3. Il puzzle.

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« Julia, devo dirti una cosa».
William Hunter si avvicina  a me guardandomi con dolcezza.
« Si?» rispondo io timidamente.
« Forse ti sembrerò un pazzo, ma non importa.»
« Devo preoccuparmi signor Hunter?»
rispondo io confusa.
« Dipende, Julia...»
William allarga un po' il colletto della camicia e si schiarisce la voce.
« Non riesco a non pensarti, Julia. Sei entrata nella mia testa e non riesco più a farti uscire.
Julia Henderson, tu mi piaci. Davvero.»
Il moro si avvicina a me, mi cinge i fianchi, e mette i suoi grandi occhi verdi sui miei.
E poi...

DRIIN!DRIIIN!DRIIIN!

Eh ti pareva! Era solo un sogno, troppo bello per essere vero!
Ma almeno potevi lasciarmi vedere il finale.
Ti ringrazio tanto sveglia.

DRIIN!DRIIIN!DRIIIN!

Allungo il braccio per porre fine a quel rumore assordante.
Va bene, hai vinto tu.
Mi alzo, ma sappi che non sono assolutamente d'accordo!

Quando entro nella doccia sono ancora in dormiveglia, ma l'acqua riesce a svegliarmi.
Esco dal bagno e sto per tornare  nella mia stanza quando scorgo la sagoma di un uomo nudo uscire dalla stanza di Abbey.
« Ehm, ciao io sono Taylor, sono un amico di Abbey.» risponde lui visibilmente in imbarazzo.
Si un amico, come no, ed io sono nata ieri.
« Io sono Julia, piacere.» Anche  io sono imbarazzata dato che indosso solo un accappatoio ma cerco di nascondere l'imbarazzo con un sorriso e vado dritta a vestirmi.

Indosso dei jeans chiari e una camicetta bianca. Poi acconcio i miei capelli biondi in una coda alta.

Quando vado in cucina non trovo nessuno, né Taylor che forse se ne è già andato,né Abbey che forse sta ancora dormendo.
Sarà stata una notte lunga per lei.

Mangio i deliziosi pancake preparati da Abbey e bevo un cappuccino, il solito.
Poi osservo l'orologio appeso alla parete della cucina.
Cazzo sono già le 7:50!!!
Così, di fretta, prendo la borsa e chiudo la porta.
Spero di non aver svegliato Abbey, se no chi la sente dopo.

Posteggio la mia auto davanti alla North Park University, poi salgo frettolosamente le scale.
Spero che le lezioni non siano già iniziate.

« Signorina Henderson, non corra! Anche  io sono in ritardo.»
Mi giro di scatto e mi ritrovo il professor Devis che mi fa l'occhiolino.

Certo che visto da vicino mi lascia senza parole:  è un uomo sulla trentina,  alto un metro e ottanta circa, capelli biondo scuro e occhi nocciola.

« Buongiorno Professor Devis, scusi il ritardo.»
« Non si preoccupi signorina Henderson, siamo in due.»
E ci avviamo insieme verso l'aula nella quale si terranno le lezioni.

«Aristotele è stato un filosofo, scienziato e logico greco antico. Con Platone, suo maestro, e Socrate è considerato uno dei padri del pensiero filosofico occidentale. Aristotele, il più grande dei pensatori dell'antichità si misurò con tutte le branche della conoscenza umana del tempo, nel tentativo di dare una spiegazione ad ogni cosa.
L'amore del sapere animò tanto la sua vita che potrebbe dirsi che la sua vita stessa fu amore. Tutto cercò di spiegare, tutto provò a definire. Egli definì l'amore come il cercare ciò di cui siamo privi, il cercare ciò che ci completa.
Secondo Aristotele l'amore  è il completamento di sé, è il sentimento che avvertiamo quando percepiamo nell'altra persona la metà mancante. Secondo il filosofo, la natura umana è di per sé incompleta, ha bisogno dell'altro come di una parte, senza la quale non può realizzarsi. »

È una mia impressione o il professor Devis mentre cita la definizione di Aristotele sull'amore mi fissa sorridendo??!
Certo che però i suoi occhi nocciola non possono competere con quegli occhioni verdi.
Ma William Hunter è il mio capo.
Ha una fidanzata.
E sopratutto è uno stronzo.
Quello di stamattina era solo un sogno, Julia.

« Signorina Henderson, stava ascoltando?» mi chiede il professor Devis.
« A dire il vero no, professore. » Ho detto la verità ma non posso dirgli che non ascoltavo la lezione perché stavo pensando a quegli occhi verdi.
Quei maledetti occhioni verdi.
« Allora mi dica signorina Henderson, a cosa pensava?»
Devi escogitare qualcosa Julia.
E in fretta.
« Stavo riflettendo... sulla sua spiegazione  e mi è venuto in mente un puzzle che non ho mai completato.»
Davvero Julia un puzzle?!
« Perché non lo ha mai completato Julia?»
« Perché non trovo un pezzo e senza esso il puzzle rimarrà per sempre incompleto.
Così come una persona che non conosce l'amore.»
«Mi piace la sua  similitudine signorina Henderson».
Però Julia non sei tanto male ad improvvisare!

« Per oggi è tutto ragazzi. Ci vediamo alla prossima lezione.»
Prendo la borsa  scendo le scale e mi avvio verso l'imponente portone d'uscita.
Ma vengo bloccata da un braccio.

« Signorina Henderson, aspetti. Volevo congratularmi con lei per la brillante riflessione anche se mi dispiace un po' per il suo puzzle.»
« Hahahaha, grazie professore.»
« Sa Julia, mi chiedevo se giovedì le andasse di pranzare  insieme dopo le lezioni. Mi farebbe molto piacere parlare con lei.»
E mentre dice ciò non ho bisogno di uno specchio per capire di essere rossa come un peperone.
Volevo dire subito sì ma poi mi ricordai di Abbey. E che le avevo promesso di pranzare insieme giovedì.
Perché capitano tutte a me!

« Mi piacerebbe professore, ma giovedì avevo promesso ad un'amica di pranzare con lei».
« Tranquilla Julia, possiamo vederci anche per prendere un caffè.»
Il suo tono è così dolce come si fa a rifiutare!
« Va bene Professor Devis, a giovedì allora».
« A giovedì signorina Henderson, devo scappare  perché devo prendere mia...mia nipote da scuola.»

Come vi sembra il professor Devis? E Julia per lui è solo un'alunna o qualcosa di più?!
Hey readers!💕💕
Lo so, ci ho messo troppo tempo ad aggiornare ma spero tanto che vi piaccia.
Aspetto i vostri commenti!!!!!😊💓

Come Schopenhauer si sbagliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora