Il freddo gelido gli intorpidisce il viso e cercando di scioglierlo da quella anestesia naturale lo stropiccia con delle smorfie buffe. Ama andare lì, praticamente ogni giorno quando arriva la stagione giusta, ma se deve essere sincero non si è ancora abituato del tutto al freddo. È quasi come un amore conflittuale quello. Ad ogni modo sa che, sebbene sia ancora mattina presto, troverà lì la persona di cui ha bisogno, quella che è sempre al suo fianco e che lui vorrebbe davvero al suo fianco. Peccato solo che siano amici da anni e lui non sia mai riuscito a dirle che cosa prova davvero per lei.
«Niall!» la ragazza lo ha visto anche prima di quanto lui si aspettasse. Beh, forse è rimasto lì a fissarla un po' troppo a lungo. Gli capita spesso, senza neanche rendersene conto.
Le labbra di Niall si distendono in un sorriso luminoso e si avvicina al bordo del piccolo laghetto ghiacciato che utilizzano come loro pista personale nei momenti in cui suo fratello non li trascina al chiuso. Niall ha sempre preferito stare lì all'aperto, piuttosto che allenarsi dentro al palazzetto claustrofobico. Ma non si lamenta mai, perché dopotutto lei gli sta sempre a fianco in ogni caso. Eveline. La ragazzina con i pattini rotti, o almeno, così lui l'ha conosciuta. Proprio lì, mentre provava a pattinare in quel laghetto con le gambe tremanti. Niall l'aveva osservata da lontano all'epoca e poi le aveva chiesto se volesse provare con i suoi pattini nuovi, appena comprati. Non aveva nemmeno pensato che potessero avere anche un numero diverso di scarpe. Comunque, l'unica cosa che aveva ottenuto era stato un grande spavento da parte della dodicenne, che era caduta con il culo sul ghiaccio.
E quello era stato l'inizio della loro lunga amicizia. Ah, inutile dire che Eveline aveva rifiutato categoricamente i pattini di Niall perché doveva riuscire con i suoi. E aveva rifiutato anche l'aiuto di lui per imparare, visto che Niall era già esperto da quando era molto piccolo.
Adesso hanno sedici anni ed entrambi sanno perfettamente ogni cosa sul pattinaggio artistico.
«Non trovi che i tuoi orari stiano diventando estremi, Eve?» Niall lo chiede con voce decisamente dolce.
«Che ore sono?» la ragazza lo chiede fingendosi ingenua. Sa bene che non sono ancora nemmeno le sette del mattino. Ma a quell'ora la luce è la migliore, con il sole che è appena spuntato da dietro le montagne.
Niall osserva la ragazza, adesso davanti a lui, che si diletta nel fare una giravolta su se stessa. Il sorriso di Niall si allarga, riflettendo quello pieno di fossette della ragazza.
I capelli nerissimi le ricadono sulla schiena e delle ciocche le invadono il viso. Niall vorrebbe allungare le dita e sistemarglieli dietro le orecchie, ma sa che se solo ci provasse, lei scapperebbe via ridendo. Lei adora essere sempre disordinata, nonostante sulla pista di pattinaggio tiri sempre fuori un'eleganza innata. È per questo che il fratello di Niall ne è rimasto affascinato la prima volta che l'ha vista. O meglio, che li ha visti pattinare insieme quella volta in cui era stato inviato da suo padre a recuperare Niall in mezzo al bosco.
Il ragazzo solleva gli occhi al cielo e non risponde alla domanda della ragazza. Si lascia cadere sulla neve, non interessandosi del fatto che i suoi pantaloni si stiano inzuppando. Si toglie le scarpe e si infila i pattini che ha legato al suo zaino.
Ci mette poco e si ritrova subito sul ghiaccio con lei. Pattinano in tondo, accanto e in silenzio per qualche attimo. Silenzio per niente imbarazzato, silenzio armonico, caldo e abitudinario tra loro. Non hanno mai avuto bisogno di tante parole per capirsi. Ecco perché sul ghiaccio sono i partner perfetti.
«Sai cosa ho sognato stanotte?» Eveline rompe per prima quel silenzio e Niall si volta a guardarla.
«Cosa?» le chiede con sincera curiosità. Ogni singola parola che lei pronuncia per Niall è degna di nota.
«Che vincevamo l'oro ai mondiali!» praticamente lo urla, con una luce che le fa brillare gli occhi verdi. La sua pelle candida si è colorata di rosso sulle guance, ma probabilmente è soltanto il freddo che ci sta quella mattina. O forse anche un pizzico di eccitazione al solo pensiero. Niall non riesce a capire come faccia ad essere sempre così sorridente ed energica. Forse è anche per questo che si compensano. Niall è quello silenzioso e ombroso, dedito soltanto al lavoro e... a lei. Ma è pur sempre la sua partner nello sport, giusto? Eveline invece è quella che chiacchiera sempre di ogni cosa, che ride per tutto e che trascina il suo compagno in quella che lui ironicamente definisce cattiva strada. Ma hanno sedici anni ed estremo bisogno di divertirsi, così si giustifica sempre la ragazza.
«Insieme?» Niall lo sussurra quasi timoroso. Il suo stomaco ha fatto una capriola a sentire quella frase, perché dopotutto è il suo sogno da una vita.
«Certo. E con chi altrimenti?»
Niall scrolla le spalle e afferra le mani che lei gli sta porgendo. Entrambi le hanno gelide, ma ci sono abituati. Sono perfino stupidi, perché non indossano mai i guanti, che li aiuterebbero almeno un po'.
E poi, adesso che si stanno toccando, Niall si sente attraversare da una scossa calda che passa per le sue dita, le braccia e per finire arriva dritto al cuore.
Girano in tondo su stessi.
«Avresti anche potuto sognare di gareggiare da individuale.»
«Non voglio la gloria da sola, lo sai bene.»
«O tutti e due, o nessuno.» Niall sorride. Quello è un patto che hanno fatto anni prima. Non si sarebbero mai traditi con nessun altro partner sul ghiaccio e non avrebbero mai gareggiato l'uno senza l'altro. Era un percorso che avevano iniziato insieme e che avrebbero finito insieme.
Eveline si volta e le mani di Niall si spostano sui fianchi della ragazza. La attira a sé forse più del dovuto mentre si muovono coordinati sul ghiaccio. Può sentire chiaramente l'odore buonissimo dei suoi capelli sotto al naso. Niall chiude gli occhi per qualche attimo e si gode quel profumo dolce.
«Giusto. Non arriverei da nessuna parte senza di te, Niall.»
«Non dire così, sai che non mi piace quando ti screditi in questo modo. Sei perfetta. Pattini da Dio e lo faresti anche senza di me.»
«Sai che non mi piace quando ti mostri così cocciuto.» lo prende in giro, roteando gli occhi.
Niall sorride divertito. «Allora non ti piaccio mai.»
La ragazza si allontana da lui e Niall fa una smorfia involontaria. Sembra quasi un rifiuto, una conferma a quella che è appena stata la sua frase, ma sa che non è stato un gesto volontario.
Eveline ha solo bisogno di fare un salto davanti ai suoi occhi.
«Vedi? Riesci a farlo anche da sola.»
La ragazza sbuffa e si avvicina di nuovo a lui. Lo spintona, ma Niall non perde l'equilibrio. Piuttosto, è proprio lei a sbilanciarsi nel modo sbagliato. Sta per scivolare, ma Niall la afferra velocemente per la vita, rendendola di nuovo stabile e salvandola da una rovinosa caduta sul ghiaccio duro.
Eveline poggia le mani sulla giacca di Niall e sorride. «Vedi? Ho bisogno di te.»
Il ragazzo dischiude le labbra, guardando nel mentre quelle della moretta. Per tutte le volte che le ha guardate, studiate, ammirate potrebbe disegnarle ad occhi chiusi. Vorrebbe davvero provarle. Sono così vicini in quel momento...
«Vinceremo quell'oro presto.» Niall lo sussurra e non sa se suoni più come un'affermazione o una domanda.
Eveline continua a sorridere e annuisce. «Fosse anche l'ultima cosa che facciamo.»
Il silenzio torna di nuovo. Sono ancora talmente vicini che Niall ci pensa davvero, come tutte le volte. Sarebbe solo un bacio, dopotutto...
«Niall! Eveline!»
E la magia si frantuma in mille pezzi. La ragazza si allontana in fretta dal suo coetaneo e si dirige verso il bordo del laghetto, attirata da chi li ha appena chiamati. Niall abbassa lo sguardo sul ghiaccio e sospira tristemente. Ha visto perfettamente come Eveline abbia cambiato subito espressione sentendo quella voce. Si è illuminata più del solito, come quando si è innamorati...
In quel momento Niall desidera che il ghiaccio sotto di sé si rompa e lui cada nel lago gelido, risucchiato e mai risputato fuori.
Chiude gli occhi e ingoia il groppo in gola. Buongiorno, Niall. È solo un altro giorno come i soliti. Niente di più, niente di meno. Niente di meno... almeno non la sta perdendo. Lei è sempre lì.
Niall finalmente si muove e si avvicina ai due.
«Sei uscito senza nemmeno fare colazione stamattina.» ecco la prima frase che gli viene rivolta. Si becca un rimprovero bello e buono. Perché la colazione è importante, soprattutto da quando è andato in pista a stomaco vuoto ed è caduto per un giramento alla testa. Fortunatamente non mentre stava facendo uno dei lanci con la ragazza, o avrebbe rischiato di ferire anche lei. Sa benissimo quale sia la sua responsabilità nella coppia. Non deve mai mettere a rischio la sicurezza della sua compagna, deve essere il perno di tutto, sempre saldo e concentrato. E quella volta non lo aveva fatto per nulla. Aveva battuto la fronte sul ghiaccio, alla base dei capelli, iniziando a sanguinare e facendo prendere uno spavento colossale sia ad Eveline che a Finnick.
Finnick Horan, fratello di Niall più grande di otto anni, vecchia stella del pattinaggio e adesso allenatore di tale sport, dopo un infortunio che gli ha stroncato la carriera. Fortunatamente c'è suo fratello minore, a cui ha trasmesso la stessa passione. Troppe volte suo fratello gli aveva ripetuto che avrebbe potuto superarlo tranquillamente, se si fosse allenato duramente e costantemente.
Finnick è l'allenatore di Niall ed Eveline praticamente da sempre. Niall apprezza suo fratello, davvero, ma odia averlo in quelle vesti. Sa che è bravo e competente, che potrebbe portarli all'oro, ma è così oppressivo talvolta. Proprio come quella volta sul suo stomaco vuoto.
«La farò una volta al palazzetto.» il bar all'interno serve pur a qualcosa, giusto?
Suo fratello gli rivolge comunque uno sguardo di disapprovazione.
«Come stai oggi, Eve?» Finnick ci ha messo un attimo a cambiare espressione, comunque.
Ecco come l'umore di Niall cala a picco. Questo è un altro motivo per cui odia suo fratello. Perché Eveline è palesemente innamorata di lui. Pende dalle sue labbra e lo guarda come se non ci fosse niente di più bello. Niall non ha mai ricevuto da lei quel tipo di sguardo e non riesce proprio a sopportarlo.
In più, Finnick è consapevole di fare quell'effetto sulla ragazza e sembra usarlo a suo vantaggio per ottenere un migliore rendimento sulla pista. Non che si sia mai azzardato a toccarla... o almeno Niall crede. Eveline è ancora minorenne. Eveline è la cotta epica e secolare di suo fratello minore. Non che Niall glielo abbia mai detto, ma chi lo conosce praticamente da quando è nato, riesce a leggerlo bene. Finnick però non si è mai messo in mezzo. Ha paura che se Niall si dichiarasse, potrebbe rovinare ogni cosa e l'oro andrebbe a farsi benedire. Non possono compromettere la loro sintonia sulla pista. E dopotutto, anche Niall ha la stessa paura.
Peccato che in tutto quello Eveline sembra non accorgersi dei veri sentimenti di Niall, perché troppo impegnata ad avere solo occhi per Finnick.
«Benissimo, grazie. E tu?»
Niall ha già spento il cervello, decidendo di non ascoltarli. Deve preservarsi in qualche modo. I due ragazzi si tolgono i pattini e si rimettono le scarpe, per poi seguire il più grande verso la macchina con cui li avrebbe condotti al palazzetto per l'allenamento mattutino prima della scuola.
Niall fa sedere la ragazza sul sedile anteriore e si sistema in quello posteriore, chiudendo gli occhi e cercando di scacciare ogni pensiero negativo.
Odia perfino il torpore che il calore del riscaldamento dell'auto gli sta procurando. Preferisce di gran lunga l'effetto anestetico del freddo.
Né suo fratello né la sua migliore amica gli chiedono se abbia qualche problema. Sanno entrambi che è capace di stare in silenzio per ore senza nemmeno una motivazione plausibile. E sebbene in quel momento una motivazione ci sia, a Niall sta bene che nessuno chieda.
La giornata non è di certo iniziata nel migliore dei modi, ma sono solo le sette e un quarto del mattino. Può sempre recuperare.
Mettono piede in palestra e Finnick intima loro di fare in fretta, perché sono già in ritardo per l'allenamento mattutino. Soltanto allora Eveline torna a prestargli attenzione.
«Pronto?» gli chiede con un sorriso dolce.
Niall guarda la mano che lei gli sta porgendo e inevitabilmente sorride di rimando. Può sempre migliorare.
Stringe le dita ancora fredde della ragazza e si sente scaldare anche di più di quanto stesse facendo in auto.
«Sempre.»
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Cold Heart ●Niall Horan●
FanfictionNiall Horan pattina da sempre, praticamente vive sul ghiaccio. È il luogo più confortevole per lui, nonostante sia freddo e duro da fare male, il più delle volte. L'unico problema? Anche il suo cuore è diventato gelido come il ghiaccio. La vita da s...