Capitolo 15

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«Le cose non vanno mai come pensi che andranno.» aspirò profondamente socchiudendo gli occhi, lasciando i polmoni bruciare e la gola pizzicare. Gli piaceva quella sensazione. Il fumo quietava il suo animo, così come quello del ragazzo accanto a lui intento a godersi anche lui la seconda sigaretta della giornata.

In fondo era ancora mattino presto, il sole stava per sorgere e avrebbero cominciato a lavorare solo un paio d'ore dopo.

«Pensavo lo avessi capito da tempo, Taehyung.» una folata di vento gelido sollevò la neve in un mulinello che danzò, volteggiando intorno alle loro figure magre e pensierose.

«Ho avuto solo l'ennesima conferma.» buttò la cenere a terra poggiandosi con la schiena contro la panchina ghiacciata seguendo con gli occhi quelle spirali leggere.

«Cosa pensi di fare ora?» chiese tranquillo, tirando fuori dalla tasca il piccolo pacchetto di fiammiferi per poter riaccendere la sigaretta che il vento aveva prepotentemente spento.

«Che dovrei fare?»

«Non lo so, è quello che ti sto chiedendo. Ma sappi che non ti permetterò di fare del male a Jungkook.»  faticava a tener le mani ferme, il freddo sembrava star affondando gli artigli nei suoi palmi, e bruciare quell'involucro di tabacco si stava rivelando più difficile del previsto.

« Perché sei così legato a Jungkook?»

Ci fu un attimo di silenzio, finalmente Yoongi riuscì ad accendersi la sigaretta e chiuse gli occhi aspirando nuovamente quella sostanza che tanto gli faceva bene.
Soppesò per qualche secondo la risposta che avrebbe dovuto dargli.

« Perché sei legato a Jimin?»

«L'ho chiesto prima a te.»

«Penso che il motivo per cui io sia legato a Jungkook sia lo stesso per il quale tu lo sia a Jimin.»

Taehyung si girò guardandolo, senza che però il ragazzo accanto ricambiasse lo sguardo.
Aggrottò le sopracciglia confuso e schiuse le labbra pronto a ribattere, quando l'altro lo precedette.

«Se qualcuno torcesse un capello a Jimin, ora come ora, saresti in grado di ucciderlo. Penso che farei lo stesso con Jungkook.»

«Jungkook l'ha quasi uccis-»

«È diverso. Non so cosa gli sia preso ma sta peggiorando. Le sue condizioni mentali non sono mai state così inquiete come ora.» sospirò scuotendo la testa e in quel momento gli si palesò il ricordo della figura del corvino, l'espressione instabile negli occhi, la sensazione della sua mano che stringeva la sua e quelle parole, quelle parole che sul momento parvero prive di un nesso logico, ora rintoccavano nella sua testa come il suono di una campana: "e se mi ammazzassi?"
Risuonavano nella sua mente, nitide e chiare. Quasi fastidiosamente.
Stava cercando di dargli un senso, ma una parte di sé aveva paura di sapere a quale conclusione sarebbe potuto giungere.

«Vendicandoti non otterresti niente. E in ogni caso non te lo permetterei. - continuò facendo una nuova pausa, buttò a terra il filtro ormai consumato, - io non so chi sei, sono qui dentro da troppo tempo, ma non mi piacciono le voci che girano su di te.»

Taehyung tornò a guardare dritto avanti a sé, senza rispondere.
«Non sono nessuno per giudicarti, probabilmente avrò fatto anche cose peggiori di quelle che hai commesso tu, ma sappi che non mi fai paura.»

Udendo quelle parole, i lati della bocca del castano si piegarono inconsciamente all'insù in uno di quei sorrisi che mai nessuno dentro quel posto lo aveva visto fare.

Era un sorriso amaro, meschino e strafottente. Fece schioccare la lingua al palato.
«Dovresti averne invece.» mormorò per poi alzarsi. «Non toccherò Jungkook, ma fai in modo che non si avvicini più a Jimin, altrimenti potrei non rispondere delle mie azioni.»

Imprisoned | k.th & p.jmDove le storie prendono vita. Scoprilo ora