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Per Eveline è decisamente strano tornare a frequentare quel palazzetto. In ogni sala, in ogni angolo in cui mette piede, uno o più ricordi della sua adolescenza le tornano in mente senza che possa fermarli. Ma ancora più strano è che ognuno di quei ricordi sia strettamente legato a Niall. Non a Finnick, non a Rose Marie. Solo e unicamente a Niall.
Quando quel pomeriggio, appena dopo pranzo, entra in palestra e trova proprio il suo partner della pista - o per lo meno, quello che era un tempo - non si sorprende per nulla. Forse è stato proprio il suo inconscio ad averla portata lì. In tutti quegli anni Niall non ha cambiato le sue abitudini e i suoi orari, a quanto pare.
Il ragazzo non si accorge di lei, visto che le da le spalle. Sta usando un attrezzo all'angolo della stanza ed Eveline si sofferma a guardare i muscoli delle sue spalle e delle sue braccia che si contraggono durante il movimento. Gli occhi verdi scorrono sulla figura del pattinatore, non riesce proprio a distoglierli, nemmeno quando Niall solleva la testa e la vede attraverso lo specchio che ha davanti.
Eveline sobbalza quando il pattinatore lascia andare l'attrezzo e fa scontrare i pesi tra loro con violenza. Si è spaventato, non si aspettava di vederla lì. O meglio, non si aspettava di trovarla a fissarlo in quel modo. Lo stomaco di Niall si è chiuso di colpo, perché Eveline non l'ha mai guardato in un modo simile, nemmeno lontanamente.
«Mi stavi guardando il culo?» questa è la frase che Niall ha pensato. Che ha pensato e che di certo non avrebbe voluto dire. Sfortunatamente però, la sua bocca ha preso iniziativa e mentre Eveline spalanca gli occhi verdi a sentire quelle parole, Niall diventa paonazzo.
«Cosa?» borbotta la ragazza, per poi mordersi il labbro. Okay, forse effettivamente glielo stava guardando.
«Niente. Sto andando via.» Niall le da le spalle, cerca di ricomporsi in tutti i modi. Diamine, non si è mai sentito così in imbarazzo davanti alla sua migliore amica. Insomma, quella che un tempo lo era.
Niall sobbalza di nuovo quando Eveline si ritrova praticamente ad urlare: «No!»
Il ragazzo si volta verso di lei lentamente. Nessuno dei due riesce davvero a capire che diavolo stia succedendo in quei pochi istanti. 
Eveline si schiarisce la gola e torna a parlare: «Cioè, intendo... per favore, resta. So che non m vuoi vicina, ma siamo in palestra. Almeno dentro a questo palazzetto mi devi una tregua... è solo lavoro e noi dobbiamo riuscire a tornare ad essere perfetti per gli europei.»
Niall si mette a ridere e scuote la testa. Crede proprio che non ce la faranno mai.
«Fa finta che non ci sia, non ti disturberò, va bene? Continua l'allenamento.»
Il pattinatore sembra rifletterci per qualche attimo. Alla fine emette un sospiro e decide di dargliela vinta. Dopotutto, lei ha ragione. E anche se Niall la odia, deve cercare di ignorare quel particolare quando stanno in palestra.
Così torna ai suoi esercizi, mentre Eveline prende uno dei tappetini e si mette in un angolo della stanza.
Il ragazzo viene comunque distratto subito. Perché non capisce cosa lei stia facendo, seduta a gambe incrociate con le mani sulla ginocchia e gli occhi chiusi. E continua a stare in quella posizione per minuti che sembrano infiniti. Niall abbandona il bilanciere e si avvicina cautamente. Si siede proprio davanti a lei, anche se a debita distanza, poggiando la schiena contro la parete a specchio dietro di sé.
«Che diamine stai facendo, Eveline?» le chiede a bassa voce.
La ragazza apre soltanto un occhio e glielo punta addosso in modo quasi distratto. «Meditazione.»
Niall aggrotta le sopracciglia, non riesce davvero a credere ad una stupidata del genere.
«Yoga, pratiche ascetiche... mai provate? Sono state la mia salvezza negli ultimi anni.»
«Cosa c'è di bello nel perdersi nella propria testa?» chiede lui titubante. Niall lo fa anche troppo e sempre in modo negativo.
Eveline a quel punto apre entrambi gli occhi e piega la testa di lato. «Il punto è proprio quello, Niall. Non mi perdo nella mia testa. La svuoto e basta.»
Okay, adesso sì che è sorpreso. «E ci riesci davvero?» sussurra.
«Mi concentro su un posto sicuro. È più semplice di quanto sembri, solo questione di immaginarti in un luogo pieno di pace, lontano da tutto e da tutti, dove nessun ti può scalfire. Solo quanto basta per farti stare meglio per un po'.»
Niall non sembra molto convinto. «E tu che posto immagini? Qual è il tuo posto sicuro?» non sa perché sente il bisogno di saperlo, ma non può fare a meno di chiedere.
«Il nostro lago.»
Se Niall potesse indietreggiare ancora lo farebbe, ma lo specchio dietro lo blocca. Così si alza semplicemente in piedi più velocemente che può. Forse ha bisogno di uscire da lì, ma non si muove. «Tu... tu hai già superato tutto? O sei rimasta nel passato?» chiede con voce tremante.
«Non penso che riusciremo mai a superarlo, Niall. Tutto quello che è successo a noi...»
Il ragazzo cerca subito di interromperla: «Non... non è stata colpa mia. Io... ho solo subito dall'inizio... sofferto.»
Eveline si sente quasi ferita da quelle parole di Niall, ma sa che sono dovute al panico che lo sta assalendo in quel momento.
«Ho le mie colpe. So di averti fatto male. Ma anche io ho sofferto, Niall. Dal momento in cui ti ruppi il ginocchio, quando hai infranto la nostra promessa...» e anche in quel momento Eveline lo sta facendo,  mentre guarda quella lacrima solitaria scendere sulla guancia del pattinatore.
«Non per mio volere.» sussurra, con la voce che trema.
«So che lei era meglio di me, ma...» Eveline inizia, cercando di trattenere le lacrime. Anche a lei stanno chiaramente bussando alle porte.
«No! Ho sempre preferito te e lo sai.» la interrompe. E a Niall non importa cosa lei possa capire. Sulla pista, come amica, come compagna di vita... davvero, non importa. «Non sono stato io a scegliere.»
«Neanche io la sera prima del tuo compleanno, Ni...»
«No. Sta zitta. Per favore, non farlo.» allunga perfino il braccio per fermarla, visto che si sta avvicinando troppo.
Eveline sta avanzando verso di lui e non si farà fermare di certo da quella richiesta tremante.
Niall chiude gli occhi quando le mani della ragazza gli afferrano il viso con estrema dolcezza. Eveline asciuga la guancia umida con il pollice.
«Mi dispiace.» dice Niall, appena prima che un singhiozzo esca dalle sue labbra e le altre lacrime vengano giù.
«Sssh, dispiace anche a me.» Eveline ha la voce ferma, ma anche il suo viso è ormai bagnato di pianto.
La ragazza lo attira a sé e Niall si lascia abbracciare senza opporre resistenza. Anzi, affonda il viso nell'incavo del suo collo e avvolge le braccia intorno alla sua partner. È quello che ha sempre voluto. Da quando era un ragazzino. Eveline è sempre stata il conforto migliore per lui. E anche quella volta gli va più che bene. Perché se non lo ha avuto quando stava male dopo l'infortunio anni prima, almeno lo sta avendo adesso.
Eveline lo lascia sfogare, notando quanto l'odore di Niall sia rimasto identico negli ultimi anni. Non sono mai stati così incollati da quando lei è tornata. E quello adesso la fa sentire bene.
«Ni... quale sarebbe il tuo posto sicuro e solitario se dovessi immaginarlo?» Eveline glielo chiede a voce bassa, quando lui finalmente si allontana e si asciuga il viso con le mani.
Te.
No. Niall sa perfettamente che lei lo era, ma adesso non lo è più.
Si stropiccia il naso e sospira. «Credo che sarebbe il seminterrato che ho addobbato come salottino o stanza per suonare la mia chitarra.»
«Fai musica? Da quando?»
«Uhm...» Niall non vuole dirle che lo fa da sempre, perché è quasi un tradimento nei confronti della loro vecchia amicizia. È strano che adesso glielo stia dicendo così tranquillamente.
«Da un po'.» mente.
«Ti rilassa? Ti aiuta a non pensare?»
Niall annuisce. Effettivamente sì. Quando pensa agli accordi e alle canzoni che tenta di scrivere, perfino quando canticchia pezzi non suoi, il suo cervello non pensa al resto.
«Perché non provi mentre ci alleniamo?»
«Dovrei seguire la musica che abbiamo in sottofondo. Non posso pensare ad altra musica o perderei il ritmo.»
«Pensa solo alla musica allora. E non ai passi. Quelli vengono da sé, lo sai. Una volta memorizzata è fatta.»
«Devo pensare anche a te mentre pattiniamo, lo sai.»
«E se magari il problema fosse questo? Non devi pensare che sia io. Devi semplicemente sapere che io e te siamo in grado di collaborare. Non pensare al passato. Soltanto fidati e concentrati sulla musica. Puoi... sono pienamente d'accordo se decidessi di non salvaguardare me. Io mi fido e non importa. In più, può capitare di cascare. Non ne farei un dramma.» termina la ragazza. Può vedere il cervello di Niall macchinare freneticamente.
«Ti salvaguarderei a prescindere, anche senza pensarci.» realizza.
Ed Eveline sorride. «Lo so perfettamente.»
Niall punta gli occhi blu in quelli verdi e solleva le sopracciglia. Diamine, Eveline potrebbe aver ragione. Quella potrebbe essere la soluzione che cerca da giorni.
E quando Finnick li raggiunge in palestra per provare i passi e le mosse sul tappeto, si stupisce alquanto di vederli così tranquilli. Entrambi si stanno concentrando sul memorizzare e fare per bene ciò che poi dovranno riportare sulla pista, senza pensare ad altro. O forse non proprio. Eveline si accorge perfettamente di aver poggiato entrambe le mani sul sedere di Niall mentre provano un sollevamento un po' pericoloso. Beh, era l'appiglio più vicino. Perché non si è mai accorta di quanto siano importanti le forme di quello che è sempre stato il suo migliore amico? O forse negli ultimi anni Niall è semplicemente cambiato in meglio?
In ogni caso, Finnick è contento di quella prima parte dell'allenamento.
«È una bella coreografia, con le difficoltà giuste. Se riusciamo a farla bene, facendo vedere ai giudici che siamo tornati anche più forti di prima, ci classificheremo per i mondiali ad occhi chiusi.»
E ovviamente il maggiore degli Horan sogna già in grande. Nessuno dei due pattinatori commenta la cosa. E incassano con sorpresa i complimenti di Finnick alla fine delle prove sul ghiaccio. «Siete stati bravi oggi. Sapevo che un modo lo avremmo trovato. Alla fine è quello che volevi, no fratellino?»
Niall fa una smorfia. «Quello che voglio adesso è farmi una doccia bollente.»
Ma alla fine è solo brutto umore causato da suo fratello, perché non appena si allontana per iniziare l'allenamento con Tess, a Niall torna perfino il sorriso. Certo, sorriso ironico, ma pur sempre un sorriso.
Sta camminando accanto alla ragazza verso gli spogliatoi, quando dice: «Credevo che non fossi più in grado di usare i pattini, sinceramente.»
«Anche se li avessi abbandonati, sarei stata più brava di te ugualmente, Niall.»
Ecco, quello è sorprendente. Deve essere una caratteristica nuova di Eveline quella di rispondere a tono ironico. Di solito quando erano più piccoli, anche se Niall la prendeva in giro, lei rispondeva con dolcezza o semplicemente scuotendo la testa. Evidentemente quella purezza che tanto amava Niall, adesso non c'è più. Se deve essere sincero, questo lo rassicura un pochino. Non è l'unico ad essere cambiato.
«Vedremo, ti insegnerò qualche mossa che ho imparato in questi anni magari.» se ne esce il ragazzo, fermandosi accanto alle porte degli spogliatoi. Quello femminile e quello maschile sono esattamente uno di fronte all'altro.
Se qualcuno li sentisse in quel momento direbbe di certo che stanno flirtando. Ma Niall non vuole nemmeno pensarci. D'accordo, è veramente stupido visto che due giorni prima alla serata di gala le ha detto di non provare nulla per lei, di non poter scordare il passato e di lasciarlo in pace.
Ma dopo aver pianto sulla sua spalla, qualcosa forse è cambiato. Senza considerare ovviamente il fatto che Niall si senta veramente bipolare. È davvero troppo veloce a cambiare idea, umore e situazioni. Ma che diamine importa? Il suo cuore sta urlando delle cose e lui le sta seguendo. Dentro di sé sa perfettamente che Eveline gli è mancata.
E poi c'è quel diavoletto cattivo sulla sua spalla che lo sprona ad attirarla di nuovo a sé, così da farle più male quando la mollerà dopo essersi qualificati ai mondiali, proprio come ha deciso dopo che suo fratello gli ha dato l'ok.
«Non vedo l'ora.» Eveline ammicca e Niall si appoggia allo stipite dalla porta dello spogliatoio.
E visto che il fatto di essersi concentrato solo sulla musica li ha portati a fare un allenamento eccellente, tanto da aver imparato già l'intera coreografia, si sente in dovere di concludere con quella frase: «E tu potresti farlo con me. Hai detto che lo yoga aiuta, no?»
Eveline non si perde la punta di malizia in quegli occhi blu. Solleva un sopracciglio e scuote la testa. E Niall sparisce all'interno dello spogliatoio con un ghigno sulle labbra.
Beh, è decisamente meglio andarsi a fare la doccia.

Cold Heart ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora