I Have Questions, Camila Cabello

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Machiko pedalò il più velocemente che poté lungo la strada. Il traffico quel giorno era intenso, ma la cosa non l'avrebbe rallentata. Fece lo slalom tra le macchine con la sua bicicletta, svoltò, sgommando, e saltò sul marciapiede. Tagliò la strada ad un paio di ragazzi, scatenando così la loro collera, ma li lasciò sbraitare e continuò a correre. Schivò un paio di persone, prima di saltare giù dal marciapiede e continuare la sua folle corsa in strada. Girò in un vicolo, prese una scorciatoia lungo una strada in discesa esclusivamente pedonale, con delle lunghe scale, ma finalmente raggiunse la via per il fiume. Pedalò a lungo, prima di riuscire a trovarlo: Toshinori si trovava lungo l'argine, in una zona di calma e di pace, che correva in tuta chissà da quante ore. Testimone del fatto che fosse vittima di un infinito allenamento erano anche il suo fiatone e le goccioline di sudore sulla fronte, ma avrebbe corso per giorni, se fosse stato necessario.
«Toshi-chan!» urlò alle sue spalle Machiko, prima di riuscire a raggiungerlo. Rallentò e gli si affiancò, pedalando al suo stesso ritmo.
«Sei scappato via subito dopo la scuola e non ti ho più trovato, si può sapere che fine avevi fatto? Ti devo parlare!»
«Sto facendo allenamento» disse lui, parlando tra gli ansimi. «Non è evidente?»
«Lo stavi facendo anche ieri, e l'altro ieri, e io non riesco mai a trovarti!»
«Mi troveresti, se non fossi così lenta a uscire da scuola. Continui a fermarti almeno mezz'ora insieme ai ragazzi della tua band, come pretendi che ti aspetti?»
«Ritardare il tuo allenamento di mezz'ora non ti costerebbe niente».
«Se avevi così urgenza di parlarmi, puoi anche rimandare le chiacchiere con i tuoi amici».
«Insomma, che rompipalle che sei! Ed io che ero perfino venuta a portare buone notizie! Sai, che ti dico? Non te le meriti, ecco! Scusami tanto se ti ho disturbato mentre ti allenavi» e girando cominciò a risalire lungo la collinetta d'erba che riportava alla strada principale, che l'avrebbe poi riportata a casa. Toshinori rallentò il passo e la guardò andar via, col viso corrucciato. Forse aveva esagerato, non era stato carino con lei che invece l'aveva rincorso e cercato per mezza città. Ultimamente gli allenamenti di Gran Torino si stavano facendo sempre più duri, il potere concessogli da Nana cresceva dentro di lui, lei se n'era andata lasciandogli quella grande responsabilità da portare a termine e tutto ciò lo stava stremando.
«Machiko» provò a chiamarla, un istante prima di iniziare a correre dietro di lei. «Machiko, dai, aspetta! Mi dispiace! Macchan!»
Arrancò lungo la collina, prima di riuscire a raggiungerla e affiancarla. Unì le mani di fronte al viso e cercando di sorriderle, maldestramente, le chiese di nuovo scusa. Ma lei continuò a pedalare e guardare dritta di fronte a sé, ignorandolo.
«Se ti compro i Taiyaki mi perdoni? Quelli con i fagioli Azuka che ti piacciono tanto!»
«Mh» mormorò Machiko, guardandolo storto. «Forse» ammise.
«Allora, me la dici questa buona notizia?» insisté lui e solo allora Machiko inchiodò, lasciando dietro di sè una scia di polvere e sassetti. Toshinori si fermò, stupito, e le si avvicinò appena in tempo per farsi sbattere in faccia un foglio di giornale. Se lo allontanò dal viso il tanto necessario per riuscire a vederne il contenuto e si illuminò: «Ma questi siete voi! Tu e la tua band! Su una pagina di giornale!»
«Prima pagina, baby! Ci hanno voluto intervistare, visto il successo del Japan Academy Music Award e il fatto che ormai sono anni che apriamo il festival sportivo con la nostra musica. Stiamo diventando famosi, ti rendi conto?»
«Incredibile! Siete incredibili! È grandioso! Tutta Tokyo adesso vi conoscerà! Wow! È... incredibile!» continuò estasiato, non riuscendo a trovare altra parola per esprimere la gioia che provava in quel momento per lei.
«Ma non è tutto!» e puntò il dito a una riga precisa del trafiletto che era stato loro concesso. «Leggi qua!»
Pieno di curiosità Toshinori avvicinò nuovamente il foglio al viso e lesse: «"Sono questi i Powerful Guy, la band nascente che tanto sta facendo parlare di sè, famosi soprattutto per la canzone d'apertura del grandioso festival sportivo della Yuuei, prima scuola di supereroi del giappone che vede anche tra le nuove generazioni di cui si occupa grandi futuri eroi come..."» e si interruppe, sussultando.
«Come?» insistè Machiko, sorridendo con orgoglio. «Come chi, allora?»
E Toshinori, balbettando, lesse: «"Come Toshinori Yagi, in arte All Might, futuro simbolo della pace"».
«Inizialmente quando ho chiesto al giornalista di riportare il tuo nome con quella specifica dicitura mi ha guardato un po' storta, non credo mi abbia preso sul serio a dire il vero, in effetti il tutto sembra un po' forzato, ma è bastato usare un po' del mio sex appeal per convinc...» ma il monologo orgoglioso di Machiko fu interrotto da Toshinori, che quasi urlo, in preda alle lacrime: «Macchan!!!»
«Piangi? Mi prendi in giro?» strillò lei, guardandolo contrariata.
«Io... non so... che dire... grazie!!!» e continuò a piangere come un bambino, stritolando e rovinando quello straccio di giornale che ancora teneva tra le dita.
«Finiscila subito, mammoletta! I numeri uno non si comportano da ragazzette!»
«Mi dispiace» continuò lui, per niente intenzionato a smettere.
«Basta! Mi stai facendo incazzare!» urlò Machiko, afferrandolo per il colletto e cominciando a scuoterlo come un uovo strapazzato. Ma la sensibilità di Toshinori non conosceva limiti e dopo anni di duro allenamento, finalmente aveva potuto vedere il nome di All Might associato al suo sogno di pace impresso nero su bianco, sparso per tutta la città. Dopo tanti anni di duro lavoro era stata Machiko ad aprire per lui quella prima porta che avrebbe portato alla realizzazione di un idolo.
Lei non aveva mai smesso di credere in lui, neanche per un istante.


Nina ripose quel pezzo di carta rovinato dal tempo dentro la custodia di un dvd. Lo incastrò con cura, facendo in modo che non si rovinasse e che fosse potuto restare protetto al suo interno per altri vent'anni. Quello strappo di giornale che aveva conservato gelosamente, nonostante Toshinori glielo avesse quasi fatto a pezzi. Premette la linguetta al centro del dvd, alla destra del foglio di giornale, e ne estrasse il cd dal suo incastro. Si avvicinò alla televisione, l'accese e infilò il cd nel lettore dvd sotto di essa. Lo fece partire e si avviò verso il suo comodino, dove aveva posato un bicchiere colmo di vino ad aspettarla. La voce di un giornalista si fece strada dentro quelle quattro pareti che erano la stanza del suo albergo, esprimendo l'incredulità di fronte a quell'epica scena. Il treno era stato ribaltato, le fiamme divampavano, eppure c'era quell'uomo, quell'eroe, alto come una montagna, forte come un leone, che sorrideva. E sembrava facesse risplendere il sole con quel suo sorriso.
«Non avete niente da temere» disse All Might, ergendosi sopra il treno in fiamme carico di persone appena salvate. «Sapete perché? Perché adesso ci sono qua io!»
Stoppò l'immagine e bevette un sorso di vino, mettendosi a sedere per terra, con la schiena poggiata al letto dietro di lei. L'osservò, l'osservò a lungo l'uomo che aveva visto nascere dalla polvere e farsi strada fino al cielo, diventando non solo una stella tra le stelle, ma la più luminosa. Diventando il sole di una terra ormai fredda e buia. Mandò indietro il dvd e rimise play, facendo ripetere ad All Might: «Sapete perché? Perché adesso ci sono qua io!» e la sua fragorosa risata ne seguì, facendo vibrare le corde dell'animo.
Di nuovo stop, indietro e play.
«Adesso ci sono qua io!»
Stop e ancora indietro e ancora play.
«Perché adesso ci sono qua io!» e ancora risate. Nina si portò nuovamente il bicchiere alla bocca e questa volta lo tracannò fino all'ultimo sorso. Con la mano tremante si asciugò un rivolo sfuggito dalle labbra.
Il fiato le tremò in gola e fu costretta a socchiudere gli occhi, concentrandosi per ritrovare la calma. Allungò una mano nel vuoto e si riappropriò del telecomando. Si rannicchiò nelle sue stesse ginocchia e nascondendo il volto tra le braccia fece ripartire la registrazione, ascoltando per l'ennesima volta la risata di Toshinori rimbombarle nelle orecchie.
«All... right...»


La mattina dopo Nina arrivò a scuola in netto anticipo, rispetto al suo programma. Con passi pesanti, lo sguardo corrucciato e un bello strato di fondotinta a nascondere le occhiaie della notte appena passata insonne, raggiunse la sala professori. Si guardò attorno, sotto lo sguardo attonito di alcuni professori delle classi delle altre sezioni. Nessuno che conoscesse, ma loro sicuramente conoscevano lei.
«Mi servono i fascicoli degli alunni della classe prima A» disse lei, severa. Uno di quegli uomini, confuso e un po' intimorito, si limitò a indicarle un archivio in fondo alla stanza. Nina ci si avvicinò e aprì quella relativa alla classe di interesse. Passò in rassegna i cognomi fino a trovare quello che le interessava: Midoriya Izuku. Lo prese e si andò a mettere sul divano, immergendosi nella lettura.
Il ragazzino era stato dichiarato fino all'anno prima un senza poteri, poi improvvisamente il suo Quirk si era manifestato e aveva affrontato la prova d'ingresso, riuscendo a superarla solo tramite consenso dei professori, nonostante il suo punteggio pari a zero. Uno smidollato che improvvisamente era diventato un eroe. Non c'era molto altro, se non un sacco di informazioni anagrafiche e burocratiche sul suo rendimento alle medie. Doveva scoprire di più, doveva assolutamente sapere se sarebbe stato un degno erede del titolo di simbolo della pace. Non riusciva a darsi pace, ma doveva essere certa che Toshinori non stesse rinunciando alla sua identità invano. Lei era stata convocata per un motivo, e ora quel motivo era riuscire a scoprire se quel Midoriya meritava quel regno a discapito del Re fondatore.
Ripose il fascicolo e percorse a grande rapidità i corridoi della Yuuei, fino all'ufficio del preside.
«Ho bisogno di visionare alcune informazioni su Midoriya» disse spalancando la porta, senza neanche un saluto o un annunciazione. Nezu, impegnato in qualche carta burocratica, alzò gli occhi sulla donna dallo sguardo severo.
«I fascioli li trovi in sala professori, sono a disposizione di tutti in modo che nessuno sia privato delle informazioni necessarie alla propria pratica d'inseg...»
«Quei fascicoli sono carta straccia» lo interruppe Nina ed entrò nella stanza, richiudendosi la porta alle spalle. «Devo sapere di più».
«Non c'è molto di più, a dire il vero».
«Immaginavo che le informazioni rilevanti non fossero state racchiuse da nessuna parte se non nella mente degli interessati» osservò Nina, avvicinandosi alla sedia di fronte alla scrivania del preside. Ci si lasciò cadere sopra e con un sorriso soddisfatto aggiunse: «Allora sono venuta nel posto giusto». Sollevò gli occhi, puntandoli in quelli del preside, burattinaio intenzionato a prendere possesso di un altro burattino ma non attraverso i suoi fili. Quello sguardo legava l'animo e lo sottometteva, quello sguardo aveva per anni intimorito chiunque le si parasse davanti, causandole non pochi problemi, a dire il vero.
«Midoriya detiene lo One for All, non è così?»


All Might, nella sua forma più debole, speranzoso che ciò sarebbe bastato per non essere riconosciuto, entrò cauto a scuola. Ormai la campanella era suonata da un pezzo e il cortile esterno era praticamente deserto. Si nascose dietro a un colonnato e scattando dopo essersi assicurato che fosse tutto deserto riuscì finalmente ad entrare. Ora gli aspettava la parte più complessa. Camminò rapido, deciso a raggiungere il suo rifugio sicuro, una saletta ristoro che gli era stata concessa completamente per preservare la sua privacy e dargli un luogo sicuro in cui riposarsi. Ormai erano tre giorni che effettuava lo stesso rito per le sue entrate a scuola, sapendo perfettamente che non sarebbe riuscito a durare per sempre, che prima o poi quel confronto che lo terrorizzava tanto avrebbe dovuto averlo. Sapeva che non poteva fuggire per sempre, e non doveva farlo, ma per il momento si limitava a continuare a nascondersi fintanto che il coraggio non avrebbe finalmente fatto capolino. Forse proprio l'ultimo giorno di permanenza di Nina in quella scuola, chi avrebbe potuto dirlo? E pensare che era stato lui stesso a chiedere al preside Nezu di offrirle quel ruolo all'interno della scuola, dopo che aveva scoperto che sarebbe tornata qualche giorno a Tokyo. Chissà che gli aveva detto il cervello... probabilmente qualcosa di molto saggio, che ora invece si ostinava ad ignorare colto da una folle paura. Quella donna sapeva come far venire i brividi alle persone, se lo ricordava bene.
Si affacciò da un angolo e in quell'istante suonò la campanella del cambio dell'ora. Rabbrividì, colto di sorpresa, e cominciò a correre lungo il corridoio, schivando gli alunni che poco a poco uscivano dalle aule. Una vera corsa a ostacoli, che riuscì comunque a portarlo alle scale per i piani superiori e infine, alla fine del lungo corridoio dell'ultimo piano, alla sua saletta sicura. Entrò e sbattè la porta alle sue spalle. Aveva vinto anche quel giorno e poteva tirare un sospiro di solli-«All Might!»
La voce alle sue spalle gli fece battere il cuore talmente forte che non riuscì a trattenersi dall'esplodere nella sua forma potenziata, come un riccio che terrorizzato si raggomitolava improvvisamente e tirava fuori gli aculei.
«Cosa?» quasi urlò, voltandosi di colpo. Midoriya era seduto sul suo divanetto e lo guardava sconvolto: che gli prendeva?
«Oh, Midoriya, ragazzo mio» sospirò All Might, tornando a respirare e riuscendo a calmare i battiti del cuore. Si concesse perfino di tornare alla sua forma vulnerabile. «Sei solo tu, mi hai fatto spaventare».
«Chi altro sarebbe potuto essere, scusa?» chiese Midoriya sempre più sconvolto. Esisteva davvero qualcuno in grado di spaventare a tal punto l'uomo più forte del mondo?
«Nessuno, nessuno. È che non ero in condizioni adatte ad essere visto, lo sai no?» riuscì a cavarsela dando al suo segreto la colpa di quel mezzo infarto che aveva appena subito. Aveva bisogno di Recovery Girl, lo sentiva. Qualcosa non stava funzionando più come prima, le gambe si stavano come sciogliendo e presto avrebbe toccato il suolo. Si mise a sedere, sperando di riprendersi o almeno di non svenire prima che Midoriya non fosse di nuovo uscito dalla sua stanza.
«Dimmi, come vanno i tuoi allenamenti?» chiese, cercando un pretesto per far conversazione e dimenticarsi di quanto fosse appena accaduto.
Midoriya annuì, ma qualcosa gli rabbuiava il volto. «Bene, le lezioni di Nina penso potrebbero essere d'aiuto».
Un altro brivido lungo la schiena nel sentir pronunciare quel nome.
«Oh, bene, bene! E le lezioni di inglese, invece?»
«Inglese?» chiese Midoriya, guardandolo storto. Tentativo di cambiare conversazione numero due: fallito appieno. All Might cominciò ad agitarsi, balbettando scuse del tipo: «Sì, sai... l'struzione di un eroe è molto importante... anche nelle basi! E le lingue sono fondamentali... e...»
«Stai palesemente cercando scuse!» lo brontolò Midoriya, riuscendo così a fermare quel suo imbarazzante arrancare. «Piuttosto, vorrei farti una domanda riguardo proprio Nina».
«Sono molto impegnato!» rispose d'istinto All Might, ancora più agitato, immaginandosi per chissà quale motivo che il ragazzo gli avesse fatto la domanda che più temeva: perché la stava evitando?
«Eh?» chiese Midoriya, confuso, e questo portò alla mente di All Might che il ragazzino non avrebbe mai potuto sapere della storia che c'era tra loro due. Imbarazzato, rosso in volto, si schiarì la gola prima di cercare di riacquistare una dignità e chiese: «Perdonami, sono giorni difficili. Cosa volevi chiedermi?»
«Ecco...» cominciò Midoriya, un po' agitato su quanto stava per chiedere. Ma poi riuscì a formulare quella domanda che dal giorno prima gli bombardava la testa. «Lei sa di One For All?»
La domanda lasciò per un attimo All Might stupito. Conosceva Nina, non aveva mai messo in dubbio che lei un giorno avesse potuto capire che Midoriya era un ragazzo speciale, ma non si sarebbe mai aspettato che questo avvenisse così presto.
«Cosa ti ha fatto pensare che lei lo sappia?» chiese All Might, ora serio più che mai.
«Ha cominciato a comportarsi in maniera strana verso di me da quando, durante un combattimento d'esercitazione il primo giorno, ho rotto i suoi fili».
«Hai rotto i fili?» strabuzzò gli occhi All Might. Midoriya annuì, prima di aggiungere un po' turbato: «Mi guarda come se vedesse un fantasma. Mi fa venire i brividi».
«Quello è il suo modo di guardare chiunque, puoi star tranquillo. Non è una donna facile da gestire» cercò di tranquillizzarlo, ricordando come a volte perfino a lui metteva la pelle d'oca.
«Sì, ma poi... ecco, ha detto una cosa» e questo attirò nuovamente l'attenzione dell'uomo. «Ha detto che prima di me solo un'altra persona era stata in grado di rompere i suoi fili. Quella persona sei tu, non è vero?»
Midoriya era un ragazzo sveglio, intelligente ed attento. Una frase del genere l'aveva subito portato sulla giusta via, non ci aveva messo molto a fare due più due. E Nina...
«Sì» confessò con un filo di voce, lottando contro una dolorosa sensazione alla bocca dello stomaco. I ricordi da cui era scappato per tanto tempo, da cui era riuscito addirittura a liberarsi col passare degli anni, erano appena arrivati tutti insieme a travolgerlo come una valanga. Tutti quei ricordi, tutti insieme, i sorrisi, gli scherzi, i giochi, i pianti... soprattutto i pianti. E quel giorno... l'ultimo giorno che l'aveva vista, l'ultimo giorno che si erano parlati, prima che lei scappasse e lui decidesse di chiudere per sempre quella porta, rimasta aperta per quasi quindici anni. Il giorno che decise che sarebbe per sempre stato All Might, solo All Might, e mai più Toshinori.
Quella telefonata. La sua voce dolorosamente fredda.
"Abbi cura di te, All Might".
«Sì» confessò nuovamente, sentendo la valanga travolgerlo. «La forza di One For All è sempre stata l'unica in grado di spezzare i suoi fili. Conosce il mio segreto e credo che adesso conosca anche il tuo. Mentirti non servirebbe».
«È come immaginavo allora!» disse Midoriya, colto dal panico.
«Non aver paura. Può non sembrarlo, ma è una brava persona. Ti aiuterà, ora più che mai. Fidati di lei».
«Veramente a me sembrava una brava persona anche prima, nonostante il suo modo di guardarmi, hai davvero così paura di lei da credere che trasmetti questa sensazione?» chiese Midoriya un po' stranito.
«Quella donna è il demonio!» si giustificò All Might, preso dal panico.
«Ma hai appena detto di fidarmi!» strillò Midoriya, colto dallo stesso panico.
«Infatti è così!»
«Ma se è il demonio?»
«Sì, è terrificante!»
«Ma ti vuoi decidere, allora?!»
E i due continuarono a battibeccare a lungo, fino a quando il ragazzino non fu costretto a rientrare in classe per l'ora di lezione successiva. Aprì la porta senza sapere che le novità e le sorprese per quella mattina non sarebbero ancora finite. Una bella porzione dei suoi compagni era tutta raccolta intorno al banco di Mineta e parlottavano, come una setta intenta a organizzare qualche piano malefico. Perfino Bakugou, che se ne stava in disparte al suo banco, non faceva che fissarli, comunque interessato a ciò che stava accadendo, anche se orgoglioso non l'avrebbe dimostrato.
Midoriya si avvicinò, solleticato dalla curiosità, e riuscì a farsi strada tra Sero e Hagakure, fino a raggiungere il tavolino di Mineta. Il ragazzino se ne stava tranquillamente seduto, accerchiato dai compagni, un'espressione soddisfatta in volto, braccia incrociate al petto e una vecchia foto poggiata proprio di fronte a lui. Midoriya dovette storcere un po' il collo per riuscire a vederla, visto che era rivolta dall'altro lato, ma quando riuscì a distinguere le due sagome che si intravedevano sobbalzò, urlando: «Ma quello è All Might!»
«Visto!» esclamò Kirishima. «Anche Midoriya l'ha riconosciuto!»
«Sì, ma è un po' diverso» osservò Ashido.
«È una foto vecchia più di vent'anni, è più giovane, pettinatura un po' diversa e meno muscoloso, ma è lui! Si vede! È palese!» insistè Sero.
«Aveva da poco cominciato la sua carriera, lo conoscevano ancora in pochi, per questo girano poche foto così. Quando è diventato veramente famoso aveva già cambiato aspetto, ma quei lineamenti sono abbastanza riconoscibili» insistè Asui.
«Certo che è davvero incredibile...» osservò Uraraka, come rapita dalla foto. Midoriya le concesse un lungo sguardo, tornando a studiarla. All Might, sorridente come sempre, aveva lo sguardo rivolto alla figura al suo fianco. Una ragazza che rispondeva allo sguardo e al sorriso, teneramente stretta al suo braccio destro, in un atteggiamento che, non lasciava dubbi, andava ben oltre la semplice amicizia.
«Beh, avrà avuto il suo successo anche da giovane e poi è pur sempre un essere umano. Non ci vedo niente di strano nel fatto che uscisse con qualche ragazza» disse Ojiro.
«Sì, ma proprio con lei? È una bella coincidenza» osservò Ashido.
«Lei chi?» chiese Midoriya, storcendo ancora di più il collo. Mineta, notando la sua difficoltà e forse per rendersi ancora più orgoglioso della scoperta fatta, girò la foto per fare in modo che potesse vederla meglio.
«Andiamo, Midoriya! Non la riconosci?» chiese sconvolto Kirishima.
«Ha i capelli più lunghi, è leggermente voltata ma si vede perfettamente che è la professoressa Nina» spiegò Hagakure.
«Nina?» strabuzzò gli occhi Midoriya. La porta della classe si spalancò con un tonfo e tutti i ragazzi saltarono sul posto, affrettandosi a nascondere il cimelio che Mineta aveva riportato a galla. Yamada entrò in classe, squadrando i ragazzini da capo a piedi prima di chiedere contrariato: «Cos'è questo baccano, si può sapere?»
«Niente professore! Ci perdoni!» disse Iida diligentemente e il resto dei suoi compagni scappò ai propri posti, veloci come fulmini. Yamada decise di lasciarli perdere, questioni da ragazzini, chi non poteva capirli? E si andò a mettere alla cattedra, pronto a cominciare la sua lezione.
«Izuku-kun» sussurrò Uraraka, al suo fianco. Midoriya si voltò a guardarla e rimase sorpreso di vederla china, con lo sguardo affranto, colmo di una profonda tristezza. Le mani strette tra loro, sulle sue gambe.
«Non lo trovi molto triste?» chiese la ragazza, senza alzare gli occhi. «In quella foto sembrano così felici. Hai mai visto sorridere All Might in quel modo?»
Di sorrisi di All Might ne aveva visti a bizzeffe, anzi poteva sicuramente dire di non averlo mai visto non sorridere. Ma non poteva dar torto alla ragazza: in quella foto era sicuramente diverso. Ripensò alla conversazione appena avuta proprio col diretto interessato, al suo modo di fare. L'agitazione, le scuse, le giustificazioni... e poi quello sguardo mentre ammetteva che, sì, lei faceva parte di quel segreto. Insieme ai più fidati. Insieme ai più cari. Eppure la temeva così tanto e ancora si era rifiutato di vederla.
Uraraka non aveva visto tutto quello, eppure la sua sensibilità era comunque riuscita a raggiungerli, ad entrare in contatto con i loro sentimenti semplicemente guardando la fotografia. Era l'unica che non ne aveva spettegolato ma era rimasta in silenzio a fissarla con tristezza. Una tristezza che infine giustificò: «Chissà cosa gli è successo».


Do you care, do you care?
Why don't you care?
I gave you all of me
My blood, my sweat, my heart, and my tears
Why don't you care, why don't you care?
I was there, I was there, when no one was
Now you're gone and I'm here


I have questions for you









Note dell'autrice


Era da qualche capitolo che non scrivevo delle note, ma penso che ora sia abbastanza importante farlo, primo tra tutti per ringraziare chi legge.
Perciò a tutti voi, GRAZIE!
E' una storia uscita abbastanza di petto, ci ho riflettuto poco, ho semplicemente gettato sul foglio quello che volevo senza pensare se sarebbe piaciuto o meno per questo non avevo grandi aspettative, anche se ammetto che arrivata in fondo mi sono affezionata tantissimo alla mia Machiko e alla sua tormentata storia e soprattutto al Toshinori che sono riuscita a scolpire, senza andare OOC (o almeno spero xD).
Premesse a parte, passiamo al capitolo vero e proprio. E' un capitolo abbastanza importante, come i prossimi che seguiranno,perché le cose cominciano a prendere un po' più forma. Abbiamo un primo spazio dedicato tutto a Toshinori, ai suoi pensieri e ciò che prova dal ritorno di Nina, anche se sono solo un primo accenno. Abbiamo in più un altro elemento importante: Nina sa dello One for All e ha capito che Midoriya è il successore, l'erede del suo "amico d'infanzia" Toshinori: come sicomporterà d'ora in avanti a proposito di questo, visto che è stata parte essenziale della nascita di All Might?
Sì, ho messo volutamente "amico d'infanzia" tra virgolette perché, come si capisce dalla fine del capitolo e quella piccola riunione nella classe 1 A, ormai è abbasta palese che tra i due in passato non ci fosse stata solo amicizia. Ma ancora non si viene a capo del nodo. Come Uraraka si chiede: che cosa sarà successo?
In tutto questo Nina continua ad affogare lentamente nella malinconia, passando notti insonne, bevendo vino come se non ci fosse un domani e ascoltando la voce registrata di All Might al DVD (sì esatto! Si è registrata la puntata del tg dove si parla di lui!).
E vogliamo parlare del piccolo flashback dove Machiko pedala per tuttaTokyo, in barba alle regole stradali, seminando il panico tra i pedoni, solo per trovare Toshinori e fargli vedere la pagina di giornale dove lei ha costretto il giornalista ad accennare al "futuro simbolo della pace"? Quella è stata ufficialmente la prima apparizione di All Might sui media, ed è avvenuta grazie a Machiko (ho le mie ragioni a dire che lei è stata parte essenziale della nascita di All Might come tale).


La canzone scelta io l'adoro, ha nel ritmo e nella voce della cantante tutta la malinconia e il dolore che pian piano stanno uscendo fuori anche a Nina. Il testo poi è una perla (il trafiletto riportato è particolarmente importante), sia nel "i gave you all of me" che nel "i was there, i was there, when no one was" che nel "now you're gone and i am here". Ammetto che quella strofa si è contesa il posto con l'inizio della canzone (ma tanto ora ve lo riporto lo stesso e quindi peace and love):
Why did you leave me here to burn?
I'm way too young to be this hurt
I feel doomed in hotel rooms
Staring straight up at the wall
Counting wounds and I am trying to numb them all.
Vi consiglio di ascoltarla se volete entrare nell'animo profondo di Nina.

Bene! Ho finito queste immense NDA! (Ecco perché avolte non le faccio, sono enoooooooormi ._. non riesco a essere breve, spero di non avervi annoiato).
Io vi ringrazio ancora infinitamente tutti quanti.

A presto!


Ray

Puppeteer || All Might X OC || Toshinori YagiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora