Happier, Ed Sheeran

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«Siamo qui! Li prendiamo!» una voce provenne da sotto di lei e degli uomini si fecero vedere. Gli eroi erano finalmente arrivati. Senza farselo ripetere due volte Nina lasciò la presa, facendo fare gli ultimi metri di volo ai superstiti che vennero presi al volo da chi era andato loro in soccorso. 
«Staccati, uva!» ordinò a Mineta, che incredibilmente obbedì subito. Si liberò, si voltò di scatto e lanciò i suoi fili contro il nemico. Le mani che tenevano Kirishima e Bakugou per la gola si spalancarono sotto uno sforzo che non era il suo e li lasciò andare. Non fu difficile per lui capire di chi era la colpa e abbassando la testa, puntando il proprio corno contro la donna, le corse incontro travolgendo altri muri e altre macerie. Ormai l'edificio era prossimo a crollare e la sua unica priorità era portare in salvo i ragazzini. Li arpionò con una mano e l'altra la usò per virare il rinoceronte, facendogli abbassare ancora di più la faccia. Saltò, evitandolo e l'uomo colpì il muro alle sue spalle, sfondandolo e lanciandosi verso l'esterno del secondo piano. Nina gli atterrò sopra, aggrappandosi al suo corno e volò fuori insieme a lui. I ragazzi, arpionati, ebbero un trattamento altrettanto selvaggio, venendo trascinati fuori dai fili di Nina e trovandosi a mezz'aria insieme ai due. Caddero nel vuoto, urlando per lo spavento e sbracciandosi nel vuoto in cerca di un appiglio. Nina lasciò andare il rinoceronte e si voltò verso Mt. Lady, accorsa insieme agli altri per portare in salvo le persone dall'edificio crollante. L'arpionò, facendola rabbrividire senza capire il motivo, e le rimase attaccata mentre volava verso il suolo. Con un movimento circolatorio come quello di un pendolo e riavvolgendo i propri fili al punto giusto riuscì a dare ai ragazzi un atterraggio non proprio morbido, ma nemmeno pericoloso, facendo loro rotolare solo un po' nel cemento. Tornò in alto per lo slancio e lasciò Mt. Lady, guardando nuovamente il rinoceronte sotto di lei. Si stava rialzando, illeso. Era un osso duro, ma lei era incazzata nera e solo questo sarebbe bastato a farlo a pezzi. L'arpionò nuovamente e tirò i fili con uno scatto, riavvolgendoli contemporaneamente. Lo scatto le diede la spinta necessaria ad arrivargli addosso come un missile, piede ben dritto per colpirlo in pancia e un urlo caricatore. L'uomo cadde nuovamente a terra e lei rotolò qualche metro più avanti. Piantò il piede a terra e si rialzò, ricoperta di graffi, i vestiti stracciati, le dita sanguinanti, ma carica più che mai.
«Wooh! Rifacciamolo!» gridò Kirishima entusiasta, rialzandosi in piedi illeso.
«Forza, Nina! Fallo nero!» gridò Mineta, mentre venivano raggiunti dai compagni. Nina gli rivolse uno sguardo e rapidamente li contò per assicurarsi che fossero tutti. Per fortuna nessuno dei suoi ragazzi era rimasto all'interno, tutti stavano bene e soprattutto tifavano per lei. Sorrise come mai aveva fatto prima d'ora e alzò il pollice verso Mineta, in segno di ok. Un sorriso come quello solo una persona aveva il coraggio di indossarlo durante un combattimento. Lo stesso sorriso di All Might.
Nina si rialzò, stiracchiandosi per riprendersi dal colpo.
«Adesso ti do trenta secondi per darmi una spiegazione soddisfacente del perché hai distrutto il museo» disse e in quel momento Sutegoro, uno degli eroi professionisti che stavano aiutando l'evacuazione, colpì con un calcio il nemico, impedendogli di rispodere a Nina. Un colpo di corno e fu scaraventato via. Kamui Woods, un altro eroe, arrivò a dargli man forte ma un muro di fuoco si alzò tra loro, circondando la zona davanti all'ingresso del museo. Nina ne rimase chiusa all'interno, insieme a metà dei ragazzi della prima A che ancora erano lì vicino per aiutare Mineta e gli altri.
«C'è bisogno di un motivo per distruggere degli eroi in erba?» rise un uomo alla sua sinistra con un foro nel palmo della mano che ancora fumava. Una specie di lanciafiamme, con cui aveva creato quel muro di fuoco. Dall'ingresso dell'edificio uscirono altri due uomini, sorridenti e felici per la conquista che stavano per fare. Quattro avversari dai Quirk più o meno sconosciuti, più o meno pericolosi, contro una sola persona e un gruppo di ragazzini da proteggere.
"Merda" pensò, rendendosi conto della posizione di svantaggio, ma non smise di sorridere.
Con un urlo, il rinoceronte si alzò e la caricò, pronto a colpirla di nuovo.
"Non sei forte abbastanza" pensò lei arpionandolo. La sua forza era incredibile ma non paragonabile allo One For All. Non avrebbe potuto spezzare i suoi fili. Saltando lo evitò e lo costrinse ad andare addosso ai suoi colleghi. Ne colpì due, mentre il terzo riuscì a evitarlo. L'uomo con il lanciafiamme glielo puntò contro e fece fuoco. Nina scappò via, pensando principalmente ad allontanarsi dai ragazzi per evitare che venissero coinvolti e l'uomo la inseguì. Usò sempre il rinoceronte per colpirlo, prendendolo alle spalle e la cosa parve funzionare.
«Lasciami andare!» gridò il rinoceronte e furono quelle parole a dare una spiegazione.
«È lei che lo comanda!» disse il terzo uomo, prima di piantare le mani a terra e creare nell'asfalto come un'onda. Saltando al momento giusto Nina riuscì a non farsi ribaltare, ma così facendo fu costretta a lasciar andare il rinoceronte.
«E adesso dove atterrerai?» rise sempre l'uomo dell'asfalto, cambiando nuovamente conformazione di quest'ultimo e rendendolo vischioso come le sabbie mobili. Nina vi atterrò sopra e inevitabilmente cominciò ad essere trascinata giù, incapace di muoversi. Dall'ombra alle sue spalle un altro di quegli uomini comparve, un'ombra a cui non aveva fatto caso prima, un'innocua ombra che prese forma dell'avversario. Poteva muoversi attraverso di esse, nascosto, e brandiva un coltello con cui si preparò a colpirla dritta sul collo. Il lanciafiamme puntato contro, bloccata nelle sabbie mobili, un coltello pronto a colpirla e lei non riusciva a non pensare che i ragazzi fossero ancora intrappolati nel cerchio di fuoco e doveva farli uscire quanto prima.
«Adesso mi avete proprio rotto le palle» ringhiò e in una frazione di secondo, rapida come mai lo era stata prima, lanciò i suoi fili ovunque, arpionando tutti e tre gli uomini. Uno strattone di braccia, un movimento di dita e tutti e tre corsero e saltarono l'uno contro l'altro. Il potere dell'uomo dell'asfalto, colpito, cessò e Nina sentì il terreno indurirsi intorno a sè. Doveva uscire il prima possibile o sarebbe rimasta incastrata nell'asfalto. Lanciò i fili contro l'uomo rinoceronte e lo costrinse a correre il più velocemente possibile contro il muro del museo. Strattonò il polso e usò quella folle corsa per farsi trascinare via rapidamente, salvandosi, e costringendolo a colpire il muro in piena faccia. La cosa non sembrò fargli troppo male, se non fosse che quel colpo fece crollare un balcone proprio sopra la sua testa e andò a schiantarsi sopra di lui schiacciandolo.
I ragazzi alle sue spalle cominciarono a esultare ed applaudire, entusiasti per quanto era appena accaduto e per quanto avevano visto. Nina era riuscita a combattere contro quattro uomini da sola ed era stata scenografica e incredibile. Ma il muro di fuoco intorno a loro non parve cessare di bruciare e lentamente tutti e quattro gli uomini si alzarono da terra, compreso il rinoceronte sotto le macerie. La guardarono furiosi, decisi più che mai a farla fuori. L'uomo col lanciafiamme nella mano alzò la propria arma, ghignando, e la puntò contro i ragazzini. Nina strabuzzò gli occhi e con uno scatto corse verso di loro.
"Nemmeno un graffio" si ripetè, colta dal panico. Allungò una mano nella loro direzione, arrancando, invasa da un'improvvisa disperazione. Troppo lontana, troppo lenta. Cosa avrebbe fatto? Come li avrebbe salvati? Cosa poteva fare?
Si lanciò davanti a loro nell'istante in cui la bomba di fuoco li ebbe quasi raggiunti e fece solo ciò che l'istinto le disse di fare.
"I ragni sono davvero incredibili".
Incrociò le dita davanti a sé, utilizzando tutti i fili che aveva a disposizione.
"I miei fili sono praticamente indistruttibili".
Per una qualche forma di magia, o almeno quello poteva sembrare a vedere, il fuoco non li colpì ma deviò da tutte le parti, come se avesse incontrato davanti a sé un muro. Un sottile muro invisibile di fili indistruttibili intrecciati fittamente che si allargavano da ogni lato, racchiudendoli pian piano in una barriera.
«La tela del ragno» mormorò Uraraka, sorpresa ed emozionata per quanto stesse vedendo. Aveva preso spunto da quegli animali che tanto ammirava, ne aveva imparato le caratteristiche e le aveva usato per superare un proprio limite: quello di non riuscire a salvarli. Gestione dei propri limiti attraverso l'evoluzione, l'unica cosa che permette a un essere vivente di sopravvivere alle controversie dell'ambiente. Ma il fuoco continuava ad arrivare, Nina stava utilizzando tutte le sue risorse per proteggere i ragazzi e alla sua destra il rinoceronte stava già per riprendere la carica. L'uomo ombra sarebbe potuto sbucare da un momento a un altro e infine quello dell'asfalto stava già per posare le mani a terra e cambiare nuovamente la conformazione del terreno.
Da sola non sarebbe riuscita a resistere oltre.
Una risata confortante raggiunse le loro orecchie e fece alzare lo sguardo a tutti i presenti. Nina sobbalzò, tanto che per un istante la sua tela cedette, rischiando di far penetrare il fuoco all'interno. Riuscì a ripristinarla nello stesso istante, vincendo le proprie emozioni, ma non per questo si sentì più tranquilla. Quell'incontro... sarebbe davvero avvenuto? In quel momento? Dopo vent'anni, dopo venti lunghi e infiniti anni, dopo quell'ultimo giorno che l'aveva convinta definitivamente a prendere quell'aereo. Non si erano più rivolti la parola da allora, lasciando in sospeso faccende gigantesche come montagne, ed ora stava per rivederlo. Quella risata era vera, non più registrata. Era lì.

Puppeteer || All Might X OC || Toshinori YagiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora