28/11/18
la veritá è che dal nove maggio sono diventata terribilmente egoista. lo ero anche prima, ma dal nove maggio è peggiorato un po' tutto, a partire dal mio carattere.
esistiamo solo io e il mio dolore, i miei ricordi, i miei pensieri.
mio, mio, mio.
è per questo che non riesco a scrivere, perché vorrei parlare di altro, di altri, ma non ci riesco.
non ci riesco perché ormai scrivo solo di me. anche quando parlo di te, S, in realtá sto soltanto parlando di ció che sento io, di ció che desidero io, sto sempre parlando di me nascondendomi nella seconda persona singolare.
dico "tu" ma parlo sempre di me, non di te.
ed è orribile, veramente orribile.
vivo in un mondo cosí bello, vedo persone e sento parole che mi ispirano cosí tanto ma alla fine non concludo nulla. non concludo nulla perché cerco sempre di collegare tutto ai miei pensieri, ai miei sentimenti, (perché il mondo deve per forza ruotare intorno a me e al mio dolore) e quando non ci riesco, semplicemente non scrivo.
è piú forte di me, non riesco e basta.
ed è orribile.(ma quando sono diventata cosí egoista ed egocentrica? lo sono sempre stata? non mi rispondere, ti prego.)
non riesco neanche piú a disegnare, mi ritrovo ogni sera a buttare fogli macchiati di matita e acquerelli, amareggiata. se gli alberi potessero parlare, a quest'ora mi avrebbero giá sommersa d'insulti. mi dispiace veramente per loro, ho deciso che toccheró un foglio di carta solo per svolgere i compiti di matematica.
è come se mi stessi privando dell'acqua, del cibo, dell'ossigeno, di ogni cosa che mi permette di vivere.
perché non posso scrivere e basta? perchè non posso lasciare scorrere la matita sul foglio senza nessun ripensamento?
mi sembra di soffocare, ho mille emozioni ferme in gola che non sanno se sprofondare nello stomaco o scivolare via dalle mani. e allo stesso tempo non ho nulla, vuoto al petto, nessuna emozione particolare, niente di interessante da raccontare, nessuna idea da disegnare. tutto e nulla.
gli opposti quando si incontrano si annullano a vicenda, quindi rimango solo io, povera illusa, con un'anima sterile tra le mani, morente.vedi? a parlare di me finisco per scrivere libri interi. e gli altri? che fine gli faccio fare? non mi accontento mai.
prima scrivevo solo d'altri e dicevo che annullavo me stessa (che razza di stupidaggine) e adesso, che non faccio altro che parlare di me, mi lamento perché voglio parlare d'altri.
forse ho capito perché te ne sei andato, sono oggettivamente insopportabile.non lo riesco a concepire, davvero, non lo accetto. non capisco questo mio freno, questo volermi aggrappare perennemente alla prima persona singolare, non capisco questo limite, ma chi mi credo di essere? perché dovrebbero esistere solo i miei pensieri? perché non posso scrivere di altro? non riesco a rispondermi, non capisco cosa mi sia successo, cosa mi abbia indotto a chiudere cosí drasticamente le mie vedute, cosa esattamente succeda nel mio stupido cervello ogni volta che provo a portare avanti qualcosa che non riguarda i miei sentimenti, almeno non direttamente.
non lo capisco. ci provo, ma non lo capisco.
mio padre mi sta guardando in modo strano. chissá che faccia ho mentre scrivo tutto questo. tra poco verrá a sedersi qui vicino per chiedermi a chi stia scrivendo, sicuramente.
papá, sto scrivendo a me, di me.(S, oggi sei soltanto un'idea, un'immagine sfocata, mi dispiace. te l'ho già detto, esisto solo io, anche quando parlo di te, con te. oggi soprattutto.)
mi manca il mio blocco da disegno, la mia stilografica, l'odore dell'inchiostro.
mi manca la me di due anni fa.visto? ho di nuovo portato il discorso su di me.
avrei potuto parlare di quanto mi mancano le mie mani sporche di tempera blu, di quanto mi manca guardare il cielo e iniziare a scrivere fiumi di parole, dei mille temi di cui vorrei parlare ma che non so argomentare, e invece no, cosa ho detto?
"mi manca la me di due anni fa."
insopportabile.