La prima parte di quel pomeriggio, trascorso assieme a Nolan, l'avevo passato serenamente. Stavo bene con lui, e lo si capiva da un miglio di distanza. Ero felice di come il nostro rapporto si fosse rafforzato così tanto in quell'ultimo periodo.
Per le cinque e mezza dovetti tornare a casa, per poi prepararmi ed uscire un'altra volta. Dovevo organizzare la festa ad Ethan e trovargli un regalo, beh, facile a dirsi ma difficile a farsi.Sapevo che quella giornata non si sarebbe mai conclusa, ed il ciclo non faceva altro che peggiorarmi le cose. Ero frustrata, nervosa ed arrabbiata, anche se fino a pochi minuti prima ridevo e non riuscivo a non sorridere.
Quando arrivai a casa, vidi mio fratello mangiare un panino in cucina. Probabilmente devono essere state le mie mestruazioni a parlare al posto mio, ma non appena vidi Colton, iniziai ad urlargli contro. Sembravo davvero una pazza.
"Non diventare mai una donna!" urlai almeno dieci volte, ripensando ai dolori mestruali che mi stavano pian piano distruggendo.
Ero davvero fuori di testa!
Era per quello che odiavo quel periodo del mese: diventavo più lunatica di quanto non lo fossi già normalmente.Quel giorno la sfiga sembrò non volersi separare da me, tanto che arrivai in ritardo, di nuovo. Decisi di andare in autobus, e presi tutti i semafori rossi esistenti. Dovetti persino restare in piedi per tutto il tragitto accanto ad uno strano uomo. Puzzava di fumo ed alcool, teneva i capelli grigi raccolti in una treccia laterale e non faceva altro che giocare a poker sul suo smartphone. Ogni tanto gli partiva qualche tic nervoso, come spalancare la bocca o piegare le ginocchia. Faceva un po' paura, ma allo stesso tempo ridere. Forse però non avrei dovuto né spaventarmi né divertirmi.
Scesi velocemente e mi allontai il più presto possibile dal giocatore di poker e raggiunsi a passo svelto il centro commerciale, stringendomi nella mia giacca nera.
Nota mentale per Hailey Stewart: comprare una sciarpa.
Non potevo combattere il freddo di New York, a dicembre, senza una sciarpa.
Sarebbe stato come un suicidio.
Arrivai e mi posizionai di fronte all'entrata, poi presi il telefono per telefonare a Summer, ma questa mi si presentò davanti.«Hailey!» sorrise dandomi due baci sulle guance.
«Ciao Summer, come stai?»
«Bene, ma sono un po' in ansia, dato che non so che regalo fare ad Ethan»
«Tranquilla, sotto consiglio mio e di Taylor, troverai di sicuro il regalo perfetto» sorrisi.
Poco dopo arrivò anche Taylor, pure lei era in ritardo, ovviamente.
Entrammo nel grande centro commerciale illuminato dai mille lampadari che già accennava ad un'aria natalizia, iniziando a disporre varie decorazioni intorno ai corrimano, stelle filanti scendere dal soffitto e alberi ancora spogli, ma pronti per essere addobbati.
Si percepiva una bella aria, quell'aria che solo dicembre è in grado di portare con sé. Anche se odiavo l'inverno, il Natale era sempre stata la mia festività preferita, fin da quando ero bambina.«Allora, Summer, cominciamo dal tuo regalo» iniziò Taylor. «Che ne dici di regalargli, che ne so, un maglione? Ethan ne indossa tanti!»
«Potremmo provare a cercarne uno, sì» sorrise.
Annuii anche io concorde a Taylor, e poi andammo nel primo negozio carino che ci capitò davanti.
✉✉✉
Comprai un berretto, Summer un maglione e Taylor un profumo. Eravamo abbastanza soddisfatte dei nostri regali, quindi ci recammo in bar. Anche se erano le sette di sera, avevamo voglia di cioccolata calda.
Rimaneva da organizzare solo la festa.«Allora» presi parola dopo che la cameriera ci portò le nostre tre tazze fumanti di cioccolata calda. «La festa. Dove, a che ora, decorazioni?»
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Tutta colpa di mio fratello | #Wattys2019
Romance[COMPLETA] Adolescenza: l'età della trasgressione, dell'amore, dei brufoli e dei capelli colorati. L'età delle sigarette e delle feste, l'età della musica a palla e dell'alcool. L'età dei sorrisi, delle risate, dei pianti. Gli anni migliori della v...