❈ᶜʳᵃᵗᵉʳˢ❈

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‣I'll be behind you and I'll protect you
from all the pain, 'till the
Sun will rise again‣

Quanto tempo avessero passato lì dentro Taehyung ormai non lo ricordava piú.
L'aria iniziava a essere povera di ossigeno e gli era sempre piú difficile respirare normalmente, evitando la dilatazione eccessiva della gabbia toracica.
Le spalle ricurve e appoggiate pesantemente allo schienale della sedia
facevano ombra alle gambe,
riparandole dalla luce sterile e fredda del neon sul soffitto.

Gli occhi erano fissi sul pavimento di un panna sporco, come a testimoniare quante persone avessero compiuto le loro stesse azioni, pianto le stesse lacrime e vissuto lo stesso dolore.
Jimin era nella saletta accanto, fermo davanti al distributore automatico che suonava da parecchi secondi.
Quando poi prese i due bicchieri contenenti il té, neanche ne sentì l'eccessivo calore.
La sua mente tornava costantemente all'inizio di quella giornata, quando aveva salutato Taehyung prima di andare a lavoro.
Poi, pareva esserci un'interferenza e la memoria tornava a funzionare dalla
chiamata che aveva ricevuto.
La sua voce tremolante e spezzata dai singhiozzi, le parole che un attimo si accalcavano per uscire e che l'istante dopo tacevano tutte assieme.

Poi "Hae è stato investito" e tutto
aveva preso una piega differente,
si era stinto e divenuto grigio.
Prima di quel giorno, Jimin non aveva mai pensato che un esserino così piccolo
avrebbe potuto lasciare un vuoto tanto grande.
E quello stesso vuoto era ben visibile
sul volto di Taehyung, si leggeva sulla maschera di dolore che aveva indossato
e che non avrebbe tolto facilmente.
Jimin rimase in piedi davanti a lui per un po', prima di posare il bicchiera di té sulla sedia libera e allontanarsi di nuovo.
Dal vetro della finestra si assicurava
di avere una buona visuale del suo riflesso, dandogli allo stesso tempo tutto lo spazio di cui aveva bisogno.

Era stato un uomo sulla sessantina,
con una pietra al posto del cuore e un'espressione in viso che Taehyung gli avrebbe volentieri cancellato a forza di pugni.
"Suvvia, si tratta di un animale. Non mi sembra il caso di fare tutte queste sceneggiate. Ecco, prendi questi, così potrai comprarne uno nuovo" e Taehyung continuava a piangergli davanti,
arrabbiato con se stesso per la debolezza mostrata e infuriato con quell'uomo privo di empatia, tanto sicuro di poter colmare l'affetto perso con "uno nuovo".

<<I signori Kim e Park?>>.
Taehyung scattó in piedo come se
fosse stato seduto su una molla, senza riuscire peró a sollevare lo sguardo dalle mattonelle.
Jimin si voltó piú lentamente, sentendo
su di sé il peso fastidioso che alcune volte il cielo pareva dimenticare di cancellare.
La veterinaria li guardó per alcuni istanti,
le mani appena private dei guanti le teneva lungo i fianchi, mentre le pieghe del camice nascondevano piccole macchie di sangue.
<<Il vostro gatto è arrivato in pessime condizioni purtroppo e fino a ora abbiamo tentato la ricostruzione degli organi piú importanti, ma alcuni di essi sono seriamente danneggiati e compromessi>> la voce della donna era cauta e tremava appena,

tentando di rispettare una professionalità tradita dall'emozione.

Quando Taehyung fece schizzare gli occhi sul suo volto, lei quasi arretró di un passo.
Le iridi spente e opache erano prive di qualsiasi scintilla vitale, mentre le pupille sembravano attirarla verso di loro e trascinarla in un dolore pungente e senza apparente fine.
Lei distolse lo sguardo.

<<So che è dura, ho perso la mia gatta
sei mesi fa dopo dodici anni vissuti insieme
e il dolore è sempre struggente.
Abbiamo fatto l'impossibile per salvarlo,
ma purtroppo non è stato abbastanza.
Abbiamo collegato un macchinario che permette le funzioni vitali, ma il dolore è tanto e dovreste compiere un ultimo gesto di altruismo e d'amore>>.

Taehyung la guardó e tutto il vuoto che provava venne riempito dalla rabbia.
Aveva sempre pensato all'eutanasia come qualcosa che alleviasse le ultime, insopportabili sofferenze.
Eppure, in quel momento gli pareva una richiesta assurda.
<<Dov'è Wiseong?>> il suo tono fermo
e piatto faceva da maschera all'ondata di dolore che stava per straripare dai margini.
La veterinaria sospiró appena, rivolgendo
un veloce sgaurdo a Jimin che si era
limitato ad ascoltare e incamerare
il dolore.

Avevano deciso di portare anche
Wiseong con loro, perché di lasciarlo solo a casa Taehyung non ne voleva proprio sapere.
Lo stomaco gli si contorceva nel
pensare a come avrebbe fatto da quel momento in poi senza Hae, senza gli occhi
che gli permettevano di vedere,
senza la sua luce.
Quando lo specializzando gli si avvicinó con il gattino tra le braccia, Taehyung lo prese subito e lo strinse a sé, affondando il volto nel suo pelo.
Poi, portó la mano sinistra fino a quella di Jimin che camminava pochi passi piú avanti, fece intrecciare le loro dita, ma gli mancó la forza per stringere.

Tiró appena le labbra quando sentì le dita di Jimin premere contro il dorso della mano e fu felice di essere con lui.
Il maggiore fu il primo a entrare nella stanza, tenendo Taehyung a distanza per assicurarsi che Hae non fosse in condizioni troppo critiche.
In qualsiasi situazione, non riusciva a evitare di preoccuparsi dell'amico e del suo benessere.
Quando lo sguardo di Taehyung si posó sul corpicino di Hae, steso sulla lastra di metallo e con un lenzuolo a coprirlo, uno strano senso di pace si insinuó in lui: pareva stesse dormendo.
Pochi istanti dopo, la realtà gli fece riaprire
gli occhi e il cuore, al contrario, si chiuse.
Rimase distante dal tavolo dell'operazione,
a guardare Hae con le lacrime a offuscargli la vista e con Wiseong a miagolargli tra le braccia.
Di quei momenti Taehyung non avrebbe
poi ricordato molto, probabilmente perché la sofferenza riempiva ogni singolo spazio della sua mente, lo asfissiava.

Erano solo scene confuse
e sentimenti mischiati:
la rabbia di non poter cambiare il passato, Jimin che lo spingeva appena verso il tavolo, l'impotenza al pensiero di non poterlo salvare, i miagolii di Wiseong che parevano disperati, la tristezza a causa della consapevolezza di stare sprecando gli ultimi
minuti a disposizione,
il calore della mano di Jimin stretta nella sua, la paura che gli bloccava il respiro,
la dottoressa ferma al lato della flebo, 
il petto dolorante per i troppi singhiozzi,
la siringa infilata lentamente nel tubo,
il profumo aspro della fine
e Taehyung che fu sicuro di sentire
il cuore di Hae smettere di battere.

Halfway Soulmates | VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora