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Niall non riesce a credere ai suoi occhi. Non riesce a concepire il fatto che Eveline sia davvero davanti da lui dopo tutti quegli anni, che abbia avuto il coraggio di tornare.
Le sue gambe riprendono a muoversi e si dirigono proprio verso i due. Non perché sia attratto da loro, ma perché l'uscita è lì. E lui vuole solo togliersi i pattini e mettersi a correre. Andare via da quella palestra, lontano da loro. Ed è proprio quello che fa, si toglie i pattini con foga rischiando perfino di cadere, ma una volta indossate le scarpe, suo fratello lo afferra per il braccio, prima che possa andare via.
«Niall, aspetta.»
Il minore fulmina Finnick con lo sguardo. Se potesse ucciderlo in questo modo lo avrebbe già fatto. Forse da anni... «Lasciami andare.» sibila. Manca poco ed emette perfino un ringhio.
«Non puoi dedicarci due minuti?»
«No! Che diavolo ti salta in mente, Finnick? Che diavolo volete da me?»
Finnick cerca di non sospirare. Sapeva che quella sarebbe stata la reazione di suo fratello, ma si è detto che tentar non poteva di certo nuocere. «Andiamo, sai che lei può aiutarti.»
Oh, Niall non la pensa proprio in quel modo. Lei non può fare nulla di utile per lui. Soltanto guardarla lo fa pentire di non essere morto davvero. Sì, gli piace essere melodrammatico. Ma il suo cervello ultimamente fa veramente schifo. «E come?» sussurra, chiudendo un attimo gli occhi. Il modo in cui lei lo sta osservando a soli pochi passi non riesce quasi a sopportarlo.
«Pattinando con te.» è proprio Eveline a pronunciare quella frase.
Sentire la sua voce fa perdere un battito al cuore di Niall. No, diavolo. Le lacrime non possono salirgli agli occhi proprio in quel momento. Abbassa le palpebre e deglutisce, prima di pronunciare a voce fin troppo bassa:  «Noi non siamo riusciti più a pattinare insieme. Te lo ricordi, vero? Facevamo schifo...»
«Solo perché eravate influenzati dagli eventi.» certo, Finnick è bravissimo a rigirare il dito nella piaga.
Niall riapre gli occhi e gli punta un dito contro: «Non chiamarli eventi!» urla, con la voce leggermente rotta.
Finnick alza entrambe le mani e si avvicina di nuovo a Niall, che in quei pochi minuti ha continuato ad indietreggiare, come se cercasse di mettere più distanza possibile. «D'accordo, calmati. Perché non puoi provare?»
«Scordatelo.» come può soltanto chiedergli una cosa del genere? « E poi dimmi... da quanto tempo non indossa dei pattini, eh? Sentiamo.»
«Da questa mattina.» la risposta di Eveline spiazza decisamente Niall.
Il ragazzo resta in silenzio per qualche attimo, non riesce a riflettere, si sente un po' come la sera in cui ha cominciato a farsi di cocaina nella sua stanza. Dentro ad una bolla. Come se il suo corpo fosse un involucro vuoto, gestito da qualcuno che sicuramente non è lui. Le sue orecchie fischiano e la sua testa gira. Forse sta per svenire. «Preferisco appendere i pattini al chiodo piuttosto che pattinare con lei.» la voce gelida con cui pronuncia quelle parole non sembra neanche la sua.
Niall ignora le gambe che gli tremano. Dà le spalle ad entrambi e cammina via, verso l'ufficio di suo fratello. Si chiude la porta alle spalle con violenza e si siede sulla sedia davanti al tavolo, prendendosi la testa tra le mani. Tutto quello è troppo da gestire, per chiunque.
Finnick sospira e si volta verso Eveline. Entrambi sanno che Niall è entrato lì dentro perché quella stanza ha un vetro unilaterale. All'esterno è come una parete a specchio. Il minore degli Horan, invece, può vederli dall'interno.
Finnick guarda il viso di Eveline e riesce a leggere bene le sensazioni che lei sta provando. Senso di colpa. Pensa che Niall abbia ragione. «Te l'ho detto che non avresti ottenuto nulla, Finnick. Conosci bene tuo fratello. E lo conosco anche io. Sapevo che questa sarebbe stata la sua risposta.»
Finnick sospira e si passa una mano sul viso. «Dammi un paio di minuti. Provo a parlare con lui da solo.»
E la ragazza annuisce. 
Quando il maggiore apre la porta dell'ufficio, Niall non alza nemmeno lo sguardo. Finnick incrocia le braccia al petto e appoggia la spalla allo stipite della porta, prima di iniziare a parlare: «L'hai ferita.»
Niall conosce perfettamente la tattiche di suo fratello. Sta cercando di farlo sentire in colpa, ma non ha intenzione di cadere in quella trappola. «E lei cosa ha fatto cinque anni fa con me? Credo che tu stia dimenticando cosa è successo a Montreal.»
«Niall, io so che...»
«No, tu non capisci un cazzo, Finnick!»
Il maggiore si sente quasi offeso da quelle parole, ma negli ultimi anni Niall gliene ha dette anche di peggio, quindi va bene. «Dalle una possibilità.»
«L'abbiamo avuta una possibilità e lei l'ha sprecata. Adesso non ce ne stanno più. Non per noi.»
Finnick si avvicina e poggia le mani sul tavolo. «Vorrei che ti fidassi di me, solo per una volta.»
Diavolo, Niall si è sempre fidato di suo fratello nonostante tutto, ma quella volta non può proprio farlo.
«È stata lei a chiamarti?» Niall alza gli occhi arrossati e li punta sul maggiore. Ha bisogno di sapere.
«No. Sono stato io.»
Anche quello fa male, perché probabilmente lei non sarebbe mai tornata di sua spontanea volontà. «Quanto le hai offerto? O dovrei dire cosa le hai offerto?» chiede con cattiveria.
«Niall! Non le ho offerto proprio nulla. Siamo tutti preoccupati per te. Voglio solo aiutarti. E anche lei. Per questo ha accettato.»
«Io non voglio il suo aiuto.» Niall è categorico.
«Andiamo, fratellino. Tu vuoi gareggiare in coppia, lo sappiamo tutti. E chi meglio di lei...»
«Non ha funzionato con Lisa, Marge, Rachel e quell'altra...»
Elise, Margaret, Rylie, Barbara. Niall non ha memorizzato nemmeno uno dei nomi delle pattinatrici con cui Finnick lo ha fatto provare. Questo spiega già molte cose. «Perché non le conoscevi.»
«Con lei il problema è proprio quello inverso, te ne rendi conto?» davvero suo fratello non capisce di cosa stanno parlando? Sta solo facendo peggio riportando a galla il passato. Riportando a galla lei.
«Ti fidi di lei, lo hai sempre fatto.» Finnick lo dice a voce bassa. Quella frase è quasi una pugnalata in pieno petto per Niall.
«Non più...» sussurra, fissando il vuoto. O meglio, fissando un punto indefinito oltre il vetro a specchio.
«Ti prego, Niall, prova. Fallo per me.» neanche quella tattica funziona.
Il più piccolo volta di nuovo il viso verso l'altro. «Fammi provare con Tess.» dice come se quella frase non fosse insensata.
«Lei non vuole pattinare in coppia.» la faccia di Finnick ha una chiara smorfia di disapprovazione.
«Non vuole pattinare in coppia o non vuole pattinare con me?» Niall lo sta stuzzicando e Finnick lo sa bene.
Gli occhi del maggiore si riducono a due fessure. «Cosa vuoi fare? Farmela pagare rubando la mia fidanzata?»
«Io non sono così bastardo.» frecciatina. Niall è diventato così tagliente negli ultimi anni. Dannatamente stronzo.
«Non era la tua ragazza.» Finnick si sta solo giustificando. E adesso loro stanno chiaramente litigando.
«Fottiti.» sibila tra i denti.
«Niall, andiamo! Cosa vuoi in cambio? Dei soldi?» tattica decisamente errata, più della altre.
«Puoi ficcarteli...»
Finnick lo interrompe subito: «Ok, d'accordo. Tregua.»
Il silenzio piomba nel piccolo ufficio. Entrambi si voltano ancora verso il vetro. Al di là di esso, Eveline sta guardando la pista con aria nostalgica.
«Guardala. È bellissima, è single, sa ancora come si pattina.» Finnick davvero non capisce di star solo facendo innervosire Niall.
«Puoi sempre tornare a fartela. E puoi pattinarci tu o allenarla da individuale, se ti piace tanto. Guarda quante scelte ti sto offrendo.»
Finnick decide di ignorarlo quella volta e continua a parlare come se suo fratello non abbia detto nulla: «Vincerete l'oro.»
«Non lo faremo.»
«Ma potete di nuovo provarci. Andiamo, Ni... so che lo vuoi.» Finnick sa di star arrivando dove vuole.
Niall si mette le mani sul viso e piagnucola dietro di esse. «Non voglio che succeda di nuovo come la prima volta.» dice alla fine, poggiando le braccia sul tavolo e affondando la testa tra di esse.
«Non succederà, te lo prometto. Le faremo firmare un contratto, faremo qualsiasi cosa per preservare la tua sanità, piccolo.» il più grande affonda la mano nei capelli morbidi di suo fratello. Non trova strano nemmeno il fatto che siano umidi. Niall è talmente agitato da star sudando anche se adesso è completamente fermo.
«Io non ce la faccio, Finn.» sussurra, lasciandosi sfuggire un singhiozzo.
Il più grande serra la mascella. A lui non piace vedere suo fratello in quelle condizioni. Se fossero stati altri tempi, la sua reazione sarebbe stata decisamente diversa. Avrebbero fatto per filo e per segno come diceva il più grande. Finnick si sarebbe incazzato e gli avrebbe urlato di reagire. Ma sa che deve cambiare atteggiamento con Niall, se non vuole che il pattinatore più piccolo si uccida con la lama dei suoi stessi pattini. Niall è troppo fragile. Ma Finnick è convinto che Eveline sia la soluzione giusta, nonostante tutto.
«Ni, ascoltami. Se riesci a qualificarti... sì mi basta solo la qualifica... ai mondiali con lei... ti permetterò di lasciare il pattinaggio... e fare ciò che vuoi della tua vita.»
Il cuore di Niall ha perso sicuramente un altro battito. Alza lo sguardo e incontra quello di suo fratello. Finnick non capisce che cosa stia succedendo dentro al più piccolo in quel momento, ma qualcosa sta succedendo di sicuro. Il cervello di Niall sta macchinando. Lui non ha mai abbandonato anche se poteva farlo. Ma adesso è diverso. Suo fratello gli sta dando il permesso. Avrebbe potuto farlo senza deludere nessuno. L'ultima missione della sua carriera. Suona stranamente bene. Può smettere ad un soffio dall'oro...
Quella è la cosa giusta. Ha bisogno di far credere loro di potercela fare. 
«Se io torno in pista con lei...» nonostante la voce di Niall lo faccia rabbrividire, un briciolo di luminosa speranza riempie il cuore di Finnick. «Si fa a modo mio. Starete alle mie condizioni, tutti quanti. Lei. E anche tu.»
Finnick ha un po' paura di cosa ciò comporterebbe, ma non gli importa. Perché Niall ha appena detto sì.
«Va bene. Faremo esattamente come vuoi tu.»
E un sorriso, fin troppo strano e incomprensibile, appare sulle labbra di Niall. Si alza in piedi e va verso la porta. «Dille di farsi trovare in pista stasera per l'orario del mio allenamento. Non ammetto ritardi.» come se Eveline Moore sia mai stata in ritardo ad un allenamento.
È proprio lì che trova entrambi all'orario prestabilito. Eveline già sul ghiaccio con i pattini addosso e Finnick accanto a lei.
Niall avanza verso di loro pattinando. Si ferma solo una volta che è a pochi passi. «Primo, questa è una prova. Se questa cosa non funziona... se non riusciamo a pattinare insieme come si deve entro il prossimo mese, la cosa finisce prima ancora di iniziare e ognuno se ne torna da dove è venuto.» la prima condizione di Niall, che gli altri due ascoltano attentamente. Finnick annuisce perfino, quello può andare bene. «Secondo, le vite private di ognuno di noi non devono venire a contatto. Questo è solo lavoro. E voi, non voglio sentire nessun commento e battuta che potrebbe farmi venire il vomito, o me ne vado.» visto che Finnick è ormai fidanzato ufficialmente quello non dovrebbe essere un problema. «Terza e ultima condizione...» Niall tira fuori dei fogli stropicciati e ingialliti dalla tasca del pantalone della sua tuta, li apre per bene e li lancia per terra, ai piedi degli altri due. «La coreografia è la stessa che avremmo dovuto portare al mondiale cinque anni fa. Niente di più, niente di meno. Spero che te la ricordi almeno un po', perché voglio che sia perfetta.»
Come potrebbe dimenticarla? Eveline ha iniziato a sudare freddo nel momento in cui Niall ha tirato fuori i fogli dalle tasche, avendoli già riconosciuti. Se guarda bene, può vedere che la calligrafia è quella di Rose Marie. «Voglio vincere quell'oro. Tutto chiaro? Domande?» finisce, con la stessa voce con cui ha iniziato, affilata e che non ammette alcun tipo di replica. Perfino la sua espressione è piena di rabbia dietro al cipiglio scuro.
Gli altri due scuotono la testa per indicare di aver capito. «Altro da aggiungere?» chiede Finnick per sicurezza.
Le mani di Eveline tremano leggermente e le chiude a pugno sperando che nessuno dei due Horan se ne accorga.
Niall fa un cenno negativo con il capo. «Iniziamo.»

Cold Heart ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora