Capitolo 3

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Passò una settimana ed Ashton si era praticamente trasferito a casa Clifford.

Rosa se ne era dovuta andare il giorno seguente a causa del suo lavoro, e Michael non si stupì dell’altro regalo che gli aveva lasciato in auto.

Una nuova console video giochi per Calum.

Inutile dire che lui e Ashton in quella settimana quasi la consumarono.

Nel cruscotto trovò anche altro: una lettera di Monica.

Lui aveva promesso di scriverle.. ma non ne aveva mai avuto il coraggio, così chiedeva notizie a Rosa e ogni tanto le mandava dei soldi.

Ma lei non aveva mai preso iniziative, almeno fino a quel giorno.

Era passata una settimana e Michael ancora non aveva avuto il coraggio di aprirla.

Dopo averla tirata fuori almeno la centesima volta, in quei giorni, la rimise in cassetto del comò.

Scosse la testa cercando di non pensarci e decise di alzarsi.

-Calum! Ashton! Svegliatevi dovete andare a scuola!- urlò dalla sua stanza.

Guardò l’orologio: 6;35. Forse era un po’ presto.

Si buttò nuovamente a letto e chiuse gli occhi ‘’Altri dieci minuti non fanno male a nessuno’’ pensò.

Il rumore frastornante della sveglia gli fece aprire gli occhi. 7;30

-Cazzo- bisbigliò.

Si alzò e corse nella camera di Calum.

-Cal!- disse bussando.

Sentì un vociferio, poi dei passi e la porta si aprì mostrando un Ashton alquanto nervoso e addormentato.

-C’è scuola.- spiegò Michael invadendo la camera e puntando alla finestra.

-No oggi è domenica!- di lamentò il ragazzino riccio.

Michael si passò una mano sulla faccia.

-Veramente?!- chiese riabbassando la serranda.

Ashton annuì e si buttò nuovamente fra le coperte accanto a Calum.

-Scusatemi..- sussurrò.

-Per farmi perdonare tra mezz’ora vi preparerò una colazione con i fiocchi!- disse uscendo dalla camera.

Da quando aveva l’auto si era abituato ad accompagnare i due a scuola e si era completamente dimenticato che giorno fosse.

Si buttò nuovamente fra le coperte ed impostò la sveglia un ora dopo, doveva riposarsi.

Un rumore fastidioso, che non era la sua sveglia lo fece svegliare per la terza volta.

Prese il telefono e rispose.

-Pronto?- disse cercando di sembrare sveglio.

-Michael!- esclamò Allison dall’altro capo del telefono.

-Salve signora Irwin.- disse Michael.

-Quante volte ti devo dire che mi puoi dare del tu e mi devi chiamare Allison?- spiegò nuovamente con torno di rimprovero. -Beh oltre a questo ti volevo chiedere un enorme favore. Oggi torna mio figlio dal suo stage, solo che sono bloccata fino le 19 in ufficio.. non è che per le 11 potresti presentarti all’aeroporto?- chiese supplichevole poi.

Michael guardò l’ora. 7;45

Poteva dormire altri 15 minuti, lavarsi vestirsi e preparare la colazione senza andare di fretta.

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