❈ˢᵒᶴᵃʳ ʷᶥᵑᵈ❈

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I beg the sky every night
so that you keep
that smile

Da piccolo, quando capitava che avesse la febbre, Jimin vedeva sempre sua madre preoccupata, magari anche troppo.
In quel momento peró, riusciva a capire almeno in minima parte quanta preoccupazione vi fosse dentro al cuore di una persona che vede l'altro tanto piccolo e fragile, che ne sente la responsabilitá addosso.

<<Purtroppo avevate ragione>> la voce della veterinaria lo fece trasalire e voltó subito lo sguardo verso Taehyung.
Era fermo, accanto al muro, con la schiena posata contro la parete ed Hae tra le braccia. Lo guardó affondare il viso nel pelo morbido e folto del cucciolo, mordendosi il labbro per trattenere le lacrime.
Gli si mozzò un sospiro di tristezza, mentre costringeva le gambe a muovere qualche passo verso il tavolo in acciaio, sul quale era fermo Wiseong.

Lo carezzó delicatamente, sollevandolo
e stringendolo al petto.
<<Va tutto bene>> sussurró poi, sentendolo tremare.
La dottoressa li guardó con l'accenno di un sorriso sulle labbra, per poi parlare rivolta quasi solo a Taehyung, che aveva visto essere quello piú scosso.
<<Per i gatti essere ciechi è diverso
che per gli umani.
Riescono ad adattarsi, usano gli altri sensi
e possono vivere una vita quasi completamente normale.
Cercate di chiamare il suo nome il piú possibile e di avvicinarvi a lui
lentamente e facendo rumore,
in modo che possa collegare il suono
dei passi all'arrivo delle persone.
È importante che non vengano spostati i mobili, così come la loro cuccia,
la lettiera e le scodelle, in modo
che sappia sempre dove trovarle>>.

Taehyung ricambió lo sguardo,
cercando di memorizzare tutto ció che la veterinaria diceva.
Jimin si avvicinó al minore,
lasciando che Wiseong passasse dalle sue braccia a quelle di Taehyung,
affinché potesse stare vicino a Hae.
La donna guardó un'ultima volta i cuccioli, donandogli una carezza a testa :<<sono certa che con una famiglia del genere, Wiseong vivrà una vita meravigliosa>> disse
guardando i due ragazzi, prima di salutarli.

La donna guardó un'ultima volta i cuccioli, donandogli una carezza a testa :<<sono certa che con una famiglia del genere, Wiseong vivrà una vita meravigliosa>> disse guardando i due ragazzi, prima di salutarli

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La fontana pareva muoversi a causa dei riflessi creati dalla luce del Sole sull'acqua,
di cui era piena.
Taehyung ne guardava le piccole onde
e le increspature create dal vento.
Jimin gli carezzó appena una
guancia :<<Ti va un gelato?>>
Per un attimo vide gli occhi del minore riprendere un po' di vita :<<cioccolato e nocciola?>> chiese ancora.

Lo sguardo di Taehyung balenó su
Jimin per una frazione di secondo,
mentre teneva il labbro inferiore tra i denti.

Il maggiore ridacchió scuotendo le testa,
si alzó e gli avvicinó alle gambe il
trasportino con Hae e Wiseong :<<torno subito>>.
Con la coda dell'occhio vide Taehyung schiudere le labbra per obbiettare,
ma lui si era già allontanato per dirigersi
verso la piccola gelateria, riparata da un
porticato decorato con una serie
di archi in pietra.
Abbassó lo sguardo sui sanpietrini di
cui era ricoperta l'area della piazza
e sorrise.

Qualsiasi cosa potesse rendere felice Taehyung, Jimin non vedeva l'ora di farla.

Quasi non si accorse della
presenza di un uomo, seduto con la schiena poggiata contro una
delle colonne ma, quando si voltó, lo trovó
già con gli occhi fissi su di lui.
A disagio gli sorrise, avvicinandoglisi per lasciare qualche moneta nel bicchiere che aveva accanto.
Di sfuggita guardó le collane,
stese su di un telo nero: avevano principalmente cordini di caucciù
e ciondoli in legno bianco.

<<Sono davvero bellissime>>
si complimentó, fermandosi ad ammirare
lo straordinario lavoro di precisione.
L'uomo, che intanto continuava
a fissarlo con i piccoli occhi scuri,
aveva il volto segnato dal passare del tempo
e le mani stanche che profumavano
di trucioli di legno.
Senza parlare, prese due delle collane
che teneva sul telo e le porse
al ragazzo.
Jimin gli sorrise imbarazzato, prima di scuotere la testa :<<la ringrazio, ma non deve preoccuparsi>> lo rassicuró,
credendo che il gesto fosse una conseguenza del suo.
L'uomo, ancora una volta senza parlare,
si sporse in avanti e prese dal bicchiere
le monete che Jimin gli aveva dato.
Gliele restituì e mosse di nuovo le
collane nella sua direzione, facendone dondolare i ciondoli.
La luce del Sole illuminó il legno bianco, intagliato a formare piccole e delicate figure.
Entrambe le collane,
parevano avere alla loro fine un cerchio.
Dal lato destro, spuntavano dei raggi
dalla morbida forma, mentre a sinistra
la circonferenza era tondeggiante.
Jimin ne fermó il dondolio,
afferrando i ciondoli con la mano.
Un brivido gli corse velocemente per tutto
il corpo e il resto della piazza sembró
fermarsi, paralizzata nelle
azioni che stava compiendo.

Uniti in una figura finita, si stagliavano
piccoli e perfetti il Sole e la Luna.
In uno dei ciondoli i contorni del Sole erano calcati di nero, mentre nell'altro lo erano quelli della Luna.

<<Se solo la Luna e il Sole ne avessero la possibilità, si dichiarerebbero il loro amore ogni secondo.
Non disprezzare la fortuna che ti è stata data>>.
La sua voce era roca e graffiante,
come i rami che adornano il fusto degli alberi nei boschi.

Jimin rimase a guardarlo, ora con
i ciondoli stretti nel palmo della mano
e la certezza che, l'uomo davanti a lui,
gli stesse indicando con lo sguardo
Taehyung.

Halfway Soulmates | VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora