Capitolo 14

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Ed eccoci qui ad andare insieme a scuola, mano nella mano, una intrecciata all'altra come se fossero destinate a stare insieme. Rido e sorrido come non ho mai fatto, come non faccio da settimane; mentre ora? Chi l'avrebbe mai detto che sarei stata felice dopo tutta quell'attesa? Chi l'avrebbe mai detto che sarebbe stato Mingi a rendermi felice? Sinceramente nessuno, nemmeno io e tutto questo mi rende talmente soddisfatta. Dopo tutto chi soffre, trova la felicità anche se è molto nascosta.

«Ti ho già detto che ti amo?» mi chiede guardandomi dall'alto, sorridendo.

Scuoto la testa, ridendo e rompo il legame che si è formato tra le nostre mani, dandogli uno schiaffo dolce sul petto. Lui non perde tempo, e subito mi circonda la vita con il suo braccio mentre poso il capo leggermente più in basso della sua spalla, non essendo molto alta.

«No, non me l'hai detto.» affermo, facendo il labbruccio. Si ferma, mettendosi di fronte a me. La sua mano è ancora intorno al mio fianco mentre l'altra sta scivolando lentamente sulla mia guancia ormai rossa. Accenna un sorriso, senza sfoderare i denti, e mi avvicina al suo viso facendomi alzare automaticamente in punta di piedi per riuscire ad arrivare alla sua altezza, ma con risultati scarsi.

«Sei proprio bassa.» mi prende in giro, sussurrando. Le mie guance diventano ancora più rosse, rendendomi un pomodoro.

Prima di poter ribattere, posa le sue labbra sulle mie muovendole lentamente, come se avesse paura di farmi male. Lo sento chinarsi di poco e sorride, sta sicuramente pensando che nano da giardino sono. La sua mano sinistra si muove lentamente sul mio fianco, dando vita ad altri e nuovi milioni di brividi ed emozioni mai provate.

Il bacio ricevuto ieri, alla Torre di Seoul dove mi ha fatto la proposta di fidanzamento, non è stato il primo per mia enorme sfortuna. Fu da parte di Sungjae il primo in assoluto, non per equivoco o altro. Ci trovavamo a casa mia a fare i compiti insieme, come spesso facevamo, ma quel giorno andò diversamente. Mia madre era uscita di casa mentre mio padre era a lavoro, eravamo solo io e lui. All'inizio ci mettemmo a fare i compiti però dopo vari minuti mi chiese all'improvviso: «Sunmi, io come ti sembro?», utilizzava un tono insicuro. Io aggrottai la fronte, «Che intendi dire? Vuoi che ti dica cosa penso di te?», annuì.

Gli sorrisi in modo confortante e iniziai: «Sei un bel ragazzo, simpatico, intelligente quando vuoi, sei un grande amico. Sei la persona a me più cara, Sungjae. Senza di te non riuscirei ad andare avanti, ne sono sicura. Non so se pensi quel che pen-» mi interruppe, posando le sue labbra sulle mie. Inizialmente non ricambiai, ma dopo mi lasciai andare. Era un bacio un po' debole non avendo avuto esperienza, lui sorrise ed io feci lo stesso. Arrossii immediatamente dicendo: «E' stato il mio primo bacio...» dissi in modo timido, «Scusa se non è stato un gran-» mi interruppe di nuovo, ripoggiando le labbra sulle mie. Mi diede tanti baci a stampo, uno dopo l'altro, senza fermarsi.

«Sei favolosa Jin Sunmi, anche la tua innocenza lo è.» disse sorridendo.

Ci mettemmo insieme per circa un mese, ma dopo capimmo che quello che provavamo, quello che sentivamo nei confronti dell'altro era solo un grande affetto, quindi ci lasciammo rimanendo migliori amici.

Aggrotto la fronte al pensiero e Mingi se ne accorge, quindi si stacca leggermente preoccupato. «Che è successo? Ho sbagliato qualcosa?» chiede con tono insicuro. Io nego con il capo dicendo: «Stavo ricordando il mio primo bacio, mi dispiace non averlo dato a te.», sorride. «Non preoccuparti, a me va bene anche così.» dice con tono comprensivo e tutt'altro che irritato.

«Dai andiamo a scuola, sennò facciamo ritardo.» dice per poi circondare le mie spalle. Annuisco con un sorriso mentre aumentiamo entrambi il passo. Parliamo del più e del meno per tutto il tragitto finché non arriviamo al cortile dell'istituto, ormai vuoto.

Prima di oltrepassare la porta d'ingresso noto il suo avambraccio che penzola dalla mia spalla, quindi stringo la sua mano con la mia destra. Guardo nella sua direzione e vedo che osserva con un sorriso le nostre dita intrecciate, poi posa gli occhi su di me e con il capo mi dice "Andiamo?", io annuisco.

Sono così curiosa della sua reazione, quella di Taehyung intendo. Non che lui mi interessi, ma voglio proprio vedere la sua faccia; che sia infuriata o di stucco, che sia dispiaciuta o impassibile, che sia vuota o felice ma io voglio vederla.

«Dobbiamo andare al mio armadietto, devo posare tutti i libri.» dico, indicando il mio zaino pieno. Lui annuisce stringendomi più a sé per poi farmi sorridere automaticamente. Non lo abbiamo ancora incontrato, né lui né i suoi amici. Mi dispiace un po', spero fino alla fine della loro presenza, della sua presenza.

Prendo lo zaino ed apro il piccolo sportello rosso per poi infilarci i libri, ma ad un tratto sento le urla quindi cerco di velocizzarmi così da poter avvicinarmi di nuovo a Mingi. Metto in fretta e furia il materiale scolastico nell'armadietto e guardo Mingi.

«Andiamo?» chiedo sorridendo. Lui non se lo fa ripetere due volte, e mi cinge la vita diminuendo la nostra distanza. Ci avviamo verso la nostra classe, le urla sono sempre più vicine, non si placano, aumentano sempre di più. Io e il mio fidanzato giriamo l'angolo e li ritroviamo lì a sorridere a tutte le ragazze. Non ci calcolano, non ci hanno ancora notati.

I miei occhi cadono su di lui, le ciocche che gli ricadono dolcemente sul viso, le labbra rosee piegate leggermente in un sorriso, le sopracciglia scure, gli occhi scuri che però fanno un contrasto favoloso con i suoi capelli. La sua mano sinistra poggiata sul muro azzurro del corridoio, la sua maglietta blu chiaro con qualche risvoltino e dei pantaloni bianchi con delle api sulla cucitura esterna, quella che va dal basso verso l'alto.

«Troveranno mai delle ragazze?» chiede Mingi riferendosi al gruppo di Taehyung, avvicinandosi al mio orecchio. Faccio una breve risata e alzo le spalle dicendo che non lo so.

Ad un tratto lui, Kim Taehyung, posa gli occhi su di me, poi sul ragazzo accanto a me e, infine, sul suo braccio che mi stringe la vita. Il suo sguardo pare di fuoco, i suoi occhi emanano fiamme. I suoi amici improvvisamente lo guardano straniti, ma dopo vedono me e fanno un coro di sottofondo, dicendo "Oh!".

I loro occhi mi seguono pure quando mi trovo in classe, Taehyung è ancora lì zitto mentre ci guarda. I suoi amici ridono sotto i baffi, ma lui non reagisce. Ci osserva soltanto.

Mingi, appena entriamo in aula, leva la mano dal mio fianco e mi prende le dita facendomi fare una piccola piroetta, mentre sorrido. Mi bacia la fronte, mi lascia sedere le sulle sue gambe.

«Almeno così siamo sulla stessa altezza, no?» ride facendomi arrossire. «Per la cronaca, mi piace la tua piccola statura, ma mi piace ancor di più prenderti in giro.», sorride a pochi centimetri dalla mie labbra per poi baciarmi. Posa una mano sulla metà coscia e la muove lentamente, senza andare troppo su. L'altra invece si trova sulla mia schiena per evitare che io cada. Le mie braccia si allacciano al suo collo e lui mi stringe ancora più a sé, poi si stacca di poco e dice soddisfatto: «Ho notato come ti guarda, gli ho fatto capire che sei già fidanzata.», ridacchio voltandomi verso la porta. Non è più lì.

«Se ne sono andati sia lui che i suoi amici.» mi sorride.

Sento un'enorme fitta al petto. Perché se n'è andato? Perché si è trattenuto?

Mi limito a fare delle spallucce e sorridere per poi dare attenzione al professore, che è appena entrato in classe.

Why Me? [Kim Taehyung]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora