Capitolo 11

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Non ho visto Taehyung appena sono uscita dalla scuola. Pensavo volesse passare del tempo con me dato che gli interesso, ma invece no. Mi ha accompagnata Mingi a casa e, sinceramente, ne sono felice perché è il primo amico che ho dopo tanto tempo.

Devo trovare le parole per raccontare tutto quel che è successo, ho talmente paura. Solo a pensare mi vengono le lacrime agli occhi. Prima di entrare in casa ero sicura di volerlo riferire ai miei genitori, ma appena ho messo piede nella mia abitazione mi sono abbattuta. Migliaia di pensieri mi sono passati per la testa, quindi sono scappata nella mia stanza a pensare come dirlo.

Ogni volta che chiudo gli occhi per tentare di dormire, mi vengono in mente i giorni passati con quel signore. Specialmente oggi. Ci ho pensato e ripensato, e ora i ricordi mi tormentano.

Appena lasciò la mia mano si fece scappare un sorriso macabro sulle labbra, che mi mise molta paura. Alzò il braccio, io spalancai gli occhi alla vista del suo enorme palmo schiacciato sul mio viso.

"Clap" il rumore che fece la sua mano sulla mia guancia morbida. La sentii andare a fuoco, bruciava molto. Avvertii dei formicolii per tutto il viso, poi sulla schiena e poi lungo lo stomaco. I miei occhi esprimevano terrore, erano sgranati a fissare quell'uomo non molto più alto di me. Ora che riuscivo a guardarlo bene, grazie alla luce del sole che penetrava attraverso le finestre, potevo notare quanto potesse essere rozzo. Aveva una camicia bianca con delle righe blu verticali, non veniva lavata da molto. Il colore chiaro si era completamente trasformato in nero. La sua faccia era sporca, le sue sopracciglia, invece, erano quasi unite. Non curava molto né lui né l'ambiente in cui viveva.

Le mattonelle ritraevano dei gigli blu ormai ricoperti dal fango secco, c'erano le orme dei suoi stivali. Accanto alla porta di ferro c'era un mobile malandato, ed accanto ad esso il materasso malridotto con sopra una coperta marrone di lana scadente. Sotto il letto c'erano delle buste sporche, probabilmente con dentro del cibo andato a male. Feci una smorfia con il viso al solo pensiero. Alla parte opposta del letto c'era il tavolo della scorsa notte, quello con la tovaglia plastificata oleosa. Raffigurava dei fiori gialli disegnati in un modo veramente banale con sfondo il colore bianco. Sopra la sua superficie c'era un vaso con all'interno dei girasoli appassiti.

«Ti piace la mia dimora?» fece un sorriso sghembo. Non risposi per semplice paura. Avevo la bocca serrata, avevo un nodo in gola che non mi faceva parlare e questo lo fece infuriare.

«Rispondimi!» urlò diventando rosso dalla rabbia.

"Cosa gli è successo di così brutto da essere un mostro di questo genere?"

Chiusi gli occhi e mi mangiai le labbra per non piangere. Non risposi ugualmente, ma mi limitai a fare un cenno con la testa. Quando riaprii gli occhi vidi che stava facendo un sorriso che non mi piacque neanche un po'. Distolse lo sguardo e se ne andò a sdraiarsi sul letto.

«Perché è successo a me?» si chiese mentre si passò la mano sporca sugli occhi chiusi, sospirando. Io lo guardai. Sembrava disperato, ma ogni volta che ricordavo lui e il suo palmo sulla mia guancia... Cambiavo idea. Continuava a chiedersi il motivo di qualcosa a me inconscio. Lo guardai senza dare a notare la mia espressione stranita.

«Sohyun!» urlava il nome di una ragazza, ogni sera. La mattina era calmo, forse perché passava le notti a piangere, quindi si comportava bene. Non so di certo.

Al quarto giorno, ormai io piena di lividi, il pomeriggio mi raccontò cosa successe.

«Mia moglie mi ha lasciato qualche mese fa perché ho avuto un incidente con mia figlia.» disse quando meno mi aspettavo. Ero in bagno a specchiarmi, a vedere il mio labbro spaccato; ci passavo sopra la mano lentamente. La ferita non era profonda, ma faceva male ugualmente. Mi affacciai alla porta interrogativa e lo vidi sul letto, troppo concentrato a osservare un punto fisso.

Tornò alla realtà scuotendo leggermente il capo, ed iniziò a guardarmi. «Mi ha lasciato nella miseria, nel momento del bisogno. Lei non mi ha denunciato a nessuno, ma se ne è andata ugualmente dopo poche settimane.» mi raccontò.

Era un signore debole, che non aveva nulla da perdere. Era quello che voleva, per questo fece quello stupido patto con me, perché sapeva che lo avrei potuto denunciare. Voleva essere punito per quel che era successo, voleva scontare la pena. Probabilmente dato che era stato un omicidio colposo, arriverà a circa cinque anni di reclusione. Mio padre mi ha spiegato per bene le norme.

Nei giorni seguenti non successe nulla di importante, tutto secondo il patto fatto.

Alzo la testa, ritornando alla realtà. "Perché non ci ho mai pensato? Perché non ho pensato che fosse stato fatto tutto di proposito?" mi chiedo, cercando di capire quanto io possa essere stata stupida.

Metto i piedi a terra e vado in cucina da mia madre, mi siedo. «Mamma, voglio parlarti.» dico facendo un grande respiro profondo. «Di cosa vuoi parlarmi, Sunmi?» incrocia le braccia appena si siede di fronte a me. «Di quella settimana.» rimando indietro le lacrime. Non voglio più fare la vittima. Solo al ricordo di me che piangevo davanti a Taehyung, mi imbarazza. Sarò più forte e non piangerò più davanti agli altri.

Le si illuminano gli occhi, probabilmente è felice che io ne volessi parlare con lei. Faccio un debole sorriso ed inizio a raccontare gli avvenimenti, da quando sono uscita dalla scuola. Non le ho detto il vero motivo per cui ero andata a casa di Taehyung, ma ho mentito dicendole che dovevamo fare un progetto dato che stavamo in gruppo insieme.

Una volta terminato di raccontare lei si porta il pollice e l'indice sul mento. «Mh... Taehyung?».

Annuisco.

«Se non sbaglio passò a farci visita tre volte durante quella settimana.»

Spalanco gli occhi. "Non ci posso credere, non posso".

«Per quale motivo?» cerco di rimanere calma.

Rimane in silenzio qualche secondo. «Veniva a chiedere a tuo padre se avesse informazioni su di te.»

Resto ferma. Non può essere. Perché non me l'ha detto? Se ne vergogna? Forse, sì. Dai! E' ovvio! Quando mai il ragazzo più stimato della scuola, donnaiolo e ricco si preoccupa per una ragazza, in più secchiona?

Il fatto che se ne vergogni mi fa un po' male, ma cosa dovrei aspettarmi da Kim Taehyung? Però mi rende tanto felice che lui sia venuto alcune volte a casa a chiedere sul mio conto. Magari è veramente interessato. Sorrido lievemente.

«Oh.» arrossisco un po'. «Quando tornerà papà gli diremo che voglio denunciare quell'uomo.» lei sorride mentre si alza per tornare ai suoi lavori domestici.

Mentre Mingi? A lui sarebbe interessato se ci fossimo conosciuti prima? Inizio a provare un certo interesse per lui, anche se ci conosciamo da poco. Sono così confusa sui miei sentimenti. Taehyung non fa per me. So com'è, non vuole relazioni serie. Non ne ha mai avuta una per quanto io sappia. Lo frequenterò, ma non mi fidanzerò mai con lui. Mingi, invece, è dolce, simpatico e bello. Devo ammettere che ha anche una bella voce. E' una voce che potrebbe avere un adulto, molto bassa, roca e provocante. Lui mi piace un pochino. Sì, mi piace.

Why Me? [Kim Taehyung]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora