8. stay

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Ti svegli a causa della luce che filtra dalla finestra e che ti colpisce gli occhi. Ti copri il viso con un braccio mentre mugoli cercando di esprimere a versi il fastidio provocatoti da questo risveglio non proprio piacevole.
Rotoli con gli occhi ancora chiusi fino all'estremità del letto, per poi allungare il braccio afferrare il telefono che sta sul comodino.
Lo porti vicino al viso e accendi la schermata di blocco, osservando l'orario.

Ti ci vogliono una manciata di secondi per renderti conto della situazione in cui ti ritrovi.
L'orologio digitale segna le 8:12, ma ti ci vogliono un paio di occhiate per capacitartene.

Cazzo. Il lavoro.

Fai dei movimenti bruschi sul materasso per via dell'agitazione improvvisa, ma finisci per ingamberarti fra le lenzuola e cadere dal letto.
Ti rialzi dolorante, ma non ti lasci rallentare e inizi a correre per la stanza, infilandoti i primi vestiti che ti capitano.

Alle volte ti sembra di dimenticarti di avere un lavoro e questo é solo l'ennesimo dei tuoi numerosi ritardi.

Grazie alla tua velocità brevettata, non ci impieghi troppo a prepararti e fuggi di casa, correndo verso il bar in cui lavori e dal quale speri di non essere licenziata.
Arrivi entrando dalla porta del retro che spalanchi, attirando l'attenzione delle persone presenti nella stanza dedicata al personale.

Gli occhi delle tue colleghe e del tuo capo si puntano sulla tua figura ansimante, mentre ti fai strada nella stanza.

-finalmente sei arrivata tesoro- dice Yoona, una delle tue colleghe, ridacchiando del tuo aspetto trasandato.
-sei in serio ritardo- sbotta Jena, il tuo capo.

Di lei hai sempre avuto una sorta di paura. È una donna seria e professionale e non transigere riguardo alle regole del personale.

-mi dispiace- mormori osservandola mentre ti dedica uno sguardo severo.
-ti perdono, solo perché so che stai ancora studiando all'università, ma per punizione dovrai fare anche il turno dopo pranzo oggi e chiuderai tu il negozio. Io oggi dovrò uscire-

Mugoli stanca in segni di assenso, anche se odiavi fare l'orario prolungato a lavoro.
-mi raccomando. Mi fido di te. Lascio a te il comando di tutto. Non fare cazzate- si raccomanda Jena puntandoti il dito al petto con fare pretenzioso.
Annuisci vagamente convinta per poi seguire con lo sguardo il tuo capo che esce dal locale.

Indossi controvoglia il grembiule nero he ti leghi in vita ed esci dalla porticina della sala personale, andando al bancone del bar.
Inizi a sistemare le solite cose, come da routine, ma non passa molto prima che una cliente arrivi pronta ad ordinare.

-mi scusi- dice con voce dolce -potrei avere un caffè espresso? Tavolo 9- domanda timidamente.
-certo arriva subito- rispondi sorridendole.
La ragazza si allontana mentre inizi a preparare l'ordine. Sistemi la tazzina calda sul vassoio assieme ad un cucchiaino e ad un biscotto impacchettato. Raggiungi il tavolo nove e appoggi l'ordine davanti alla cliente.

-ecco il caffè- dici con un sorriso in volto.
-grazie mille- risponde la ragazza ricambiano il sorriso.

Torni al bancone e torni a guardare la ragazza che, noti, non é sola al tavolo. Con lei c'è un bellissimo ragazzo e sembrano in intimità da come parlano.
Sono molto carini assieme.

Ti perdi un istante a guardarli, iniziando a vagare per i tuoi pensieri, ma ti svegli poco dopo grazie ad uno schiocco di dita.
Sobbalzi e scuoti la testa.
Osservi Yoona che ti fulmina con lo sguardo e torni di corsa al lavoro.

Quando ti veniva dato il compito di gestire il locale, sapevi benissimo che sarebbe stata dura e così accade ogni volta. Corri avanti e indietro e non respiri nemmeno per un istante.

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