Ora quel ''bambino'' (che bambino non era mai realmente stato) era diventato un ragazzo di diciotto anni.
Aveva un lavoro, e andava regolarmente a scuola portando ottimi voti a casa.
Aveva messo ogni centesimo che aveva guadagnato da parte, tutto per Calum, voleva che andasse ad uno dei migliori college e che vivesse lontano dai loro genitori.
Le liti non erano mai finite. Frank era peggiorato, riduceva Monica uno straccio e scappava per giorni interi spendendo ogni loro risparmio.
Calum aveva tredici anni e passava molto tempo a casa della signora Mc Granit mentre Michael lavorava.
Michael era la sua famiglia, la sua vera famiglia.
La signora Mc Granit era come una nonna sempre giovane e gentile, era grazie a lei se sia lui che Michael avevano una vita migliore: aveva trovato un lavoro part-time a Michael e aiutava Calum con i compiti durante l’assenza del fratello maggiore. Lasciarlo solo con i genitori non sarebbe stata una buona idea.
Calum non amava studiare, così la donna gli aveva promesso di insegnargli a suonare la chitarra se solo lui avesse finito di fare tutti i compiti. Così quando Michael tornava stanco poteva riposarsi e non preoccuparsi di finire quello che il bambino non aveva fatto.
Questa era la loro vita ora, e dato che Michael aveva diciotto anni aveva deciso di onorare la sua promessa:
‘’Cal ti porterò via da qui, non sentirai più le loro urla, andremo io e te in un posto nuovo! Non sei contento?’’ propose al bambino una sera dopo essere tornato da lavoro.
Il piccolo moro gli saltò fra le braccia sorridendo.
‘’Lontano da qui?’’ chiese speranzoso.
‘’Ovunque tu voglia.’’ Rispose il maggiore stringendolo al petto.
Michael aveva iniziato un processo contro il padre e se avesse vinto la causa Calum sarebbe stato affidato a lui, e in più il padre doveva cacciare un assegno di mantenimento per entrambi i figli.
-Michael buone notizie!- le comunicò il suo avvocato.
-Spara, non lasciarmi sulle spine.- disse lui esausto.
-Calum è tuo! Tuo padre non si è presentato a nessuna udienza e lo hanno condannato!-disse la donna soddisfatta.
-Non ci credo..- sussurrò.
-Devo dirlo a Calum! Ci sentiamo domani, grazie di tutto.- disse attaccando la chiamata.
-Cal!- urlò dalla sua stanza.
Poco dopo una chioma corvina fece la sua entrata.
-Si Mikey?- chiese con innocenza.
-Ce l’abbiamo fatta!- disse entusiasta.
Gli occhi del bambino si illuminarono e la sua bocca si spalancò.
-NON CI CREDO!- urlò saltando addosso al fratello, che prontamente lo afferrò.
-Tra quanto ce ne andiamo?- chiese poi.
-Quando ho trovato un lavoro e un appartamento, possiamo chiedere aiuto a Rosa.- rispose Michael mentre posava il bambino a terra e gli scompigliava i capelli.
-La nonna mi sta insegnando a suonare la chitarra!- esclamò il bambino saltellando.
-Sai lo ha insegnato anche a me quando ero piccolo.- rispose sorridendo e ricordando i momenti che passava con la donna, anche lui la chiamava nonna da piccolo.
STAI LEGGENDO
Rainbow.
FanfictionSe tu chiedi ad un bambino "cosa vorresti fare da grande?" di solito le risposte sono "L'astronauta! Il pilota in formula uno!Il cantante!" e cose del genere, ma quando chiedi ad un bambino "cosa vorresti fare da grande?" e lui ti risponde "Badare a...