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La moto di Ash correva veloce ovunque tranne verso la via di casa. Sapeva benissimo che con l'arrivo dei genitori - del padre soprattutto - avrebbe passato molto tempo in casa, sempre occupato ad allenarsi sotto alla guida del Signor Boston e alle chiacchierate a cui la madre cercava di sottoporre.
Quella sera dopo aver svolto il suo compito si sentì in dovere di prendersi la serata libera e passarla a suo piacimento.
L'idea sembrò piacere anche a David, che dietro il suo compagno vedeva la strada diversa da quella di casa senza dire una parola. I due si goderono il momento, mentre il vento accarezzava i loro visi.
Gli occhi di David sulla strada gli fecero venire in mente un posto ma non chiese nulla per non rovinare la sorpresa ne a se stesso ne ad Ash.
Un momento dopo si fermò proprio dove credeva il più piccolo.
<E come mai siamo qui ora?> domandò girandosi attorno, notando che nulla era cambiato da quel giorno ha reso speciale quel luogo. Ash sì avvicinò al tronco dell'albero poggiando la mano sulla scaletta.
<Seguimi> disse porgendogli la mano e insieme salirono su verso la loro casa sull'albero.
Era il loro desiderio più grande da bambini, avere una casa sull'albero tutti insieme per poter combinare quello che volevano senza seguire delle regole particolari da parte dei più grandi, i piccoli così si ingegnarono e cercarono in qualsiasi modo di costruirla, ma erano troppo piccoli per farlo, e con l'aiuto dei grandi i bambini ottennero quello che ora era di grande importanza per Ash e David. Averla distante da loro li rattrista, l'avevano costruita lì perché un tempo vivevano nei dintorni ma quando hanno dovuto traslocare ci hanno davvero lasciato il cuore.
Si sedettero entrambi sui cuscini riposti per terra e iniziarono a conversare.
<Ricordi qui?>
<Come potrei scordarlo, ti stavo quasi perdendo>
Ghignò il tatuato poggiando le braccia alle ginocchia.
<Non avevo tutti i torti, eri fottutamente distante!> esclamò l'altro ancora convinto di aver ragione, Ash invece, sospirò esausto di spiegargli ogni volta come erano realmente andate le cose.
<Sai che non ero abituato a tutto quello e avevo bisogno del tempo per accettare me stesso>
<Ed è stato così difficile farlo all'epoca?> gli domandò provocatorio strusciandosi con il sedere più in avanti per raggiungerlo.
<Non quando ti ho detto per la prima volta di amarti> sussurrò con voce roca mentre si spingeva verso l'altro con l'intento di baciarlo.
Quando furono in contatto mille emozioni travolsero entrambi, aiutati dal magico posto in cui si trovavano. Quando le punte delle loro lingue si toccarono, David sentì le stesse farfalle nello stomaco della prima volta che Ash gli concesse di baciarlo. A differenza degli ultimi giorni, questo bacio non aveva nulla a che fare con quelli dati durante la loro unione fisica. Quei baci erano pieni di ardore, senza traccia di dolcezza, di passione, come in quel momento.
Separarsi non era lo scopo di nessuno dei due ma lo fecero per colpa del cellulare di David.
<Era Kirk>
<Probabilmente si saranno chiesti dove ci siamo cacciati> disse Ash alzandosi in piedi.
Tese la sua mano facendola prendere al compagno e insieme calarono dall'albero.
<Ash!> lo chiamò David.
Lui si giro <Cosa c'è?> chiese.
<Per quale motivo mi hai portato qui?>
Ash non sapeva cosa rispondere, stranito dalla domanda. Aggrottò le sopracciglia e una volta vicino a lui gli prese entrambe le mani. <Semplicemente volevo stare solo con te>
Entrambi si scambiarono un sorriso e anche un bacio rapido.
<Ma adesso scappiamo, o altrimenti ci ammazzano>

I due giovani posarono la moto nel garage e una volta percorso il giardino passarono all'entrata principale.
<Cosa cazzo vi è preso?> Gridò Kirk aprendo la porta lasciando i due senza parole.
<Hai qualche problema amico?>
<No Ash, forse sei tu ad avere dei problemi! Sei serio? Fare una scampagnata dopo aver messo in atto una sparatoria? Non mi sembra molto intelligente!>
<Ha per caso qualche problema?> ripetè ma questa riferito ai compagni che stavano assistendo alla scena.
<Per caso non hai nient'altro da dire?> continuò Kirk mentre si accomodò sul divano.
<Ehi senti, ho preso solo una boccata d'aria, non mi sono mica costituito alla polizia spiattellando tutto! Ho venticinque anni cazzo, mi vorrai fare mica da padre?>
Il tono di Ash salì allo stesso del compagno che lo guardò con disprezzo.
<Calmatevi adesso, eravamo solamente preoccupati che vi avessero sgamati, tutto qui> spiegò Bruce incrociando le braccia mentre divideva i due litiganti.
<Vaglielo a spiegare, tanto lui se ne frega di chi si preoccupa per lui o di chi cerca ci aiutarlo>
Il moro che aveva iniziato la conversazione si alzò facendo qualche passo in avanti verso l'amico.
<Sappiamo che vuoi comandare tutta questa merda in cui ci ritroviamo insieme, ma finché io ci sarò non ti lascerò nessuna possibilità di vincere>
<Voglio proprio vedere quello che farai, Jones>
Con la mascella serrata, Kirk manteneva fisso lo sguardo su Ash, viceversa per l'altro.
<Ma siete per caso impazziti? Siete migliori amici da una vita e per questa stronzata vi state facendo la guerra?>
<Ma vi sentite quando parlate?> l'incolparono prima Bruce e poi Alyssa.
<L'ha voluto lui, io non me la prendo con nessuno> il ragazzo, sentitosi sotto accusa alzo il capo come segno di superiorità e andò nella sua stanza al piano terra. David stava per seguirlo ma il campanello occupò il suo tempo nel fare quel gesto.
<Siamo tornati!>
David sorpreso spalancò gli occhi, felice e triste allo stesso momento.
<Mamma, papà>
I genitori di tutti i ragazzi erano arrivati prima del previsto. David si gettò tra le braccia della madre, la sua prima migliore amica e poi si confidò in quelle del padre.
<Mi siete mancati> Disse mentre inalava il profumo che aveva regalato a suo padre il giorno del suo compleanno.
<Non sai quanto> controbatté Marcus Rios.
Mentre ognuno era preso con i saluti dei propri genitori David s'imbatté proprio contro quelli del suo ragazzo.
<Ehi ragazzo, come va?>
Tom Bolton, il suo problema più grande, gli rivolse la parola mentre la madre, Julia l'abbracciò con fare materno.
<Favolosamente Tom, e a voi?> si finse interessato mentre loro raccontavano della loro vacanza ormai terminata.
<Per caso sai mio figlio...>
<Sono qui>
La visione di Ash completamente nudo, con una sola asciugamano alla vita non era per niente un bene di fronte agli occhi del compagno segreto, che sentiva un formicolio lungo l'intero corpo. Deglutì con difficoltà mentre cercava di regolare il respiro alla visione del ragazzo bagnato con la sigaretta alle labbra mentre salutava i suoi genitori.
Non riusciva a spiegare a parole quanto male gli facesse non poterlo baciare e amare quando voleva ed esporsi al pubblico, ci mise molto per arrivare a quel punto ma il fatto che Ash ancora non ci fosse arrivato lo rispettava, perché amarlo faceva parte di quello, rispettare le sue decisioni... il problema però, era che non sapeva per quanto tempo ancora riusciva a resistere alla tentazione.

Your Boy Your King [IN AGGIORNAMENTO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora