3. him

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Pensi di non aver letto bene e per questo sbatti le palpebre ripetutamente. Eppure la situazione non cambia e le lettere che leggi rimangono sempre nello stesso straziante ordine.

"sono io, papà. Ho trovato il tuo nuovo numero. Devo parlarti. Ci possiamo incontrare?"

Dopo quattro dannatissimi anni di silenzio, si fa risentire. Con quale coraggio?
Non fai che domandarti cosa voglia ancora da te e, per quanto tu sia curiosa di quel che passa per la mente di quell'uomo scapestrato, la paura regna incontrastata.
Non saresti mai tornata da lui e al momento non hai le forse nemmeno per guardarlo in faccia.

Una mano ti tocca improvvisamente la spalla e perdi un battito per lo spavento. Sussulti e ti volti vedendo Kyungmi alquanto preoccupata.
-Y/n, tutto bene? È un po' che sei in silenzio- dice con premura la mora che ti fissa con occhi impietositi.

Scrolli la testa e abbozzi un sorriso improvvisato nel tentativo di mascherare il conflitto interiore che stai attraversando.
Kyungmi c'è sempre stata per te e il tuo allontanamento da tuo padre é ricaduto pesantemente anche su di lei, che ha dovuto ospitarti durante l'adolescenza.
Non é stato un duro colpo solo per te, ma anche per la tua amica e per questo non hai intenzione di farla stare in pensiero ulteriormente.

-tutto bene- menti sforzandosi di sorridere -devo solo andare a prendere una boccata d'aria, scusa- pronunci per poi alzarti di scatto.

Ti scusi con freddezza a tutti i presenti al tavolo e ti dirigi all'uscita del locale, ignorando gli sguardi perplessi delle altre persone, comprese quelle della tua tavolata.
Fai qualche passo in modo da allontanarti dalla caffetteria il più possibile da mon sentire più tanto chiasso.
Raggiungi un piccolo angolo verde e ti siedi ad una delle panchine non occupate.

Stringi il cellulare fra le mani e un senso di rabbia e di agitazione ti pervade, poi ti ricordi che sei uscita dal locale per la ragione opposta.
Prendi un grande respiro e cerchi tranquillità nelle cose che ti circondano.
Vedi dei bambini rincorrersi a vicenda, spensierati ed allegri come solo un infante potrebbe, e vedi i loro genitori chiacchierare in un angolo con l'occhio vigile fisso sui loro bambini.

Non vuoi mentire, lì invidi e non poco. Ti sarebbe piaciuto da piccola poter uscire al parco con mamma, o per lo meno passare del tempo con la tua famiglia, ma in modo normale, senza la paura costante di ricevere un ceffone al minimo errore.
Se fossi nata in una famiglia normale, probabilmente non saresti dove sei al momento e avresti preso decisioni diverse.
Nonostante ciò, é così che sei e sarai per sempre. Il passato non cambia, c'è speranza solamente nel futuro.

Chiudi gli occhi abbandonando all'indietro la testa e lasci che i pochi ricordi che hai di tua madre sorridente ti riportino alla luce vecchie ferite che non vuoi dimenticare. È tutto così doloroso da essere insopportabile, ma non vuoi perdere gli unici ricordi legati a tua madre, anche se appartengono ad una realtà oscura.

Non percepisci quasi nulla dal mondo esterno, solo una leggera brezza che, passando per i suoi capelli, ti solletica il collo con delicatezza.

Sospiri sonoramente, decidendo di spegnere il flusso di ricordi che scorreva fino a prima copioso nella tua mente, con l'intento di riavviarti verso il locale.
Quando apri gli occhi, però, sobbalzi alla vista del viso di Jungkook a pochi centimetri dalla tua.

Arrossisci lievemente per lo stupore, per poi volgere lo sguardo altrove.
-che ci fai qui?- chiedi cercando di sembrare il più distaccata possibile.
-sono solo venuto a controllare se stavi bene- risponde il ragazzo -mi ha mandato Kyung-

Lo osservi dal basso un po' interdetta, non capendo la scelta della tua amica.
Improvvisamente il ragazzo si fa serio e ti osserva corrugando la fronte.
-allora- dice - ne vuoi parlare?-
Quella domanda ti frulla nella mente nel momento esatto in cui viene pronunciata, ma la risposta é ben chiara.

No
Non ne vuoi parlare.
Soprattutto non con un tizio che conosci appena.

-no- dici sinceramente. Infondo perché mentirgli.
Il ragazzo gonfia le guance e si mette dritto dalla posizione ricurva in cui si trovava.
-va bene, lo capisco- dice per poi estrarre dalla tasca della sua felpa una mano e porgendotela -ora rientriamo però, gli altri non in pensiero-

Annuisci abbozzando un sorriso, non ti aspettavi tutta questa comprensione da uno come lui.
Afferri la sua mano aspettandoti un semplice aiuto per alzarti, ma il ragazzo la stringe con la tua e ti guida a passo sicuro verso la direzione da cui siete venuti.

Non capisci il perché della sua azione, ma ciò che ti provoca quel misero contatto non ti dispiace.
Il tuo battito cardiaco é aumentato a dismisura e le tue orecchie si sono scaldate, diventano di un tenero rosa.

Senza contestare, rientrate nel locale, dove Jungkook ti lascia la mano solamente quando ti sei accomodata al tuo posto.
Cerchi di essere il più naturale possibile, ma ciò si rivela alquanto difficoltoso, dati gli occhi di tutti puntati su di te.
Sei in preda alle emozioni che ti attraversano e di certo quegli sguardi indiscreti non aiutano.

Rega uno strano silenzio alla tavolata, finché Yoongi non decide di fare il primo passo.
-allora- mormora -anche se siamo tutti curiosi, non farò domande. Chiediamo il conto?- dice in modo ovvio.
Volgi lo sguardo verso Jungkook e noti che non sei l'unica che é in imbarazzo.
-mi sembra una buona idea- balbetti, ancora scossa da poco prima -grazie mille per i caffè. Vi dobbiamo un favore- dici sinceramente.

-vedrete che saprete sdebitarvi molto presto- dice con tono malizioso Seokjin, osservando i con uno strano ghigno in volto.
A quelle parole un po' ti spaventi, corrugando la fronte e appoggiandosi allo schienale della tua sedia, come per allontanarti da lui.

Lo sguardo serio e misterioso del ragazzo, però, non dura per molto e la tua apparente lussuria viene rimpiazzata da una risata divertita
- stavo scherzando- vi rassicura muovendo le mani -per noi non c'è bisogno che voi vi sentiate in debito-

Dopo essere usciti dal locale, le vostre strade si dividono e tu e Kyungmi tornate a testa alta verso casa.
Nel tragitto la mora non fa che parlare di ciò che é successo poco prima, ripetendo che tutto ciò é impensabile.

Sei contenta di vederla felice e, anche se per te non é stata la migliore delle giornate, lei si é divertita ed é questo che conta.

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Ti lasci abbandonare sul letto di sul letto nascondendo la faccia nel cuscino. Ormai ai cenato, ti sei messa il pigiama e saresti pronta per dormire ma non riesci a prendere sonno.

Non fai che pensare al messaggio di tuo padre e tutti i ricordi che il suo nlme si porta dietro.
Sai bene che non puoi tornare da quell'uomo e che dovresti ignorarlo, ma é difficile ed é come se una vecchia ferita si fosse riaperta.

I tuoi pensieri vengono però leggermente mutati e vengono direzionali verso il ricordo della tua mano unita a quella di Jungkook e alle emozioni che quel contatto ti ha trasmesso.
Cerchi di scacciare quel pensiero apparentemente fastidioso, ma una vocina della testa re lo impedisce.

Ti ha solo preso la mano. Quasi non lo conosci. Fai finta di niente e vai avanti.

Sbuffi solidamente e ti rigir sul letto nel buio della stanza.
Chiudi gli occhi e cerchi di scacciare i pensieri per addormentarti.
Il giorno dopo sarebbe stato indaffarato.

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Ciao fringuelle

Anche questo capitolo é RISCRITTO, buona lettura <3.

Un bacio

Emma.

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