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L’ora della professoressa Gordon era noiosa come al solito. Giocherellavo con il cappello che fasciava la mia testa, e trovai stranamente interessanti le mie unghie. Persi l’attenzione sulle mie dita, quando la voce acuta della donna dietro la scrivania si alzò più del previsto.

«Non c’è attenzione in classe!» Il suo sguardo si spostò su Justin, essendo l’unica persona in quell’aula che non si fosse allarmato per il rimprovero della professoressa, anzi continuava a scarabocchiare qualcosa su un foglio di carta. «Signor Bieber, interrogato.»

Quelle parole sì che attirarono la sua attenzione, facendogli dilatare le pupille. Dalla nostra ultima conversazione del giorno prima, non ci eravamo più scambiati parole e attenzioni, ed ero talmente orgogliosa che non sarei stata io a fare il primo passo.

Eppure in quel momento, non riuscii a trattenermi e sfoggiai una risata alla vista del ragazzo agitato al pensiero di un interrogazione.

«Cosa avrei fatto per —» Cercò di difendersi lui, agitando le mani.

«Niente storie, interrogato, ora.» Lo sguardo della professoressa si incupì, non gli piaceva l’atteggiamento beffardo di Justin.

Lui si avvicinò al rispettivo  punto dove l’indice della donna era puntato, con le mani in tasca.

«Cos’è la geometria analitica?»

Justin portò la sua mano sulla nuca, sfregandola energicamente; era chiaro che non aveva idea di quale fosse la risposta.

«Uhm..di sicuro centrano le figure.»

Scoppiai a ridere alla sua risposta come metà della classe, ma nonostante pensai passasse inosservato, dovevo ammettere che la mia risata era più forte della altre udibili.

«Signorina Bass, vuole partecipare?» Mrs. Gordon si alzò dalla sedia, battendo le mani sul legno. In quel preciso istante tutta la classe tornò a tacere, voltando il loro sguardo su di me.

«Cosa..no, perché? Non ho fatto niente.» Mi lamentai, infastidita.

«Non voglio discussioni, venga subito qui a fare compagnia al signor Bieber.»

La sua voce squillante era entrata nella mia testa, avevo voglia di strappargli le corde vocali ma mi trattenni dal fare altre scenate e mi avvicinai al ragazzo che stava ridendo. Riuscii ad essere contagiata e continuammo a ridere silenziosamente sotto agli occhi dei compagni, mentre la professoressa scriveva qualcosa sui fogli.

«Ma cos’è la geometria analitica?» Sussurrò accanto al mio orecchio.

«Non ne ho idea, ma non riguarda le figure geometriche. Justin, stiamo facendo filosofia.» Spiegai, porgendo una mano per coprire la bocca. Lui rise ancora al mio chiarimento.

Lo schiarimento di voce della professoressa, attirò la nostra attenzione, riportandoci composti.

«Allora, almeno lei signorina Bass, sa cos’è la geometria analitica?» Chiese speranzosa.

Proprio mentre stavo per rispondere con le parole più stupide che possono uscire da una ragazza, la quale sta subendo il solletico ad un interrogazione, per beccarsi un due, la campanella della fine dell’ora suonò.

Ringraziai tutti i santi per quella fortuna, nonostante non fossi credente.

Al volo, le mani di Justin si staccarono dalla mia schiena, dove stavo subendo quella “prepotenza”, spostandosi invece sullo zaino che gli era stato appena lanciato.

«Dove credete di andare voi due, dovete ancora darmi una risposta!» Gridò la Gordon, mentre anche io afferrai al volo il mio zaino che mi era stato lanciato e venivo trascinata fuori da quella classe dal ragazzo con gli occhi color miele.

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