4. one day together

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Ti svegli infastidita da uno spiraglio di luce che filtra persistente dalle tapparelle che ieri avevi dimenticato di chiudere decentemente.
Dopo esserti stropicciata gli occhi, allunghi pigramente il braccio fino ad afferrare il cellulare che porti al viso.

Lo accendi a fatica, a causa delle dita ancora intorpidite dal sonno e osservi l'orario segnato in grande sulla schermata principale.

Ti ci vuole qualche secondo prima di formulare le informazioni nella tua mente stanca, ma sobbalzi appena ti rendi conto che sono le 10:14 del mattino e che dovevi alzarti all'incirca tre ore fa.

Ti metti seduta sul materasso e controlli frettolosamente la sveglia, notando che non l'avevi affatto attivata. Noti inoltre numerose chiamate perse da parte di Kyungmi che non hai mai nemmeno sentito.

Ti sbatti con violenza una mano in fronte e ti autocommiseri per la tua stupidità.
Ormai é tardi e non avrebbe senso andare all'istituto per seguire delle lezioni alle quali non riusciresti comunque a prestare attenzione.
Ti autoconvinci, quindi che saltare per un giorno non sarà una cosa poi così tragica.

Dopo aver mandato un messaggio di scuse a Kyungmi, rimetti il cellulare sul comodino e ti butti di pancia sul letto, premendo forte il viso nel cuscino per metabolizzare la cosa.
Solo dopo qualche minuto di riflessione decidi ti alzarti e vestirti.

Fai una colazione abbozzata con ciò che ti é rimasto e nel mentre decidi di impegnare la mattinata con un giro in città.
Quindi, ti prepari in velocità e alle 11:30 spaccate sei fuori di casa.

Passeggiando per le strade di Seoul, non non puoi non notare quanto, nonostante l'orario, la città sia affollata.
C'è gente di tutte le età e di tutti i tipi e ancora ti sorprendi per quanto sia difficile camminare per i marciapiedi senza scontrarsi contro qualcuno.

Vagando a zonzo, ti fermi davanti alla vetrina di un negozio di abbigliamento ad osservare una giacchetta di pelle nera dal costo improponibile, sognando di indossarla e di sfoggiarla un giro.
Ne vorresti tanto una, ma pur troppo non puoi nemmeno lontanamente permettertela.

I tuoi film mentali vengono interrotti da una mano che ti tocca la spalla. Sobbalzi a quel contatto improvviso e ti volti di scatto, vedendo così Jungkook, o per meglio dire Kookie, che ti osserva con uno sguardo stranito.

-ciao principessa- ti saluta con un risolino.
Ancora non ti sei abituata a quello strano nomignolo e sentirlo pronunciare dalle labbra del ragazzo è sempre strano, ma non puoi mostrarti vulnerabile.
-Kookie!- rispondi a tono -come mai da queste parti?- domandi incrociando le braccia al petto.
-potrei farti la stessa domanda- risponde il corvino, mantenendo una sorta di aria di sfida.
Sbuffi sonoramente e lo guardi stizzita. In qualche modo, lui é sempre in grado di rigirare la frittata a suo piacimento.

-senti- dice incerto -più tardi mi vedrò con i ragazzi in un ristorante per pranzare. Ti va di venire con noi?- domanda titubante.
Noti dell'insicurezza nelle sue parole ed é per te la prima volta che lo vedi così disarmato.
Non capisci cosa gli stia succedendo.

-em- balbetti -va bene, grazie. Tra quanto e dove?- domandi, tentando di essere convincente.
-Alle 12:30 ma non ti preoccupare, ti ci accompagno io- ribatte il corvino, sorridendo e palesando un lieve rossore sulle sue guance gonfie.

Ancora una volta, rimani disarmata.
Poco fa l'hai visto balbettare e ora addirittura arrossire. È tutto così strano, ma più strano ancora é il pensiero che ti folgora la mente.

"Quanto é carino" pensi, prima di renderti conto di quello che ti sei appena detta.
Non puoi permetterti di pensare certe cose, soprattutto di uno come Jeon Jungkook.
Scrolli la testa e cerchi di tornare il più possibile alla realtà.

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