Capitolo 11: Togli quella mano

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«Che vuoi, Collins?» chiese Nolan, allontanandosi dalle mie labbra.

«Che ci fai con lei?» domandò Evan, e sembrava davvero arrabbiato.

«Penso fosse evidente quello che stavamo facendo, prima che tu ci interrompessi»

«Hailey, esci da questa stanza» mi ordinò Evan ma io non mi mossi di un centimetro. «Hailey»

«Evan non sono affari tuoi, dovresti uscire tu» risposi a tono, perché odiavo ricevere ordini.

«Hailey» disse con voce roca.

«Evan» mi avvicinai a lui con le braccia incrociate e vidi il suo viso leggermente arrossato. «Hai bevuto?»

«Non ti deve interessare. Adesso vattene!»

«Evan! Smettila di darmi ordini!»

«Muoviti, ti riporto a casa»

«Sei ubriaco, Evan» dissi, iniziando ad innervosirmi.

«E tu stavi baciando Nolan. Forse siamo ubriachi entrambi» rispose, prendendomi per il polso.

«Collins lasciala andare, non vuole venire con te» intervenne Nolan, mettendosi accanto a me.

«Nolan non ti conviene starmi così vicino, sei fortunato che non ti abbia già dato un pugno»

«Una sospensione non ti è bastata?» chiese Nolan con un sorriso cattivo in volto.

«Preferirei essere espulso anziché vedere le tue sporche mani su Hailey»

Perché Evan odiava tanto Nolan?

«Peccato che Hailey voglia restare con me, e non con te»

«F-forse è meglio che io vada a casa Nolan, si è fatto tardi» dissi indietreggiando per allontanarmi da Nolan.

«Dai Nolan non piangere» lo prese in giro Evan. «Vedrai che riuscirai a perdere la verginità un giorno»

Spalancai la bocca.

«Fottiti Collins. Vattene a casa o giuro che sarò io il primo a darti un pugno questa sera»

«Nolan, caro, non ti conviene sfidarmi» sorrise. «Buonanotte bello»

Guardai Nolan e lui mi riservò uno sguardo di disgusto.
Ma io che avevo fatto? Avevo solo detto che sarei andata a casa, non che ci sarei andata con il moro ubriaco di fianco a me.

Evan senza mai mollare la presa dal mio braccio, scese le scale ed arrivammo nella sala.
Presi la mia giacca ed io uscii senza aspettarlo.

«Dove stai andando?» chiese seguendomi.

«A casa»

«Ti devo accompagnare io» disse appoggiandosi allo stipite della porta d'entrata ormai chiusa. Non riusciva nemmeno a stare in piedi.

«Non ti reggi in piedi, sei ubriaco»

«No»

«Sì, Evan»

«No, Hailey»

Sbuffai e scrissi a Taylor.
Mi rispose subito dicendomi che sarebbe andata via assieme al ragazzo conosciuto prima e io ne fui felice.

Mi avviai ed uscii dal vialetto.

«Hailey!» urlò Evan.

Sospirai. «Che c'è?»

«Mi accompagni a casa?» chiese con un sorriso furbo in volto.

«Davvero?» chiesi nervosa.

Annuì appoggiandosi a me.
Ma quanto diavolo aveva bevuto?
Sbuffai un'altra volta e raggiungemmo la sua auto. Per fortuna presi la patente l'estate prima, altrimenti saremmo stati nei guai.
Lo aiutai a sedersi sul posto del passeggero, gli allacciai la cintura e poi mi misi alla guida.
Dopo un paio di minuti di silenzio, sentii la mano di Evan poggiarsi sulla mia coscia. Sussultai e mi girai verso di lui. Mi stava già guardando.

Tutta colpa di mio fratello | #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora