Hello, Adele

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Un paio di occhiali scuri e un cappellino da baseball, ed era incredibile come nessun passante le avesse più rivolto lo sguardo, come se fosse diventata invisibile. I giapponesi erano famosi per la loro discrezione, poi bastava confondere un po' le idee, nascondendo appena gli occhi, che ogni tentativo di assalimento per autografi o foto finiva per scemare del tutto. Questo le permise di camminare per strada senza troppi ostacoli, assaporando l'odore di casa e di famiglia. Ripercorse la strada fatta migliaia di volte, i vecchi tempi della sua giovinezza, e trovò il negozio in cui lei, Yamada e Kamatari compravano Taiyaki, i dolcetti a forma di pesce con ripieno dolce. Era tappa fissa, prima di riuscire a raggiungere la fermata del treno, il pomeriggio dopo la scuola. Non c'era fine della scuola senza Taiyaki. Stranamente era ancora aperto, dopo così tanti anni. Entrò, spingendo delicatamente la porta che fece risuonare dei campanellini appesi sopra la sua testa.
«Buongiorno» salutò, guardandosi attorno.
«Oh, buongiorno!» rispose una femminile voce squillante, uscendo da una delle corsie. Una giovane ragazza, forse più giovane di lei. Come immaginava, aveva cambiato gestione e il signor Kuroda non c'era più. «Come posso esserle utile?» chiese diligentemente la ragazza. Meno male Kuroda sembrava aver lasciato il negozio in buone mani.
«Volevo un paio di Taiyaki da portare via», chiese cominciando a cercare il portafoglio nella sua borsa.
«Arrivano subito» e detto fatto, presto Nina si trovò con i suoi ambiti Taiyaki tra le mani.
«Grazie, buonagiornata» aveva cambiato nazione, ma non aveva dimenticato le buone maniere che le avevano insegnato tanto diligentemente.
«Buona giornata anche a lei!» e la porta si richiuse alle sue spalle. Tenne stretto al petto il sacchetto, infilò una mano al suo interno e ne estrasse il primo dolcetto. Il sapore era delizioso, proprio come se lo ricordava, colmo di dolcezza e una punta di nostalgia. Quante scorpacciate si era fatta, quando era ragazza. Seduta per terra, sul ciglio della strada, in qualche parco, sul tetto della scuola... ovunque era perfetto per mangiare i Taiyaki. Chissà che fine avevano fatto i suoi vecchi amici, voleva davvero rivederli. Ma dopo che era letteralmente scappata via dal giappone, senza lasciare loro nient'altro se non un messaggio in segreteria... l'avrebbero accolta a braccia aperte? Si sarebbero ricordati di lei? Akane e Satsuki sicuramente erano state quelle che l'avevano odiata di più: le aveva abbandonate. Si erano ripromesse di cantare per sempre insieme, diventare famose insieme, salvare il mondo insieme... e invece lei era fuggita, lasciandosi alle spalle solo una scia di telefonate ed sms.
Già... quel giorno che era scappata.
«Presto, corri, c'è All Might!» disse un bambino, correndo al suo fianco, seguito dal suo amico. «Da questa parte, sbrigati!» e girò a destra all'incrocio a nemmeno cento metri da lei.
"All Might" pensò, sentendo improvvisamente la gola chiudersi. C'era All Might. Era lì, dietro quell'incrocio. Ci si avvicinò, stringendo tra le dita la coda del suo pesce dolce quasi terminato. Dapprima delicatamente, con passo normale, quasi disinteressato, ma poi la mente cominciò a bombardarla e senza rendersene conto si trovò a correre nella sua direzione, lasciandosi cadere di mano il dolce.
«Toshi...» chiamò nell'istante in cui svoltò nella stessa via dei bambini. Ma niente. La strada era completamente deserta e sgombra, se non per le auto accalcate nel traffico, un passeggino dall'altro lato e i due bambini entusiasti schiacciati contro una vetrina a guardare lo schermo di alcuni televisori che trasmettevano una vecchia puntata del tg.
Si rilassò, sentendosi una stupida. Anche se fosse stato veramente lì, certo non gli sarebbe corsa incontro a braccia aperte. Non dopo quella volta, non dopo così tanti anni. E allora che senso aveva avuto correre nella speranza di vederlo, chiamando il suo nome? Perché continuava a cercarlo?
Si voltò a guardare la coda del suo dolcetto smarrita per strada e rubata appena in tempo da un gatto randagio. Lo lasciò correre via trionfante col suo premio, tanto lei aveva il secondo su cui tuffarsi. Se lo portò alle labbra e masticando raggiunse i due bambini, mettendosi alle loro spalle. Stava venendo trasmessa l'eroica azione di All Might che aveva sventato una rapina pochi giorni prima, una replica sicuramente, non troppo vecchia. Lo guardò, mentre usciva dal polverone del portone crollato con un mucchio di sopravvissuti sulla spalla sinistra, un altro mucchio sulla testa e una bambina terrorizzata avvinghiata al suo polpaccio.
«E tutto ok, sapete perché?» recitò la televisione. «Perché adesso ci sono io!»
Un sorriso timido, divertito, delicato, nacque sull'angolo destro delle labbra di Nina.
«All Right» mormorò divertita.


«Machiko!» la ragazza, sentendosi chiamare, distolse lo sguardo dal libro che stava leggendo. Aveva trovato un posto perfetto, sotto un albero, in riva al fiume, lontano da tutto e da tutti. In pace col mondo, col rumore del ruscello in sottofondo, era un ottimo posto dove lasciarsi andare alla lettura o allo studio, cullata dalle note della natura. Le piaceva starsene sola, l'aveva sempre ribadito, e nessuno osava andare a disturbarla quando si trovava lì. Nessuno tranne chi sapeva comprarsi il suo benestare: «Ho comprato i Taiyaki! Ne vuoi un po'?» urlò Toshinori, raggiungendola.
«Che gusto?» chiese la ragazza dubbiosa, mettendolo alla prova.
«Tutti i gusti!» esclamò lui entusiasta del fatto che comunque sarebbe andata, non avrebbe potuto sbagliare.
«Consenso accordato! Siediti pure!» si esaltò lei e lasciò al suo fianco il libro, lanciandosi in avanti per afferrare la busta di carta che Toshinori aveva tra le mani. Ne estrasse il primo dei dolcetti e se lo portò alle labbra, tirandone un morso vorace: «Cioccolato!» si esaltò, sentendo le papille gustative andare in fibrillazione.
«Ehy, non vorrai mica mangiarteli tutti!» lamentò Toshinori, sedendosi definitivamente a fianco dell'amica. In tutta risposta, Machiko tirò indietro la busta e lo fulmino con lo sguardo.
«Eddai, non essere egoista! Li ho comprati io, dammene almeno uno!» disse allungandosi per afferrare la busta.
«Se qui vuoi restare, tutti i Taiyaki mi devi lasciare! E' un proverbio giapponese!» disse lei, cercando di allontanare la busta dalle mani di Toshinori, che intanto si stava schiacciando contro di lei sempre più per riuscire ad arrivare all'ambito premio.
«Non essere bugiarda! Non esiste niente del genere!»
«Sì, ti dico!»
«Bugiarda! Bugiardissima!» e ringhiando sempre più furibondo finì col perdere l'equilibrio e cadere in avanti, tirandosi dietro anche Machiko. Entrambi finirono a terra, uno sull'altro, e i Taiyaki scivolarono dal sacchetto, rotolando lungo la sponda fin dentro al fiume. I due ragazzi si sollevarono e li osservarono nuotare via, come pesci veri, trascinati dalla corrente. Qualche secondo per realizzare e infine Machiko cominciò a piagnucolare: «Gli hai fatti cadere tutti, cattivo!»
«M-mi dispiace!» si impanicò Toshinori, vedendola così triste per aver perso la merenda nel fiume.
«Ti odio» piagnucolò ancora lei, come una bimba capricciosa, portandosi tra i denti quell'ultimo boccone di Taiyaki rimastole in mano. E questo fu il colpo di grazia per Toshinori, che rimase paralizzato dalla confessione. Morto dentro, ne rimaneva solo un involucro vuoto che era il suo corpo, e fissò l'amica a lungo, senza riuscire a destarsi da quell'oblio in cui era caduto.
«Te li ricompro più tardi» provò a mormorare con un filo di voce, ultimo attacco alla vita.
«Grazie, Toshi-chan!» si illuminò Machiko, unendo le mani davanti al viso e sorridendo allegramente. Nel vederla di nuovo rasserenata anche Toshinori riuscì a tornare in sè e tranquillizzarsi: Machiko a volte era proprio come una bambina, semplice e pura, con qualche capriccio, forse un po' impulsiva e violenta, ma sempre con innocenza. In un certo senso... era adorabile.
«Certo che, vista la tua velocità, avresti anche potuto tuffarti prima che cadessero e salvarli»osservò Machiko, tornando a sedersi al suo fianco e osservando il fiume che correva via.
«Ma ormai avevano toccato terra, non mi dirai che te li saresti mangiati lo stesso!» chiese sconvolto Toshinori.
«Chissà...» ammise lei, distogliendo lo sguardo imbarazzata per la confessione poco da signorina per bene.
«Cosa sei? Un animale?» le chiese lui, sempre più sconvolto.
«Uffa però» sbuffò lei, rannicchiandosi nelle sue stesse ginocchia. Non aveva ancora azzannato quelli con i fagioli azuka, i suoi preferiti, anche se Toshinori aveva promesso di ricomprarglieli comunque la cosa la riempiva di tristezza.
«Eddai, ti ho detto che mi dispiace, no?» provò a insistere lui.
«Sei l'eroe pasticcione. Sì, così dovrebbero chiamarti: Pasticcio-man!»
«Pasticcio-man sembra più qualcosa che si mangia» osservò lui divertito, poi si illuminò, ricordandosi di una cosa: «Domani ci faranno scegliere i nostri nomi da super-eroe! Tu hai già pensato al tuo?»
«Non saprei... magari qualcosa come Filo-girl».
«Filo-girl fa schifo» ammise lui senza troppi rigiri.
«E il tuo scommetto che invece è stupendo, non è vero, mister "ho il nome più figo del tuo"?» si irritò lei.
«Non ho mai detto questo! A dire il vero...» e si rabbuiò appena, prima di confessare: «Non saprei proprio che nome scegliere. Sono completamente senza idee. Vorrei qualcosa di grandioso, di unico, che sia semplice da ricordare e confortante da pronunciare. Insomma! Voglio diventare il simbolo della pace e voglio che il mio nome mi rispecchi, che dica al posto mio "Ehy! Stai tranquillo! Ci sono qua io, va tutto bene!"»
«Everything is all right» mormorò Machiko, pensierosa.
«Come hai detto?» strabuzzò gli occhi Toshinori.
«All right, va tutto bene. Sei sveglio durante le lezioni di inglese o fai solo finta di essere il primo della classe?»
«All Might!!!» saltò in piedi Toshinori, con gli occhi talmente colmi di felicità che per poco non gli uscivano dalle orbite.
«Non ho detto All Might, è all right!»
«Suona benissimo! All Might! Va tutto bene!»
«Ho detto all right!» insistè Machiko, sempre più furiosa per l'ottusità del ragazzo che neanche sembrava più ascoltarla.
«Non aver paura, giovane ragazzo! Perché adesso ci sono io!» recitò Toshinori, allargando le gambe, piazzandosi i pugni ai fianchi e gonfiando il petto. «E' tutto All Might!»
«E' all right, stupido! Smettila di dire All Might!» ringhiò Machiko. «Prova a dirlo così e nessuno ti prenderà più sul serio!»
«E' perfetto! Assolutamente perfetto! Grazie Macchan! Oh! Ho trovato il nome adatto a te!»
«Sei irrecuperabile» piagnucolò Machiko, rinunciando all'idea di placare la sua euforia. Quando Toshinori si eccitava per qualcosa era impossibile tenerlo al guinzaglio, diventava una trottola impazzita che sprizzava gioia a ogni giro.
«Nina!»
«Che razza di nome sarebbe Nina?» ringhiò lei per niente convinta.
«E' la donna più figa di tutto Tekken!» si entusiasmò lui.
«Non prenderò il nome di uno stupido personaggio di uno stupido videogioco! Stupido!»
«Lei non è stupida, ti dico che è la migliore! E' la mia preferita!»
«Mi prendi in giro? Sei un idiota! Ecco cosa sei!» ormai Machiko si era ritrovata ad urlare, completamente fuori di sè. Quel ragazzo la faceva uscire dai gangheri, era incredibile quanto fosse stupido.
«All Might!» bisbigliò invece lui, alzando il mento, tornando ad assaporare il suo nuovo nome da supereroe. Gli piaceva da impazzire.
«Vieni! Ti compro i Taiyaki!» disse senza aspettare che lei lo insultasse ancora e chinandosi in avanti l'afferrò per mano, prima di trascinarsela via, correndo verso il negozio.
«Aspetta, il mio libro!» provò a balbettare lei, allungando la mano libera nel vuoto. Ma fu tutto inutile e il libro rimase per sempre su quella riva, abbandonato. Machiko, a dirla tutta, non riuscì nemmeno a insistere troppo, ma la sua attenzione fu catturata dalla mano di Toshinori che nonostante la sua grande forza la stringeva con tale delicatezza. Era così calda e rassicurante.
Le guance si scaldarono appena e fu colta da una strana sensazione alla bocca dello stomaco.
"Nina".


«Aiuto! Aiuto, la mia borsa!» gridò una voce femminile, roca, sicuramente anziana. Nina distolse lo sguardo dalle televisioni, dove avevano mandato in onda un secondo servizio, sempre dedicato ad All Might. Si voltò verso la fonte del baccano e la vide: una signora anziana a terra, che si rialzava con fatica, e un ragazzino di neanche vent'anni, coperto fin sopra il naso, che scappava con una borsa in mano.
«Ce n'è di gente maleducata, al mondo» sospirò Nina prima di sollevare una mano appena sopra il suo sacchetto, con discrezione. Le mani del burattinaio cominciarono a muoversi e tendere i suoi fili invisibili. Dall'altro lato della strada il criminale si bloccò improvvisamente, poi si voltò e tornò indietro sui suoi passi.
«Ma che... cosa mi succede?» lo sentì domandare confuso e colto da un moto di panico. Arrivò nuovamente di fronte all'anziana signora, che ora lo guardava altrettanto sconvolta, sorpresa del suo cambio di idea, tanto che non riuscì neanche a chiedere nuovamente aiuto.
«E adesso chiedi scusa e restituisci tutto alla legittima proprietaria» mormorò Nina tra sè e sè, prima di costringerlo a inchinarsi e allungare le mani in direzioni della donna, restituendole la borsa rubata.
«Oh, grazie giovanotto» disse lei soddisfatta, riprendendo la sua proprietà.
«Non c'è di che» balbettò lui, terrorizzato all'idea che la cosa che lo stava obbligando a fare ciò avesse potuto ritorcersi contro se non fosse stato gentile. E poi certo non avrebbe potuto ammettere che in realtà non erano quelle le sue intenzioni o, bloccato in quella posizione di svantaggio, avrebbe subito l'ira dei passanti senza potersi difendere.
«E non abbandonare più la retta via» disse la signora, prima di allontanarsi con la sua borsa ben salda tra le mani.
Nina rise tra sé e sé, divertita dalla scena, e attese che la signora fosse abbastanza distante da poter essere considerata al sicuro prima di lasciar andare il criminale e permettergli di rialzarsi da quell'imbarazzante posizione china. Il ragazzo si guardò attorno, confuso e spaventato, poi urlando terrorizzato scappò via e questo fece ridere la donna ancora di più. Giustizia era stata fatta. Si voltò, per tornare sui suoi passi, ma quasi non andò a sbattere contro uno degli eroi di pattuglia della zona. Ben fasciato nel suo costume, la guardava contrariato, anche se il viso parzialmente nascosto da un casco con visiera era facile cogliere la linea curva verso il basso delle sue labbra. Anche il suo corpo comunicava l'intenzione di una bella strigliata, gonfio nel petto, dritto davanti a lei e le braccia incrociate.
«Buongiorno! Bella giornata, vero?» chiese lei, naturale, e passò oltre. Magari l'aveva riconosciuta e sapeva del suo potere, magari poteva sospettare che ci fosse stata lei dietro la scena del criminale redimo, ma chi poteva confermarglielo? Nessuno vedeva i suoi fili.
«Torni a Tokyo per qualche giorno e non ti prendi la briga nemmeno di venire a salutare i tuoi amici?» l'ammonì l'uomo e questo la costrinse a bloccarsi. «L'america ti ha cambiata davvero molto!»
Nina affinò lo sguardo, cercando di cogliere i lineamenti del viso oltre la visiera scura, ma il cuore aveva già preso a battere forte da prima, nell'istante in cui aveva sentito quella voce. Una voce invecchiata di vent'anni, ma non per questo cambiata molto.
Nessuno poteva vedere i suoi fili... nessuno con una vista umana normale. La cosa non riguardava invece chi aveva una visione dello spettro visivo molto più ampio e potenziato.
«Heikichi?» chiese, incredula, e l'uomo in tutta risposta sorrise divertito.
«Spectrum!» quasi gridò, ormai convinta e colta da una gioia incredibile. «Sei davvero tu? Ma quanto ti sei fatto grosso!»
«Ho fatto un po' di palestra» disse lui, alzando le braccia e gonfiando i bicipiti. «Si nota tanto, dici?» chiese con una punta di vanità.
«Non ci posso credere! Heikichi!» disse ancora Nina, non riuscendo più a contenersi e andando ad abbracciare il suo vecchio amico. «Vedo che hai anche imparato a parlare» ridacchiò, canzonatoria. Ricordava che ai tempi del liceo era dura riuscire a fargli spiccicare parola, era sempre così cupo e silenzioso.
«Beh, sì... con questo lavoro impari ad ammorbidirti un po'» e neanche il tempo di dirlo che un gruppo di ragazzine passarono al loro fianco, bisbigliando tra loro emozionate: «Guarda... è Spectrum!»
Heikichi si voltò a guardarle e rivolgendo loro un sorriso sincero, alzò la mano e le salutò cordialmente. Le ragazzine ridacchiarono tra loro emozionate e rosse in volta si allontanarono rapidamente.
«Guarda guarda, Don Giovanni, che bel giro di fan che ti sei fatto» ridacchiò lei, sgomitandogli sul fianco.
«Oh, eddai... così mi fai passare per pervertito» ridacchiò lui, rosso in volto.
«E' bella la fama, eh?» insisté lei. «Dai, ammetti... ogni tanto te ne approfitti, eh?»
«Non essere sciocca! Sono un uomo sposato, io!» confessò lui con orgoglio, sottolineando come questo fatto gli impedisse di commettere atti disdicevoli.
«Che cosa?» strillò lei, sconvolta. «E con chi?»
«Oh, non so se la conosci...» disse con aria palesemente falsa. «Le piace farsi chiamare TechnoGirl.»
«Satsuki!!!» strillò ancora più forte Nina. «Ti sei accalappiato Satsuki?»
«Parla piano, così mi farai passare per uno squilibrato che sequestra le persone!»
«Ma... ma quando è successo? Voi due non avevate chissà quale feeling al tempo!»
«Vieni, camminiamo. Devo finire il mio giro di pattuglia» disse lui, incamminandosi, per poi cominciare a raccontare. «E' successo quando te ne sei andata. Non sei voluta venire a trovare nessuno di noi, ci hai solo mandato sms o lasciato messaggi in segreteria, raccontando l'accaduto, le tue motivazioni e chiedendo scusa. Non capisco perché non hai voluto conoscere ciò che pensavamo della faccenda».
«Tanto me l'avete fatto sapere lo stesso, mi avete bombardato di telefonate per almeno un mese».
«E tu non hai risposto a nessuna di queste» disse sospirando. «Nina, cosa ti era passato per la testa?»
«Mi dispiace, io...»
«No! Non sto parlando di quella faccenda con Toshinori, sto parlando di noi! Siamo sempre stati i tuoi migliori amici, hai davvero pensato che ti avremmo potuto biasimare? Nessuno di noi te ne ha mai fatto una colpa, te lo assicuro».
«Lo dici solo per rassicurarmi» mormorò lei, poco convinta.
«Non essere stupida! Senti... ricordi quando partecipasti a quel programma televisivo? I primi tempi, quando cercavi di farti un nome».
«Quello sulla gara di canto, sì, certo... è stata la mia iniziazione nella televisione, dopo mesi passati a cantare solo nei bar di ubriaconi».
«Esatto, erano passati mesi. Tu ci avevi piantato in asso, eri fuggita, non rispondevi a nessuna delle nostre chiamate, nè sms. Eri sparita. Ma quando abbiamo saputo della tua comparsa in televisione lo sai cosa abbiamo fatto?»
«Bevuto birra alla mia salute?» ironizzò lei.
«Anche! Ma l'abbiamo fatto tutti insieme davanti alla tv, tirando popcorn contro i tuoi avversari. Kamatari era diventato una vera e propria mitragliatrice tutte le volte che vedeva quella biondina... come si chiamava?» chiese ridendo al ricordo.
«Susy, credo» rise Nina. «Non ricordo bene neanche io, è passato così tanto tempo». Seguì un momento di silenzio, in cui entrambi si videro davanti agli occhi quella meravigliosa scena di Kamatari, con la sua ipervelocità, che lanciava popcorn contro la televisione. Ed entrambi scoppiarono a ridere.
«Comunque questo che c'entra con te e Satsuki?» chiese poi Nina.
«Oh, già!» si ricordò lui. «Beh, nessuno ti ha biasimato ma non posso negare che comunque sapere che eri fuggita in quel modo ci ha fatto male. Satsuki è stata quella che ne è uscita più distrutta di tutte, ti era molto affezionata. Comunque non so bene il motivo, forse ero l'ultima della rubrica e unico a non avere il telefono occupato ed essere riuscito a risponderle... ma mi telefonò. Aveva bisogno di conforto, di parlare, e da allora...»
«Te la sei fatta» concluse Nina in modo secco e diretto, lasciando Heikichi letteralmente paralizzato. Il viso rosso per l'imbarazzo, le parole che non uscivano più dalla sua gola e le gambe che sembravano non essere più in grado di svolgere la loro funzione. Si era dimenticato quanto potesse essere rude Nina, ormai non era più abituato ai suoi modi al limite della mascolinità. Forse proprio per questo andava tanto d'accordo con Kamatari e Yamada.
«Beh... ecco... non proprio... cioè non subito... ma...» balbettò confuso.
«E bravo, Heikichi!» rise lei, alzando il pollice in segno di vittoria.
«Doveva essere una storia più romantica» bofonchiò lui e Nina in tutta risposta scoppiò a ridere, divertita. Una risata cristallina, genuina, pura come quella di una ragazzina. Esattamente come se la ricordava.


Hello, can you hear me?
I'm in California dreaming about who we used to be
When we were younger and free
I've forgotten how it felt
before the world fell at our feet
There's such a difference between us
And a million miles




NDA.


Quanti di voi si sono chiesti perché Machiko avesse scelto Nina come nome d'arte? Avanti, alzate le mani xD ecco la risposta! Non sono riuscita a farci incastrare la scena del giorno dopo, quando a scuola hanno dovuto annunciare il proprio nome, ma nella mia testa era una cosa tipo: lei imbarazzatissima che alla fine vinta alza la lavagnetta, facendo leggere all'intera classe il nome Nina. Il silenzio di tomba, nessuno che capisce, tranne Toshinori che si alza e col suo euforico entusiasmo ride e applaude. Machiko lo afferra con i suoi fili, lo costringe a tirarsi un pugno da solo e finisce nuovamente in punizione per l'atto violento xD fine scena post crediti ahahahah
Comunque... lui continua ad evitarla, e lei continua a guardarsi attorno nella speranza di vederlo. Ancora una volta la canzone scelta ha significato nella sua interezza, non solo nella frase che ho riportato, perciò se avrete voglia di andarvi a leggere il testo potreste coglierne qualche sfumatura in più che qui non risalta :)
Eeeeeed entra in scena Heikichi! Chi è Heikichi? Andatevi a ripassare il primo capitolo u.u
Per fare prima: è il vecchio batterista della sua piccola band di quartiere, insieme a Yamada, Satsuki, Akane e Kamatari. Una piccola reunion <3 ahahaha eee qui si accenna alla "fuga di quel giorno", in cui è andata via e non ha fatto altro che lasciarsi dietro una scia di messaggi. Non dimenticatevene, tornerà spesso a tormertarci xD cosa sarà successo "quel giorno"? E perché la nostra Adele canta per lei "Hello from the outside at least i can say that i've tried to tell you i' sorry for breaking your heart"?
Nel prossimo capitolo tornano protagonisti i ragazzini!
Bye


Ray

Puppeteer || All Might X OC || Toshinori YagiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora