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Gli occhi blu di Finnick sono spalancati. Solo qualche secondo di sorpresa, poi un sorriso sorge spontaneo sulle sue labbra e non si preoccupa nemmeno di nasconderlo.
Le due persone che sta fissando stanno aspettando lui, che per la prima volta è in ritardo ad un allenamento. Ma ha litigato con Tess e aveva estremamente bisogno di risolvere prima di raggiungerli. Gli importa della sua coppia di pattinatori, ma se la sua pattinatrice singola non si presenta all'allenamento di quella sera, anche quello è un problema.
L'allenatore sta guardando intensamente una scena che non avrebbe mai pensato di vedere, se deve essere sincero. Niall è seduto sulla panchina e le sue braccia sono intorno alla vita di Eveline, in piedi tra le gambe aperte di suo fratello. La testa di Niall è praticamente affondata nello stomaco della ragazza, che continua ad accarezzargli i capelli con dolcezza.
Si vede chiaramente che lì qualcosa è cambiato. Si vede chiaramente che quelli non sono comportamenti da semplici amici.
Nessuno dei due pattinatori si accorge della sua presenza. Niall solleva la testa e fa un piccolo broncio guardando la mora, che sorride e si allunga in avanti. Poggia le labbra su quelle sporgenti di Niall. Bingo.
«Hey, nuova coppietta diabetica, che ne dite di iniziare ad allenarsi? Il mondiale si avvicina.»
Suo fratello lo guarda facendo una smorfia, ma Finnick pensa che sia per come li ha definiti più che per la parte finale della frase. Non che stiano facendo molto per nascondere il fatto che adesso siano ancora più intimi. O forse ha quella faccia perché li ha ripresi anche quando ad essere in ritardo è lui.
«Dai, mettiamoci al lavoro.» esorta la ragazza, facendo alzare Niall in piedi.
L'allenamento dura due ore piene ed intense e i due ragazzi si allenano da dio, tanto che Finnick continua a gongolare alla fine di esso: «Io lo avevo detto che farvi trombare avrebbe riportato a galla e rafforzato la vecchia sintonia.»
Niall solleva gli occhi al cielo e afferra Eveline per il braccio, trascinandola verso gli spogliatoi.
Il pattinatore la ferma quando lei sta per attraversare la solita porta. «Facciamo la doccia insieme?» le chiede ed Eveline non può fare a meno di sorridere. È ovvio che voglia farla con lui.
Condividere anche quel momento insieme è fantastico. Fare l'amore nel cubicolo stretto dentro cui l'acqua calda lambisce il loro corpo, con la paura che possa entrare qualche atleta nello spogliatoio, rende il tutto ancora più esaltante.
Si sorridono e si rubano baci mentre si lavano a vicenda.
Una volta pronti, Niall le porge la mano e lei la stringe, intrecciando insieme le loro dita.
«Andiamo a cena insieme? Conosco un posticino messicano davvero buono.»  propone Niall con tono un po' titubante, perché ha paura di star esagerando. Hanno passato insieme tutto il weekend a casa del pattinatore e non hanno fatto altro che l'amore.
«Sì, per me va benissimo.» e lei non riesce a dire di no.
Anche lei come Niall sente il bisogno di passare più tempo possibile con lui. Come se fosse del tutto normale, come se stessero insieme da sempre. Come se avessero solo perso del tempo da quando si conoscono. E forse effettivamente è così.
Dentro al locale semivuoto per la poca affluenza del lunedì sera a quell'orario un po' tardo, si appartano in uno dei tavolini ad angolo leggermente bui. Le loro mani ovviamente intrecciate sul tavolo mentre aspettano ciò che hanno ordinato.
«Che ne dici se ci alleniamo al lago per mezz'ora dopo i nostri allenamenti?» chiede il pattinatore, pensando a quello di cui hanno parlato a casa sua dopo la prima volta che si sono uniti del tutto.
Sono davvero disposti a fare un mondiale con il botto e di certo non possono provare la loro mossa segreta davanti a Finnick o manderebbero tutto a puttane.
Eveline guarda fuori dalla finestra. Mossa inutile visto che la parete in vetro non è proprio vicino a loro, che fuori è buio e lei non può sentire da lì la temperatura che c'è all'esterno.
«Non ci vorrà molto prima che il ghiaccio si sciolga. La stagione invernale sta finendo.» dice con preoccupazione, allungando la mano e accarezzando con il pollice la cicatrice appena visibile sullo zigomo di Niall, causato anni prima proprio dal pattino di lei.
Il biondino sorride divertito. «Hai paura di fare un bel tuffo?» le chiede, mettendo la sua mano sopra quella della ragazza e piegando la testa per poterle baciare il palmo.
Eveline sbuffa e rotea gli occhi. «No, stupido.»
Niall pensa che sia dolce vedere Eveline trattarlo in quel modo. Lo ha sempre trattato bene, ma ora... Lo tratta in modo speciale.
«Allora direi che può andare.»
A quel punto il loro cibo viene servito dalla cameriera e il silenzio piomba per un po'. Stanno semplicemente cercando di non fare andare a fuoco la bocca e di godersi le pietanze.
«Ni, ti posso fare una domanda?» dice Eveline alla fine, lasciando cadere un nachos nel piatto e leccandosi le dita.
«Certo, piccola. Anche se l'hai già fatta, ma te ne concederò un'altra.» le risponde, aggiungendo anche un occhiolino.
«Non pensi che siamo... Sì, ecco, strani adesso? Guardaci, sembriamo...»
«Un coppia?» è Niall a finire la frase, con un sorrisino divertito.
La ragazza annuisce. «È che siamo sempre stati migliori amici. Certi contatti erano normali anche prima, ma adesso è come se... io non possa fare a meno di te.»
Il cuore di Niall si gonfia di amore. «Sarò diventato più bello negli ultimi anni.» risponde ironicamente.
Eveline sbuffa e arriccia la bocca. «Te sei sempre stato bello.»
«Se me lo avessi fatto capire subito, mi sarei dichiarato a tredici anni, cavolo.»
Nonostante Niall stia continuando ad usare quel tono da piccola presa in giro, Eveline sa che lui ha pienamente ragione.
È per questo che non riesce a dargli una risposta sensata. «Non fa niente se preferivi mio fratello a me, Eve.»
«Sì, ma te hai preferito Rose a me, no?»
Il viso di Niall si scurisce. È riuscito a non sobbalzare nel momento in cui Eveline ha nominato la loro amica. Sospira e si passa una mano sul viso prima di rispondere. «Volevo bene a Rose, Eve. Ma se mi avessero fatto scegliere, avrei sempre scelto te, lo sai vero? E credo che lo sapesse perfettamente anche lei. Io... devo ammettere di sentirmi in colpa su questo.»
La ragazza abbassa lo sguardo per un secondo, poi lo rialza e poggia la mano sulla guancia di Niall. «Mi sento in colpa anche io... di un sacco di cose. Ogni tanto penso che sarebbe stato meglio se fossi morta io in quell'auto... e non lei.»
Lo stomaco del pattinatore si chiude al solo pensiero. «Io... non sarei riuscito a sopportarlo se fossi stata te.» l'ultima parola esce quasi spezzata. La fame, con quei discorsi, sta andando a farsi benedire. «Sinceramente piccola, sono stato arrabbiato con te davvero tanto. Ti ho dato colpe negli ultimi anni che non hai e... dio, Eve. Io...» ti amo. Vorrebbe finire la frase in questo modo, ma c'è una piccola parte di sé che lo frena dal farlo.
«Niall, ti capisco. Anche io l'ho fatto. Il senso di colpa è stato il sentimento prevalente in me per anni. Ma siamo cambiati, siamo cresciuti. Adesso siamo qui insieme, è questo che conta.» 
«Tu non sei cambiata. E nemmeno io. Siamo solo diventati più... deboli?» il ragazzo lo dice come fosse una domanda. Non è del tutto convinto.
Ed Eveline sorride divertita. «No, io non la penso così. Non siamo più deboli, lo eravamo prima. Adesso invece siamo solo più forti. E non importa tutto quello che abbiamo passato. Né tu né io. Diamine, Niall. Lo siamo perché abbiamo la forza di lottare ogni giorno. Siamo ancora qua.»
Il ragazzo ha sempre adorato quella parte di Eveline. Sorride con dolcezza. «Già... Siamo ancora qua... insieme. Hey, che ne dici di dormire da me stasera?» chiede alla fine, cambiando discorso. È già abbastanza quello che si sono appena detti. Stare male era una conseguenza del passato e non del presente.
La ragazza si morde il labbro per non ridere. «Perché, dove ho dormito negli ultimi due giorni?»
Niall si stringe nelle spalle. «Eve, dormire è l'ultima cosa che in questi giorni si è fatto.» ghigna con divertimento.
Certo, perché sicuramente è quello che faranno anche quell'ennesima sera...
Ma insomma, va benissimo anche così.

*

«Sei nervoso?»
«No.» Niall dà quella risposta senza neanche pensarci, perché sa che è meglio che dica no. «D'accordo, forse un po'. Ma non vedo tua madre da un secolo, quindi sono giustificato, vero?» ecco, si è corretto subito dopo. Non gli piace mentire anche se per giuste motivazioni. Il pattinatore continua a guidare con le mani strette sul volante. Ricorda bene la strada per andare nella casa in cui Eveline è cresciuta. Hanno un sacco di ricordi lì dentro, che forse al momento è meglio non tirare fuori.
«Ma sai perfettamente che mia madre ti adora. Quindi non hai niente di cui preoccuparti.»
«Sempre se adesso non mi trova un drogato sbruffone che si fa sua figlia.» borbotta, facendo sollevare gli occhi al cielo della ragazza.
È incredibile che sia davvero preoccupato per quello. «Ti trova lo stesso ragazzo che ha sempre avuto un occhio di riguardo per sua figlia, educato e amorevole. Lo sai che non si farebbe mai corrompere da notizie esterne.» dice la ragazza, sporgendosi in avanti a baciandogli la guancia.
E Niall spera che sia veramente così.
Trattiene il respiro quando suonano al campanello dell'appartamento e stringe la presa sulla mano che Eveline gli ha afferrato cercando di calmarlo.
Karen appare sulla soglia con un sorriso gigante sul viso e Niall ne fa uno simile di riflesso. Quella che vede sul viso della madre della sua ragazza è gioia. «Niall! Oh guarda quanto sei cresciuto, quanto sei bello.» e dopo quella frase lo stritola in un abbraccio.
Solo allora Niall torna a respirare. Si rilassa e ricambia l'abbraccio della donna.
«Mamma, lo stai mettendo in imbarazzo, come sempre.» brontola Eveline, ma ha un sorriso divertito sul viso.
«Ah, sciocchezze. Niall è di famiglia. Non si imbarazza con me. Forza, entrate. Che stiamo facendo ancora sul pianerottolo? La cena è già pronta, avrete fame, vi siete allenati?»
Ed Eveline sospira, mentre Niall si mette a ridere. «Mamma!»
«Che c'è?»
Niall è davvero contento di poter passare la sera prima del mondiale con Eveline e Karen. La cena è tranquilla e Karen fa un sacco di domande a Niall. Domande che riescono a non risultare per niente scomode. Ecco perché il pattinatore adora quella donna.
Niall chiede alle due donne cosa può fare per aiutarle, ma entrambe lo spediscono in salotto ad aspettarle, mentre loro si occupano di lavare i piatti.
«Lo trovo bene.» dice Karen a sua figlia.
Eveline sorride con dolcezza. «Adesso sta bene.»
«Sono contenta che siate finalmente una coppia, siete così belli insieme. Mi mancavate.»
E la ragazza ridacchia. Sì, anche lei è contenta.
Alla fine sua madre la esorta a raggiungere Niall in salotto, mentre lei prende il gelato.
Eveline trova il suo ragazzo davanti al caminetto spento, che guarda fisso qualcosa. Ha continuato a guardarsi intorno in quella casa da quando è entrato e sorride quasi involontariamente ad ogni ricordo che riaffiora.
Le braccia di Eveline gli cingono la vita e il mento di lei si poggia sulla sua spalla.
Solo allora si rende conto che sta guardando una vecchia foto incorniciata, di loro due sopra ai pattini e con una coppa in mano. Un mezzo abbraccio scomposto e dei sorrisi immensi.
«Ne porteremo a casa un'altra.» dice Niall con convinzione e anche se è contraddittorio con quello che vogliono effettivamente fare due giorni dopo, Eveline sorride. Gli bacia la guancia prima di affermare: «Anche più importante di quella piccola coppa.»
«Siete pronti per il mondiale, eh?»
Entrambi si voltano verso la donna carica di vaschette di gelato.
I due pattinatori si guardano e sorridono.
«Prontissimi.»  dicono contemporaneamente. E lo sono davvero.
Quella sera prima di tutto è una delle migliori della loro vita.
Una volta che lasciano casa di Karen, Niall guida fino alla collina, apre il tettuccio della sua auto e insieme si mettono a guardare le stelle di cui il cielo è puntellato.
Niall tira anche fuori la chitarra dal bagagliaio e per la prima volta Eveline lo sente suonare e cantare. Ne rimane meravigliata. Niall è veramente bravo. E lei spera che una volta finita la loro impresa lui si iscriva ad un conservatorio o finisca almeno la sua università. Se lo farà promettere, ma per il momento non vuole rovinare nulla.
Eveline si accorge di una stella cometa e la indica a Niall, che smette di cantare.
«Esprimi un desiderio.» lo esorta la ragazza.
Il pattinatore sorride con dolcezza. «Non ne ho bisogno, Eve. Ho tutto ciò che desidero adesso.»
Eveline cerca di non commuoversi. «Allora lo esprimerò per entrambi.» strizza gli occhi per qualche secondo, poi li riapre. «Fatto.»
«So perfettamente qual è stato il tuo desiderio.»
Eveline ridacchia e gli mette un dito sulle labbra. «Ssshh, non dirlo. O non si avvera.» e per compensare toglie il dito e gli rifila un bacio dolce sulle labbra.
Una sola parola nella testa di entrambi: mondiale.

Cold Heart ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora