La luna illuminava il cielo scuro privo di stelle, quella sera. Io ed Evan, seduti nella sua auto parcheggiata su una bassa collina che affacciava sulla parte della periferia della città. Pace e silenzio erano le uniche cose che riuscivo a percepire. Un'altra cosa che riuscivo a percepire erano i gradi, meno due per l'esattezza. Stavo diventando un ghiacciolo, nonostante fossimo chiusi nella sua auto, avvolti da calde coperte. Evan aveva avuto la fantastica idea di comprare una pizza e di dividerla con me, ascoltando musica jazz come sottofondo. Evan andava matto per la musica jazz, ma a saperlo eravamo solo io e Colton.
Per i primi dieci minuti di tragitto verso la collina, nessuno dei due proferì parola, ma non per litigi o altro, avevamo semplicemente voglia di ascoltare la musica che trasmetteva la radio mezza scassata di Evan. La restante mezz'ora di viaggio la trascorremmo allegramente, chiacchierando e scherzando, come due vecchi amici.«Hai ancora freddo?» chiese, guardandomi.
«No, mi sto abituando alla temperatura» sorrisi.
«Perfetto» disse togliendosi la coperta di dosso. «Perché ora usciamo»
«Cosa?! Tu sei pazzo!»
«Hai la mia felpa, la giacca e la coperta! Non sentirai freddo» disse tentando ti sfilarmi la coperta di dosso ma io opposi resistenza. «Non fare la bambina, Hay. Ti prometto che non avrai freddo»
Sbuffai e poi lo accontentai. Dopo tutto, mi fidavo di lui.
Scendemmo dall'auto, tenendo le coperte in mano ma non appena una folata di vento mi scompigliò i capelli, io mi voltai per aprire l'auto.«È chiusa» sorrise, riferendosi all'auto e mostrandomi il mazzo di chiavi.
«Ti odio» sbuffai mettendomi, un'altra volta, la coperta sulle spalle.
Osservai Evan, per capire che cosa stesse frullando in quella sua bellissima testolina, e rimasi perplessa quando lo vidi stendere la sua coperta sui lunghi ciuffi d'erba, proprio di fianco alla sua auto.
«No, no, no! Assolutamente no, Collins! Io non condividerò la mia coperta con te»
«Mmh ne sei sicura?» sorrise, sedendosi sulla coperta ed invitandomi a fare lo stesso, accanto a lui.
Così feci, e subito dopo lui si distese. Mi girai di poco, per poter vedere il suo viso, e vidi i suoi occhi rivolti verso il cielo. Mi accorsi solo qualche secondo dopo che le nuvole scure stavano scomparendo, lasciando spazio alle stelle.
Mi distesi di fianco a lui ed iniziai anche io a fissare le milioni di stelle che, pian piano, aumentavano sempre di più.«Okay» sospirai. «Posso concederti un po' di coperta...»
Allungai l'angolo della coperta verde verso di lui, per far sì che non morisse congelato, ma Evan mi avvicinò a sé, stringendo il mio corpo ed infilandosi sotto il calore della coperta.
«Promemoria per Hailey Stewart: mai condividere le coperte con gli altri» sussurrai.
«Oh andiamo! Adesso guardami negli occhi e dimmi che questa situazione non ti piace» sorrise.
«Se mi stringessi ancora a te, forse potrei apprezzare di più» sorrisi, guardando i suoi occhi illuminati dalla luce della luna.
Unì i nostri corpi ed io poggiai la testa sul suo petto. Sentii la sua mano accarezzarmi lentamente i capelli e al sentire di quel tocco, sorrisi a trentadue denti.
Ero sconcertata.
Non riuscivo a capacitarmi del fatto che io mi trovassi lì, assieme al ragazzo di cui ero innamorata, stretta a lui. Avrei voluto darmi un pizzicotto per capire se mi trovassi in un sogno o se fosse la realtà, ma non volevo interrompere quel momento.«Hailey»
«Sì?» dissi tenendo gli occhi chiusi e la testa poggiata sul suo petto.
«Lo sai che non sono solito a dire cose sdolcinate» rise, continuando ad accarezzarmi i capelli. «Ma con te è diverso, quindi sento che posso far uscire il mio lato romantico»
«Cioè?» mormorai.
«Con te mi sento a mio agio, sto bene, davvero tanto bene» lo sentii sorridere, ma il suo tono di voce era serio. «E so di aver fatto tanti errori in passato, so di averti fatto soffrire spesso. So tutto quello che ti ho fatto, e mi dispiace davvero tanto, ma ora sono qui e, detto sinceramente, penso possa esistere un "noi". Sono stato stupido ed impulsivo quando ti ho detto che non potremo mai stare insieme, ma la verità è che sono anche un vigliacco perché non ho combattuto per averti»
«Evan, non sei un vigliacco»
«Io ti voglio, Hay, ma non ho fatto niente per averti. In questo modo mi sei scivolata via dalle mani, come l'olio»
«Non mi hai persa» alzai lo sguardo verso di lui.
Sospirò e poi tornò a guardare le stelle. Così come lui, anche io.
«Tu mi piaci Hailey, mi piaci da impazzire. Mi piaci talmente tanto che quando ti vedo ripenso a quanto tu non sia cambiata in questi anni. E dio, sai che odio tantissime cose di te, come quando sei in ritardo, quando ti chiudi in te stessa per giorni, quando mangi tutto senza lasciare niente agli altri. Sai benissimo che odio tutti i tuoi difetti, però...li odio così tanto che per me sono diventati pregi»
Non riuscivo a smettere di sorridere.
«Evan, io sono cotta di te da quando al sesto compleanno di mio fratello ti sei presentato con quella piccola cravatta rossa e sei venuto da me, mi ha stretto la mano e con la tua voce acuta da bambino hai detto "ti sanguina il naso"» risi.
Scoppiò a ridere e sentii sotto di me, il suo petto fare su e giù per le risate. Quando si ricompose, potei ricominciare ad ascoltare il suo battito cardiaco, chiudendo gli occhi ed immaginando quel suono come la mia melodia preferita.
«Sai, l'altro giorno pensavo a quante figure retoriche si utilizzino con il cuore. Insomma, è solo un'organo in grado di farci vivere, perché tutti ci attribuiscono frasi d'amore, ci dedicano canzoni, poesie e quant'altro? Sai, mi sono fatto questa domanda ma poi ti ho vista a scuola, con quel maglione bordeaux che ti arrivava appena appena ai fianchi, i capelli sciolti, gli occhi struccati ed ho pensato che forse il mio, di cuore, è in grado di farmi vivere solo quando ci sei tu intorno a me. Dunque sono arrivato ad una conclusione: sai, Hailey, penso che il mio cuore abbia un milione di serrature, se non dieci milioni o più, ma che solo una sia quella vera. Indovina un po'? Penso di aver dato a te l'unica chiave che possedevo. Secondo te, è quella giusta?»
Mi misi a sedere e lo guardai, senza smettere di sorridere. «Sì Evan, è quella giusta»
«Lo sapevo» mi prese per i fianchi e mi fece tornare distesa, in parte sopra di lui. Mi guardò negli occhi e poi sorrise. «Sì, sei tu quella giusta» sussurrò.
Non esitammo un secondo di più prima di unire le nostre labbra e di intrecciare i nostri corpi. Evan era tutto ciò che avevo sempre desiderato, e nonostante mi avesse fatto male e fatto soffrire, non riuscivo a colpevolizzarlo.
Ero ormai una causa persa: rinchiusa nel cuore di Evan Collins senza avere la possibilità di scappare.
Nei suoi occhi leggevo l'inferno, ma le sue labbra sapevano di paradiso.
E Dante solo sa in che guaio mi ero cacciata.~~~
Buongiorno, sto andando a scuola e sono in auto con mia sorella, quindi ho deciso di aggiornare.
Lo ammetto, questo capitolo è il mio preferito!! Spero che anche voi piaccia leggerlo quanto a me è piaciuto scriverlo. Sapere che siamo giunti quasi alla fine mi spezza il cuore ahah, ma ho in mente un sacco di altre idee!
Ora vado, buona giornata e buona scuola!-Alessia
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Tutta colpa di mio fratello | #Wattys2019
Romance[COMPLETA] Adolescenza: l'età della trasgressione, dell'amore, dei brufoli e dei capelli colorati. L'età delle sigarette e delle feste, l'età della musica a palla e dell'alcool. L'età dei sorrisi, delle risate, dei pianti. Gli anni migliori della v...