CAPITOLO 6

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Stavo sistemando i vestiti nell'enorme armadio bianco che mi era stato messo a disposizione. La mia stanza era veramente stupenda ed anche molto spaziosa. Le pareti erano pitturate d'un bianco simile a quello delle nuvole, poi tutto a destra c'era un enorme televisore con posizionato dinanzi un tavolino di vetro ed una piccola poltroncina rossa. Al centro invece, c'era il mio grande letto, a sinistra di quest'ultimo vi era posizionato un piccolo comodino in legno con una lampada sopra, tutto a sinistra c'era la porta del bagno e, infine, vicino alla porta d'ingresso vi era il grande armadio.

Stavo cominciando a sistemare le mie poche paia di scarpe, ma qualcuno bussò alla porta, interrompendomi prima che potessi fare qualsiasi cosa.

Mi alzai sbuffando. Mi tolsi una ciocca di capelli bionda che mi era finita davanti agli occhi e mi diressi alla porta. Quando l'aprii, vi trovai dietro un Harry tutto sorridente e che, senza aspettare un mio invito, si accomodò all'interno della mia stanza .

"Ma prego! Accomodati pure! Anzi, già che ci sei, usa pure il mio spazzolino e dormi pure sul mio letto" dissi sarcasticamente, senza però perdere quell'espressione seria e dura che portavo sempre.

"Potrebbe essere un'idea. E tu potresti farmi compagnia sotto le coperte" rispose con tono suadente e sguardo maledettamente sexy. Mi stavo facendo scappare un sorrisino per la sua spavalderia, ma no. Mi morsi violentemente il labbro per ritirarlo. Non avevo nessun motivo per sorridere, non capivo perché lo stessi per fare proprio davanti ad uno come lui.

"Sì, quando voleranno gli asini, si vedrà" dissi indifferente, ma allo stesso tempo compiaciuta della mia stessa risposta.

"Bene, allora comincio fin da subito a progettare un qualcosa per farli volare" mi fece l'occhiolino e mi sorrise quasi... sinceramente? Quella frase mi fece scorrere un brivido lungo la spina dorsale. Avrebbe davvero fatto questo per me? Sto diventando stupida!? Che m'importa? E poi, di sicuro l'ha detto solo per portarmi a letto.

Avevo sentito dire in giro per il college che era un vero e proprio puttaniere.

Non sapevo il perché però, anche se non l'avrei mai ammesso ad alta voce, mi fidavo di lui, anche contro la mia volontà. Sentivo che potevamo diventare buoni amici e costruirci un rapporto tutto nostro.

Non sapevo se quelle sensazioni fossero legate al fatto che io avessi un disperato bisogno di qualcuno al quale potermi appoggiare, oppure semplicemente al fatto che lui fosse stato il primo a parlarmi dentro a quell'istituto, sapevo solo che se un giorno avesse tradito la mia fiducia, ne avrei sofferto di nuovo. Ormai non facevo altro da quella sera, quella fottuta sera di quel fottuto 4 maggio alle fottute ore 18:39, che a causa di quella fottuta testa di cazzo che ero la fottuta persona che amavo fottutamente tanto perse la vita in quel fottuto incidente.

"Perché sei venuto qui?" cercai di scacciare via tutti i miei pensieri con quella domanda banale, anche se in fin dei conti avrei voluto seriamente sapere il motivo per il quale si fosse presentato dinanzi alla porta della mia stanza senza alcun preavviso.

"Perché volevo vederti, ed io ottengo tutto quello che voglio" disse lui. Mi arresi e, dopo quest'ultima frase, sorrisi. Feci in modo che se ne accorse pure lui, perché volevo condividere la mia gioia. Non ne potei fare proprio a meno. Sorrisi ed ero stranamente ma gioiostamente felice.

Mi stavo abituando ad averlo intorno e, seriamente, non era affatto male.

SPAZIO ME

Ok, so che i capitoli sono corti, ma questi li avevo già pronti, quindi ce ne saranno altri due corti e poi li allungherò di più. Grazie.

BACI ♥♥

Never Stop Smiling (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora