4- Sam

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Smith mi ha avvisato di due alieni che stanno raggiungendo il paese dalla foresta. Prendo l'armamentario e mi dirigo là, almeno potrò distrarmi da Connor.

Per questa missione siamo solo io e un altro ragazzo, un certo Sam. Corriamo fino a raggiungere il bosco, vediamo gli alieni avvicinarsi e ci appiattiamo dietro un albero.

Preparo arco e freccia, spio gli alieni, ormai sono molto vicini.

Conto fino a tre e faccio cenno a Sam di attaccare.

Usciamo dal nostro nascondiglio e scagliamo perfettamente due frecce contro ai Fume, che subito iniziano a dissolversi in nuvole di vapore.

Batto il cinque a Sam.

-Hai una mira fantastica- gli dico con la mia solita voce fredda.

-Tu sei fantastica in ogni cosa- mi dice con un sorriso.

Non lo ringrazio, ma lo spingo dietro un albero, altri sei alieni si stagliano tra le verdi foglie degli alberi.

-Sam,dobbiamo improvvisare- gli dico in un sussurro preoccupato.

Luiannuisce e si scaglia contro una alieno.

-Non così tanto improvvisato, maledetto!- gli urlo uscendo allo scoperto.

Uccidiamo simultaneamente due Fume, Sam si getta contro un altro mentre un alieno lo attacca alle spalle.

Cerco di farlo fuori, ma due alieni mi prendono per le spalle sbattendomi contro un albero.

Mi dimeno, ma loro sono troppo forti, Sam è circondato, uccide il primo alieno, ma non riesce a schivare il secondo che con un movimento repentino gli affonda la punta del dito nella carne, iniziando quella dolorosa iniezione che porterà il mio compagno alla morte.

Il mondo attorno a me si ferma, come un film messo in pausa, mentre dentro di me si accende una fiamma ardente di vendetta.

Prima che uno dei due alieni mi possa pungere sfrutto la loro presa per staccare i piedi dal terreno e sferrargli due calci in pancia.

Loro mi mollano facendomi cadere a terra seduta, da lì prendo due pugnali e li affondo nei loro polpacci, loro cadono in ginocchio.

Gli salto sulle spalle approfittando del loro momento di distrazione e tiro una freccia all'alieno ancora chino a risucchiare la vita di Sam, poi uccido i miei sostegni.

Raggiungo il mio compagno e gli tolgo la carcassa in evaporazione del Fume dal corpo, appoggio un orecchio al suo petto.

È troppo tardi.

Il veleno è già entrato in circolo annullando il battito del suo cuore.

È morto.

Aveva solo 15 anni, ha ancora gli occhi sbarrati, il loro color nocciola si è ormai trasformato in un viola spento, effetto tipico del veleno dei Fume, glieli chiudo delicatamente spostando i ciuffi riccioluti che gli ricadono sul volto.

Lo prendo in braccio e lo riporto alla UMA.

Passo per dei vicoli sotterranei conosciuti solo da noi soldati e costruiti per noi circa 9\10 anni fa, agli albori dell'invasione, quei tunnel partono dal bosco adiacente al paese e sbucano al campo della UMA.

Appoggio il corpo di Sam a terra e chiamo aiuto a gran voce.

Il primo a raggiungermi è Smith, che non si smuove di un millimetro alla vista del cadavere.

-Diremo che ha avuto un infarto improvviso, lo porto in ospedale, il nostro medico ci coprirà, tu chiama i suoi genitori- mi dice con freddezza.

Prendo il telefono dalla tasca di Sam, con la mano tremante seleziono il contatto denominato "mamma".

-Pronto?-mi risponde una voce pacata.

-Buongiorno,sono un'amica di Sam-

-Sei Isabelle? Sam mi ha detto che oggi sarebbe uscito con te-

-Sì,sono io-

Inizio a lacrimare contro la mia volontà.

-Tutto bene?- mi chiede la donna preoccupata.

-Suo figlio....ha avuto un infarto-

Non posso vedere l'espressione della donna, ma so per certo che il suo cuore è in frantumi.

-L'ho portato in ospedale di corsa, ma non c'è più nulla da fare- dico tra mille singhiozzi.

Corro all'ospedale e appena arrivano i genitori di Sam me ne vado.

Non so perchè mi sono messa a piangere, io non ero amica di Sam ed è tutta colpa sua se ora è morto.

O forse è anche mia la colpa.

No, è lui l'idiota che si è lanciato a braccia aperte verso la morte.

Peròio non l'ho salvato.

Io non lo potevo salvare.

Torno a casa ed entro sbattendo la porta, accendo il telefono e mi ritrovo 53 messaggi e 3 chiamate da Connor che mi chiede spiegazioni su Sam, le notizie girano velocemente tra i soldati della UMA.

Lo blocco e lancio il telefono sul letto.

Sento che c'è qualcosa dentro di me che è cambiato.

Ho già visto persone morire, ma non mi ero mai ritrovata da sola con un cadavere.

Non mi ero mai ritrovata impotente di fronte alla morte di un mio compagno.

Non avevo mai dovuto avvertire i parenti.

Inconsapevolmente vedere Sam ogni giorno mi faceva stare bene, avere un suo saluto ogni mattina e ricevere miriadi di complimenti da lui mi faceva essere felice, anche se non me ne rendevo conto.

E ora è troppo tardi per rendermene conto.

Sento come se una parte della corazza ghiacciata immaginaria che riveste il mio cuore si sia crepata.

Come se il mio egoismo stesse pian piano sfumando.

Io sto cambiando.

La mattina dopo alle 5.30 mi ritrovo di nuovo al campo.

Tutti si comportano normalmente, la morte di Sam non ha scalfito nessuno,come se lui non fosse mai esistito.

Infondo è sempre successo così alla UMA, a nessuno importa di nessuno qui,siamo solo un gruppo di ragazzi e di adulti che si è ritrovato sulla stessa barca infernale.

La barca su cui nessuno vorrebbe essere.

-Carter,Millan, fate coppia nella lotta corpo a corpo- sbraita Smith.

Mi piazzo davanti a Connor, finalmente mi posso sfogare.

Ci mettiamo uno di fronte all'altro.

-Paura,Potter?- dico facendo riferimento al club dei duellanti di Harry Potter.

Lui mi risponde a tono:-Ti piacerebbe-

Il suo primo giorno alla UMA lui si era avvicinato a me sorridendo e mi aveva semplicemente chiesto:"Ti piace Harry Potter?".

Uno strano modo per approcciarsi.

Ci giriamo e ci allontaniamo per poi saltarci addosso.

Egoismo - Gli alieni ci hanno cambiatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora