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Partiamo dal fatto che ho sempre voluto scrivere un libro. "UN" libro. Si perché non sono mai stata veramente sicura di quello che scrivevo. Scrivevo e cancellavo, riscrivevo e ricancellavo senza essere consapevole del genere di libro che avrei voluto pubblicare, o della copertina con la quale lo avrei voluto esporre, oppure del titolo con il quale gli avrei fatto pubblicità. Sono sempre stata la "piagnucolona" della famiglia. Non mi andava mai bene niente, ho sempre fatto storie su tutto e per tutto. Ero polemica, sono testarda. Il mio umore cambia molto velocemente e capite che, scrivere un libro quando non si ha in testa n'è la copertina, n'è il titolo, n'è il contenuto e neppure il contesto generale, e in più si aggiunge il fatto che adesso sono felice come una pasqua e dopo 3 secondi m'incazzo come una bestia... Be', questo non aiuta. Capite? E il problema più grosso è che neanche adesso so il titolo, la copertina e neanche il contesto. Ogni pagina di questo "libro" (se può essere degno di chiamarsi così) è puramente improvvisata secondo il mio stato d'animo, ovviamente. I personaggi saranno inventati e possono cambiare da un capitolo all'altro. Non prometto nulla, non assicuro niente. Come del resto è la mia inutile vita: non promette nulla, non assicura niente. Buona lettura 😘

• Il diario di una psicopatica •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora