«Sunmi!» lo sento alle mie spalle, se non sbaglio con un pizzico di dispiacere. «Dove sei stata? Mi sono preoccupato così tanto...». Io non trovo la forza di rispondere, sento solo le lagrime che potrebbero fuoriuscire dai miei occhi. Ad un tratto sto piangendo come non mai, mentre in un altro secondo mi ritrovo tra le sue braccia. Sto piangendo istericamente, odio farmi vedere così fragile ai suoi occhi, ma in questo momento è così disponibile.
«Non piangere, ci sono io con te.» tenta di rassicurarmi utilizzando un tono dolce e pacato. Io gli rivolgo un piccolo sorriso e mi limito a dire: «Grazie Taehyung.» lo ringrazio in preda ai singhiozzi, lui mi accarezza i capelli continuando a dire che va tutto bene, che non devo avere paura.
"Dov'è?", mi giro intorno. "Un secondo fa era qui... Ora dov'è?". Sento nuovamente gli occhi bruciare, cammino nel vuoto continuandolo a cercare, «Taehyung! Dove sei?» urlo. Le mie corde vocali bruciano, la mia gola è secca, il naso cola e, infine, le lacrime escono senza fermarsi. Inizio a correre, «Taehyung!» urlo ancora più forte, ma mi fermo dopo vari minuti di corsa. Poso le mani sulle mie ginocchia e respiro affannosamente.
«Taehyung...» sussurro, «Dove sei?».
Impreco sottovoce a causa della sveglia, "Era solo un sogno. Un solo e stupido sogno."
Mi alzo svogliatamente dal letto, non cammino in modo eretto a causa di quell'uomo, "Quello che non sa fare gli affari" così l'ho soprannominato, è vero. Gli affari non sono fatti per lui. Faccio una risatina al solo pensiero. Le serrande la scorsa sera non le ho abbassate, quindi, senza sforzi, riesco a vedere la mia camera. La mia stanza... Faccio un sorriso scarso. Non sembra più quella di prima: l'uniforme della scuola è buttata a terra, ha degli strappi sulle maniche, è macchiata di nero, il profumo che aveva non c'è più, quel profumo buonissimo. Ora è pieno di pieghe e puzza tanto, quel posto era un porcile, la gonna ha quasi cambiato colore. Le mie scarpe nere opache sono buttate ai piedi del letto, mentre i calzini si trovano sotto la scrivania. Oggi avrei messo dei vestiti miei, la divisa è completamente distrutta. Vado per far colazione, mamma è lì, come sempre, a fare i pancake. Mi guarda e mi sorride, io mi limito ad accennarne uno, ma si nota che non è vero. Lei non attraversa il discorso.
«Come hai dormito?» sa già la risposta, quindi io mi limito ad alzare le spalle. Lei sospira e mi porge due pancake, «Scommetto che ti sono mancati» prova a scherzare, ma io le rivolgo un sorriso falso. Non dice più nulla. «Grazie mamma.» dico, lei si limita a guardarmi e a farmi un cenno che sta a significare: "Prego."
Mi preparo mettendo dei jeans attillati blu scuro, colore molto simile a quello della gonna, e una felpa bianca. Voglio comunque vestirmi con gli stessi colori della divisa, mi farebbe sentire a disagio differenziarmi. Mi specchio velocemente, "Sunmi, sei davvero tu? Sei sempre stata allegra, hai sempre avuto una pelle favolosa mentre ora..." mi squadro, "Ora hai tutto il corpo sporco di peccati commessi da altre persone. Sei viola in faccia, nell'occhio sinistro precisamente; sei viola sull'addome, sei viola sulle braccia; sei viola anche dentro. Il viola è la fusione del rosso e del blu, rabbia e tristezza. Sei in un periodo di transizione, vorresti gridare, rispondere, farti valere ma non ci riesci perché hai anche quel blu dentro di te che mostra i lati negativi delle tue azioni. Sunmi, sei viola in tutto e per tutto." mi scende una lacrima, che asciugo lentamente per evitare di farmi male a causa del livido attorno all'occhio sinistro.
Cammino, cammino e cammino, ho costretto mia mamma a farmi andare a piedi, le ho detto di fidarsi. Alla fine il dolore fisico non è nulla in confronto a quello emotivo, dentro sto marcendo lentamente. Chi avrebbe mai pensato che la mia vita nella scuola superiore sarebbe stata una distruzione della mia felicità? Chi l'avrebbe mai pensato?
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Why Me? [Kim Taehyung]
Fanfiction«Perché me?» domando con le lacrime agli occhi. Mi guarda con paura, con occhi spalancati pregandomi di perdonarlo.