Capitolo 15

32 4 4
                                    

«Dai amore, andiamo in classe.» mi dice Mingi una volta usciti dalla mensa, prendendomi la mano.

«Sì, tu avviati. Ti raggiungo dopo, devo andare un secondo al mio armadietto a prendere dei libri» sorrido, lasciandogli un bacio a stampo sulle labbra. «Aspettami in classe, ritorno subito.», mi allontano da lui per poi avviarmi.

Non riesco ancora a smettere di pensare a Taehyung, allo sguardo infuriato che ha assunto questa mattina. Non voglio ritrovarmi da sola con lui, ho paura. Pare che sia lui a rendermi debole, non voglio che mi faccia sentire così poco potente. Mi fa sentire così piccola in confronto a lui.

«Dannazione! Dove si trova il libro di inglese?» sussurro mentre sono alla ricerca dell'occorrente che mi servirà per la lezione. «Merda!» impreco esasperata mentre infilo le mie dita nei capelli.

Avverto una mano grande poggiarsi sulla mia spalla, aggrotto la fronte mentre mi volto per scoprire chi fosse. E vedo lui, Kim Taehyung. Ha uno sguardo impassibile, privo di emozioni. Ha le labbra rosse come questa mattina, le guance arrossate per la rabbia probabilmente, la fronte corrugata e uno sguardo di ghiaccio. Ha delle piccole ciocche che gli ricadono sugli occhi, le quali lo rendono molto misterioso.

Cerco di scrollarmelo di dosso, ma la sua presa si rafforza facendomi sussultare. «Cosa vuoi?» chiedo infastidita.

«Che cosa voglio!? Che cosa voglio!?» urla a pochi centimetri dal mio volto. «Sì! Che cosa vuoi?!» ripongo la mia richiesta, anche sapendo la mia risposta.

Allevia la presa cercando di avere un'espressione più dolce, ammettendo: «Song Mingi non mi piace. So di non esserti stato vicino, so di non averti calcolata dopo la mia dichiarazione ma, non sapevo come fare. Perdonami, Sunmi.» si scusa, facendomi quasi ridere.

«Taehyung,» faccio un respiro profondo, «sono felicemente fidanzata con lui ed io non intendo lasciarlo per te.» dico la verità, sentendo la pelle d'oca per paura della sua risposta.

La sua fronte ritorna a corrugarsi, i suoi occhi ritornano come quelli di prima. Porta l'altra mano, quella destra, sull'altra spalla per poi iniziare a mettere forza provocandomi dolore a entrambi gli arti superiori. Sussulto leggermente, facendo una smorfia con il viso.

«Hey! Cosa stai facendo? Mi fai male!» avverto i miei occhi farsi umidi, ma lui non diminuisce la forza con cui mi stringe le spalle.

«Perché lui!? Perché non me?! Cos'ha lui di speciale?!» fa una pausa per riprendere fiato. «Cos'ha lui in più di me?» domanda infine con il viso che mostra solo rabbia, non tristezza o altro. Solo rabbia.

La mia gola è diventata secca, come le mie labbra che hanno iniziato a tremare dalla paura. Non l'ho mai visto così infuriato con me, così forte in parole e in violenza. Le sue mani stringono ancora più forte le mie braccia, cominciando a far uscire delle lacrime dai miei occhi.

«Rispondimi!» mi ordina, dando un pugno forte all'armadietto rosso dietro di me, ammaccandolo. Mi volto con occhi spalancati verso l'ammaccatura, poi osservo la sua mano destra. Le nocche sono ferite e da esse fuoriesce del sangue. Ho un groppo in gola, non riesco a parlare, non riesco a proferire parola e lui pare alterarsi ancora di più.

Posa di nuovo la sua mano ormai insanguinata sulla mia spalla, macchiando la mia camicia bianca. Sbatte violentemente la mia testa sugli armadietti dietro di me, provocando un dolore lancinante al mio capo. Emetto un urlo breve di dolore e guardo negli occhi Taehyung. Ormai le mie lacrime scendono e con loro anche il mio corpo. Scivolo lentamente a terra, piangendo rumorosamente, i singhiozzi sono molto udibili e mi raggomitolo su me stessa. Lui mi molla e rimane fermo ad osservarmi, ora con uno sguardo dispiaciuto quasi pentito.

Si china verso di me, io cerco di allontanarmi da lui invano ma con risultati scarsi. Mi scruta abbattuto, almeno così sembra. La sua mano sinistra si avvicina lentamente alla mia gota ormai rossa e bollente. Al suo tocco mi tiro verso dietro anche sapendo che ci sono gli armadietti.

«Scusami...» sussurra, accarezzando la mia guancia. Pian piano si avvicina a me per abbracciarmi. Circonda le mie spalle con le sue braccia, io rimango immobile a pensare all'accaduto. Non ricambio l'abbraccio, resto ferma. Questo intendo per "sentirmi piccola", non capisco come fa a rendermi così vulnerabile. Mille pensieri mi passano per testa, come Mingi. Come gli avrei raccontato l'avvenimento? Taehyung mi avrebbe perseguitata. Inizio a sentirmi debole al solo pensarci, continuo a rimanere in silenzio mentre lui continua a scusarsi.

Il vuoto si espande nel mio petto, iniziando ad appropriarsi di tutto il mio corpo. Arrivo al punto di non piangere più, come se non ce ne fosse più bisogno. Mi sento come se non riuscirò mai a partecipare alle gioie e alla vita dei miei coetanei in modo sereno. Inizio a struggermi di rimproveri per la mia vulnerabilità con Kim Taehyung. E' come se fossi separata da loro, dai miei contemporanei, senza una speranza e la mia vita fosse quasi destinata ad essere conchiusa.

Passo secondi in una tempesta interiore che non saprei descrivere per decidere se alzarmi o restare con lui, ma arrivo ad una conclusione.

Mi alzo dal pavimento e lui mi guarda stranito. «Kim Taehyung, devo andare» dico senza far trasparire un'emozione. «Ti prego, non cercarmi più. Ti prego.», lui annuisce abbattuto e si sposta, facendomi passare. Prima di andarmene prendo la felpa blu con i bottoni compresa nell'uniforme nell'armadietto, e la indosso così da non far vedere le macchie di sangue. Dopo di che vado in classe, senza rivolgere nessuna attenzione a Taehyung.

Ora Taehyung non si intrometterà più, spero. Lui non appartiene al mio mondo, lui non è capace di amare, di mantenere una relazione. Non posso correre il rischio di soffrire. Amo Mingi, lui non si deve intromettere.

Why Me? [Kim Taehyung]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora