Capitolo 12: Ripetizioni di spagnolo

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Il giorno seguente alla festa mi svegliai con un gran mal di testa e le farfalle nello stomaco che continuavano a svolazzare tranquillamente dalla sera precedente. Sapevo che non ci sarebbe mai stato altro per me ed Evan, ma non volevo pensarci.
Ed invece continuavo a pensare a quel nostro bacio e a quanto fosse diverso da quello dato a Nolan.
Nolan era fantastico, molto dolce e davvero carino ma la mia testa non riusciva a cancellare Evan.
Il bacio con Evan era stato davvero fenomenale, sentivo i fuochi d'artificio nel cuore. E per quanto tutto quello fosse sbagliato, non riuscivo a smettere di sorridere.

Scesi in cucina per fare colazione e mi portai il cellulare dietro.
Accesi il telefono e notai i messaggi sul gruppo della famiglia. I miei erano andati al centro commerciale e Colton era da un suo amico perché aveva dormito a casa sua.
Puntualmente, suonò il campanello e mi ritrovai davanti al solito fattorino con la solita rosa rossa in mano ed il solito bigliettino.
Firmai la consegna e chiusi la porta.
Sorrisi e poi aprii il biglietto.

"Non piangere quando tramonta il sole
le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle.
-R. Tagore"

Poggiai il fiore ed il biglietto sul tavolo, poi riempii una tazza di latte caldo e ci inzuppai dentro qualche biscotto. Poco dopo il mio telefono iniziò a vibrare.
Era Evan, e mi stava chiamando.
Perché ero così agitata?

«Pronto?»

«Hailey! Ma che hai fatto alla voce?» domandò e lo sentii sorridere.

«Mi sono appena svegliata, scusa. Allora, dimmi?»

«Puoi passare da me oggi pomeriggio, dopo pranzo?»

Istintivamente iniziai a sorridere come una stupida.

«C-certo, che cosa ti serve?»

«Una mano in spagnolo» rise.

«Ma io non so le cose che state studiando voi Senior»

«La professoressa ci farà un test sulle regole grammaticali di tutti gli anni, e non ne ricordo neanche mezza» sorrise. «Quindi vieni?»

Sorrisi. «Sì»

«Perfetto, così mi racconti anche quello che ho fatto ieri sera alla festa di Eva. Ho alzato un po' il gomito, eh?» chiese ridendo.

«Sì, giusto un po'. Ora devo andare, ciao a dopo»

«D'accordo, a dopo»

Chiusi la chiamata e feci un grande respiro. Non dovevo assolutamente raccontargli del bacio. Non lo avevo nemmeno detto ai miei migliori amici e non ne avevo alcuna intenzione. Sarebbe dovuta rimanere una cosa tra me e l'Evan ubriaco di quella sera.
Sinceramente non sapevo nemmeno se raccontargli di Nolan perché magari sarebbe riuscito a collegare varie cose, ma in quel caso, avrei negato tutto.

✉✉✉

Suonai al campanello di casa Collins e dopo qualche secondo la porta si aprì, facendo comparire la figura della signora Collins, come sempre sorridente.

«Salve» sorrisi.

«Ciao Hailey, prego entra pure! Aiuti Evan con spagnolo, no?»

«Già» annuii.

«Perfetto, mi fido di te! Evan è su in camera sua, vai pure»

«Grazie» sorrisi e salii le scale.

La porta della sua camera era socchiusa, quindi bussai ma non ricevetti risposta.
Decisi allora di entrare comunque.
Trovai Evan seduto sulla finestra di camera sua con la chitarra in mano, strimpellando qualche accordo e tirando fuori un'armonia davvero bella. Il vento soffiava forte sui suoi capelli, ed il che li rese ancora più spettinati del solito.
Non si accorse nemmeno di me, tanto che continuò a suonare la sua chitarra. Era davvero bravo.

Tutta colpa di mio fratello | #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora