebbe avuto compagnia grazie alla madre del corvino, ma anche perchè così quest'ultimo poteva vegliare sul suo amato fino al suo risveglio. L'idea era stata dello zio del più grande, aveva detto che al suo risveglio sarebbe stato più a suo agio nel rivedere qualcosa che gli era familiare, anche perchè nessuno poteva sapere se avrebbe ricordato qualcosa o meno, quindi c'era anche il rischio che non ricordasse nessuno, nemmeno come si chiamasse.
Per tutti era davvero difficile vivere in quelle mura sapendo che il castano era li con loro, ma non poteva fare nulla, come se fosse morto, di solito amava fare casino, correre ovunque e continuare ad essere quel bambino dolce e spensierato che continuava ad essere nonostante i suoi ventun'anni, mancava terribilmente a tutti, soprattutto alla madre ed a Levi.Pov Carla
Come non le poteva mancare il suo unico e solo figlio biologico? Certo, anche Mikasa era sua figlia, e le mancava tantissimo anche lei, ma per quanto l'amasse il legame che aveva con Eren era inspiegabile, imparagonabile ed insuperabile. Il castano era il suo primogenito ed unico figlio partorito da lei, avevano passato tanto insieme dato che Grisha non era quasi mai presente per colpa del lavoro, aveva cresciuto da sola quella piccola peste. Eren era un bambino iperattivo, voleva sempre giocare ed aveva visto in sua madre la sua migliore amica, una bambina con cui giocare e con cui parlare di tutto, anche lei come ogni essere umano aveva commesso degli errori, ma il castano l'aveva sempre perdonata, dopotutto era sua madre, come poteva vivere senza di lei?
Gli aveva insegnato tutto quello che sapeva senza mai nascondergli nulla pian piano quel piccolo ragazzetto iperattivo e a tratti aggressivo era diventato quello che oggi tutti conoscono come Eren Jeager, un ragazzo con un cuore enorme, gentile e innamorato di quel ragazzo che si era addormentato seduto al suo fianco, stringendogli la mano e con le lacrime ormai secche a graffiargli il viso pallido, segno che nuove gocce salate erano sgorgate dai suoi occhi e che altra sofferenza era appena stata sfogata.Flashback
-Kuchel è riuscita a parlare con Levi eh? Mamma lo hai conosciuto?
-No tesoro, non posso conoscere una persona dopo aver sentito solo la sua voce tramite un telefono.
La verità è che sapeva cosa si fossero detti la corvina ed il figlio, ma non poteva certo parlarne con Eren? Levi avrebbe fatto tutto appena avrebbe avuto la possibilità e loro non dovevano intromettersi.
-Dai mamma! Hai sentito che voce che ha? Vorrei così tanto passare tutto il tempo del mondo con lui, non vedo l'ora di finire i piani di fuga così da lasciarmi abbracciare e coccolare! Non hai idea di quanto sia forte anche se è un nano! E poi quegli sguardi, con i suoi occhi poi è tutta un'altra storia! È qualcosa di spettacolare! Per non parlare del suo fisic-
-Eren, tesoro, sei in servizio, il durello è l'ultima delle cose di cui hai bisogno.
Sorrise nel sentire suo figlio parlare così di qualcuno, era cotto fino al midollo e non se ne rendeva conto.
-Comunque sembri una ragazzina del liceo innamorata, sono così felice che tu abbia scelto Levi.
-Ma che dici! Io non sono innamorato, come se mi ci volessero due mesi circa per innamorarmi. Una persona deve colpirmi, deve stupirmi, deve essere abbastanza pazzo da camminare al mio fianco e sopportarmi per sempre. Comunque mamma ora devo staccare, ci sentiamo!
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Per la nostra libertà -In Revisione-
FanfictionDecise che sarebbero scappati insieme, perché in quei occhi grigi come l'acciaio, freddi, penetranti e taglienti, li vide rompersi sotto di se, solo per un istante. " Non voglio farti del male.." "A quelli come voi, noi non abbiamo nomi, siamo numer...