❈ˢᵒᶴᵃʳ ᴱᶜᶴᶦᵖˢᵉ❈

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To suffer is almost sweet
when it's because of you

I giorni si susseguivano, proprio come facevano le ore e i secondi e come, molto presto, avrebbero fatto le settimane e i mesi.
Per Jimin il tutto era una
massa amorfa e torbida,
che gli strisciava tra le dita
mentre scorreva veloce e fredda.

Ricordava di aver studiato il pensiero di un filosofo, convinto che la
vita fosse un pendolo tra la noia
e il dolore, intervallati da brevi ed
effimeri momenti di piacere,
che non erano altro se non banale e momentanea cessazione del dolore.
Inizialmente Jimin non sopportava proprio
quella concezione tanto pessimistica, ma da un po' invece era totalmente d'accordo.

Sapeva di non stare bene,
che il dolore che provava per tante piccole cose era sempre lì, pronto a tornare e a torturargli il cuore.
Taehyung però era il suo piacere,
la cessazione momentanea di dolore
e noia, quella quiete completa
e paradisiaca che permette di respirare
piano.

Jimin trasalì al chiudersi della porta d'ingresso e rimase in ascolto per captare un qualsiasi rumore.
<<Jiminie, sono tornato>>.
La voce di Taehyung era bassa
e priva di tono, quasi sembrava essere più di distante di quanto effettivamente fosse.
Il maggiore sospirò, alzandosi dal letto
e dirigendosi verso il salotto,
nel quale l'altro stava vagando
stanco.

<<Buongiorno, com'è andata la notte fuori? Ti sei divertito?>> chiese ironico, piantandosi davanti all'amico ormai steso sul divano.
Taehyung arricciò le labbra al tono di Jimin, coprendosi poi il viso con le mani :<<per favore hyung, non ti ci mettere anche tu, la testa mi fa già abbastanza male>>.

<<Hai almeno idea di quanto mi sia preoccupato nel non vederti tornare? Perchè hai un telefono se poi non rispondi alle chiamate?>> fece Jimin, con tono di voce alterato.
Taehyung sentiva la testa martellare,
gli arti pesanti e gli occhi che si chiudevano :<<cazzo Jimin,
hai capito che sto male?
Non riesco neanche a capire cosa dici, lasciami in pace>>.
Il maggiore schiuse le labbra per ribattere, ma la voce gli sembrava essere scomparsa.
Scosse la testa rassegnato, lanciando un'ultima occhiata al ragazzo steso, prima di voltarsi e tornare in camera.

Scosse la testa rassegnato, lanciando un'ultima occhiata al ragazzo steso, prima di voltarsi e tornare in camera

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Aprire gli occhi gli pesò tremendamente, ma fu sollevato nel sentire
un piacevole calore avvolgergli
il corpo.
Quando la vista parve funzionare nuovamente,
fu sorpreso nel trovare un pail
a coprirlo e un cuscino a sostenere
il suo capo.
Si rannicchiò di più, stringendo a sé la coperta
e affondando la testa nella
morbidezza del cuscino.
Lasciò gli occhi a vagare per il salotto, sperando di intravedere Jimin.
Sapeva di aver esagerato e voleva
chiedergli scusa.

Sul tavolino, poco distante
dal divano, c'era un bicchiere
d'acqua e un'aspirina.

-Prendila quando ti svegli-
Ricitava il bigliettino lasciato lì accanto.
L'accenno di un sorriso nacque sulle

sue labbra, mentre cercava di alzarsi
per prendere la medicina.
Era bello avere qualcuno che si prendesse cura di lui.

Halfway Soulmates | VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora