❈ˢᵞᵑᵒᵈᶥᶜ ᴿᵒᵗᵃᵗᶥᵒᵑ❈

575 66 6
                                    

‣I'm here, by your side,
to hold you when
you will fall‣

<<Tae, devi mangiare>>.
Il minore si voltò dal lato opposto, stringendo al petto il cuscino.
Jimin sospirò per l'ennesima volta, posando sul comodino il piatto col pranzo :<<Taehyung, per favore.
Non puoi continuare così>> la voce stessa era una preghiera, mentre con gli occhi tentava di scorgere il viso dell'altro.
Di Taehyung, Jimin aveva
ormai chiaro che odiava mostrare il proprio dolore.
Da quando era entrato in quella stanza, non gli aveva visto versare
nemmeno una lacrima,
ma gli occhi rossi e gonfi testimoniavano invece che di lacrime ne erano scese parecchie.

A fatica Jimin si alzò in piedi,
sentendo le gambe fare male per il troppo tempo passato stando inginocchiato sul pavimento.
Si sedette sul materasso, portando le dita fino al bordo del piumone che copriva il volto di Taehyung,
per poi spostarlo appena.
<<Non hai proprio fame?>> gli chiese in un sussurro, con le labbra accanto al suo orecchio.
Lui teneva lo sguardo fisso sul muro al quale era appoggiato il letto, continuando a stringere forte il cuscino.
Scosse appena la testa, socchiudendo gli occhi quando le dita di Jimin gli sfiorarono la fronte, regalandogli delicate carezze.
<<Neanche poca poca? Prima ti ho comprato una cosa,
ma non te la posso dare se non mangi almeno un po'>> mormorò ancora il maggiore, sostenendosi con la mano
che teneva puntata sul materasso, accanto al corpo dell'amico.
Sapeva che Taehyung non fosse un bambino ma, dopo tre giorni senza quasi toccare cibo,
aveva esaurito tutte le idee.
<<Non voglio niente>> gli rispose il minore, con la voce roca e bassa di chi non parla da tempo.
Jimin sospirò, avvicinando le labbra alla sua guancia per lasciarvi un leggero bacio.
Lo sentì fremere, stringendo il pugno attorno alla federa del cuscino e per riflesso portò le mani sulle sue, sentendole fredde come il ghiaccio.
<<Vuoi che alzi il riscaldamento?
Se preferisci, posso prepararti la borsa dell'acqua calda>> nel parlare corrugò la fronte, quando notò le sue pupille illuminarsi e traballare sotto la luce fioca della lampada.
Così portò una mano al lato del suo viso, infilandola tra il cuscino e la sua guancia, per spingerlo a girarsi :<<Tae, stai piangendo?>>.
Come l'ultima lettera della parola si disperse nell'aria, Taehyung si sollevò con uno scatto,
spingendo Jimin lontano,
il quale, per la sorpresa e la forza d'urto, cadde a terra.
<<Vai via!>> gli gridò poi contro,
con le mani tremanti che stringevano spasmodicamente il piumone
e le lacrime che gli rigavano
le guance.
Dopo un attimo di confusione
Jimin si alzò in piedi,
tentando di avvicinarsi nuovamente all'altro, ma ricevendo in cambio
solo un ennesimo spintone.
<<Ti ho detto di andartene! Vai via!>> la voce gli tremava e le labbra erano tirate e lucide, a causa delle lacrime che le bagnavano.
Jimin lo guardò un'ultima volta, sentendo le parole risalirgli la gola, desiderose di essere articolate, ma lui serrò i denti. 

Quasi dovette forzarsi a lasciare la stanza; non era da lui voltare le spalle a qualcuno in difficoltà, anche a rischio di essere insultato.
Ma Taehyung funzionava in modo diverso:  lui non rispettava le regole e se non andava bene al primo colpo, era inutile continuare a provare.
Aiutarlo, fare le cose di proposito, alcune volte poteva solamente peggiorare la situazione e Jimin era fermamente convinto che, in quell'occasione, non ce ne fosse bisogno. 

Non avvisò nemmeno di stare uscendo di casa.
Nonostante gli ronzasse in testa il pensiero che
lasciare Taehyung da solo non fosse una buona idea,
sentiva il bisogno di allontanarsi da quella cappa di dolore e nostalgia
che stava iniziando a diventare ermetica
e lo stava imprigionando al suo interno. 

Halfway Soulmates | VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora