«Avanti, Sunmi!» dice Soojung, già vicina alla porta di una grande sala dove si terrà la festa. Credo sia una di quelle discoteche che si affittano proprio per questo genere di cose. «Sei così lenta!»
«Sì, eccomi.» le rispondo con un tono un po' scocciato, facendo una piccola corsa alzando di poco il mantello nero che mi infastidisce.
«Smettila di fare la bambina!» afferma. «Ti divertirai anche senza Mingi.»
Sbuffo sonoramente e annuisco. «Ok, ok!» alzo le mani in segno di resa, la quale una tiene la mia maschera.La mia amica apre la porta ed entriamo, facendo l'inchino a tutti i partecipanti che si sono voltati nella nostra direzione.
«Sunmi!» mi chiama Soojung. «Mettiti quella dannata maschera! Avresti dovuto farlo prima. Ero sicura che te ne saresti dimenticata!»
Arrossisco violentemente. Ha ragione, me ne sono dimenticata. Non me lo faccio ripetere due volte e la metto, coprendo i miei capelli con il grande cappuccio del manto nero. «Tsk... Avrei dovuto immaginarlo.» dice la mia amica, prendendomi la mano e portarmi vicino un bancone dove si trovano delle bibite, come Coca-Cola, Fanta e qualche alcolico.«Cosa desideri?» mi chiede un ragazzo con gli occhi coperti da una maschera piccola, mostrando il suo sorriso con dei canini affilati finti. I suoi vestiti sono tutti squarciati, quindi suppongo sia travestito da lupo mannaro.
«Una Coca-Cola va bene.» ordino solamente.
«E andiamo, Sunmi!» alza la voce Soojung, dicendo il tutto con un tono lamentoso. «Lasciati andare! Prendile una bella birra, proprio come ho fatto io.» dice al ragazzo.
Sospiro e annuisco al barista, facendogli capire di prendere l'ordine dato dalla mia amica.
«Ciao!» un ragazzo si siede accanto a me, mentre Soojung parla con qualcuno dell'ultimo anno che non conosco.
Lo saluto con un gesto con la mano e aggrotto la fronte, anche sapendo che non può vedermi.
«Hai fatto un'entrata trionfale con la tua amica prima.» mostra i suoi denti da coniglio, mentre i suoi capelli rossi, sicuramente avrà utilizzato una cera, gli ricadono sulla sua maschera completamente nera. Del finto sangue si trova intorno alle sue labbra. Sicuramente sarà travestito da vampiro.
«Non era nostra intenzione» lo informo. «La mia amica, Soojung,» la indico dietro di me «è una ragazza abbastanza rumorosa. Attira molta attenzione.» dico un po' imbarazzata.
«Oh, no!» scuote il viso e le mani in segno di negazione, sorridendo. «Intendo dire che è stata molto bella vostra entrata, Sunmi.»
«Mi hai vista, eh?» dico diventando un po' nervosa. La mia intenzione era proprio quella di non farmi riconoscere, ma ho fallito.
«Penso l'abbiano fatto tutti, Sunmi» dice ridacchiando. «Ma sta tranquilla, sei davvero carina questa sera.» mi sorride.
Il barista poggia il bicchiere pieno di birra e va a servire qualcun altro. «Sono fidanzata, il mio ragazzo andrebbe su tutte le furie se ti sentisse.»
«Song Mingi, giusto?» annuisco. «Dov'è? Non l'ho ancora visto.»
«Non è potuto venire, ha da fare». Lo vedo sorridere e automaticamente aggrotto la fronte.
«Io devo andare, Sunmi.» dice pimpante, scomparendo tra la folla. Sospiro e mi volto verso la mia amica, ormai sparita pure lei.Mi metto con le gambe verso il bancone e alzo un po' la maschera per bere la mia birra. Una volta terminata mi ricopro il viso e sbuffo annoiata.
«Sola anche tu?» mi chiede un ragazzo con una maschera simile alla mia. I suoi capelli sono neri, ma si nota che le radici sono bionde. Ha uno smoking con cravatta nera; indossa dei mocassini del medesimo colore della cravatta con due "G" sovrapposte.
«Sì, la mia amica è scomparsa, non so dove sia finita.»
«Ti posso fare compagnia io, ti dispiace?»
«No, non mi dispiace» sospiro. «Tanto mi sto annoiando molto.»
«Possiamo sederci ai divanetti che ho affittato, almeno saremo più comodi» mi dice alzandosi. «Ovviamente se vuoi.»
Annuisco. «Certo, va bene.»Mi alzo dalla sedia bianca e lo seguo, facendo fatica non avendo una visuale completa dato che indosso la maschera. Nonostante tutto riesco a stargli dietro ugualmente. Entriamo in un'area un po' più calma, dove girano maggiormente camerieri e cameriere. Mi fa cenno di seguirlo con il capo.
«Eccoci qua!» si siede sul divanetto rosso, accavallando le gambe.
Annuisco e inizio a guardarmi attorno, non sapendo cosa dire.
«Vuoi qualcosa?» mi chiede gentilmente.
Scuoto il viso. «No, grazie» sorrido. «Allora...» sto un momento in silenzio, «Da cosa ti saresti travestito?»
Lo sento ridere per poi rispondermi: «Potrei porti la stessa domanda» afferma ridendo. «Mi sono travestito da me stesso» dice fiero «Tu da cosa ti sei travestita?»
Mi do un'occhiata veloce, «In un modo originale.» dico annuendo convinta, mentre lui ride.
«Vorresti ballare?» mi chiede avvicinandosi, porgendomi la sua mano grande e ricca di anelli enormi.
«Oh... Io non so ballare, specialmente con questi tacchi.» rispondo un po' dispiaciuta.
Credo stia sorridendo, non ne sono sicura, ma ha cominciato a scuotere il capo.Mi afferra la mano e mi porta nella pista da ballo senza dire una parola. Schiudo le labbra mentre lo seguo un po' goffamente, «Hai sentito? Io non so ball-». Si ferma e con lui anche la musica. Parte un lento, come se fosse tutto programmato.
Si volta verso di me, io costretta a guardarlo dal basso, mi osserva levandomi la maschera. Non reagisco, so che mi hanno vista tutti. La butta a terra e posa lentamente le mani sui miei fianchi,
incominciando a farmi ondeggiare. Una miriade di brividi oltrepassano la mia schiena, facendomi tremare un po', le mie guance arrossiscono violentemente e inizio a guardarmi attorno. Nessuno ha gli occhi su di noi, tutti ballano un lento con il proprio accompagnatore e tutto questo mi rende felice. Accenno un sorriso riportando gli occhi sul misterioso ragazzo mascherato, che ha il capo chino su di me. Qualche ciuffo dei suoi finti capelli neri gli ricade sulla maschera bianca.«Balliamo così» dice il ragazzo. «Neanche io sono capace, ma in molti lo fanno. Guardati attorno un'altra volta.»
Faccio quel che mi dice e la sua affermazione risulta vera. Sorrido annuendo, sentendomi più rilassata. «Hai ragione.»
«Lo so» lo sento ridere. «Posa le mani sulle mie spalle, non lasciarle così.» indica le mie braccia, che si trovano lungo il mio busto.
Seguo le sue indicazioni, e poso le mani sulle sue spalle larghe. «Così va bene?» arrossisco.
Annuisce. «Va benissimo» mi accarezza lentamente i fianchi. «Stai andando bene, Sunmi.»
Non rispondo più e mi abbandono a ballare lentamente, come se non ci fosse più niente da aspettare, come se dopo questo ballo non ci sarà più nulla e quindi vale la pena goderselo fino alla fine. Le sue mani si muovono lentamente sui miei fianchi, facendomi rabbrividire un po'.
Ci sono molte cose rilassanti che mi piacciono, come la lirica e la musica classica, l'arte occidentale, il pianoforte e una voce soave, l'acqua dei fiumi che scorre e il rumore della pioggia. Ma, davvero, queste mani così grandi fanno nascere all'interno di me una sensazione di calma. Delle mani così grandi, ma così soffici e dolci quando toccano i miei fianchi, quando li accarezzano minimamente ma in modo così esperto e pacato.«Potrò mai vedere il tuo viso?» chiedo allo sconosciuto, che mi provoca emozioni inspiegabili, che scarica lungo la mie schiena un'ondata di brividi mai sentita. Nemmeno con Mingi.
Scuote il viso. «Non credo tu voglia sapere chi sono.» mi risponde.
Aggrotto lo fronte, non capendo. «Perchè dici questo?»
«Non siamo in buoni rapporti» risponde. «Credimi, non vorresti sapere chi è il ragazzo che si nasconde dietro questa maschera.»
«Se non oggi, in futuro potrei?» chiedo, sperando che dica di sì.
«Facciamo una cosa» propone. «Indovinerai tu stessa chi sono. Ti do una scadenza per indovinarlo: un mese. Se non ci riuscirai perderai l'occasione di conoscermi.»
«Sfida accettata.»
Si avvicina al mio orecchio e giuro di poter sentire il suo respiro, anche attraverso la maschera. «Ti ricordo che io non sono così» dice tirandosi su. «Bene, ci vediamo, Sunmi.»
Scompare tra la folla e io rimango lì, immobile a guardare il nulla. Mi scappa un sorriso e poi scuoto il viso, ritornando alla realta.
Scoprirò chi sei. Io lo scoprirò.
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Why Me? [Kim Taehyung]
Fanfiction«Perché me?» domando con le lacrime agli occhi. Mi guarda con paura, con occhi spalancati pregandomi di perdonarlo.