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<Non posso credere che lo sto per fare sul serio> Ash era difronte allo specchio mentre David era lì ad aiutarlo con lo smoking <Io non posso credere che siamo in questa situazione, ma a quanto pare devi tenere veramente tanto a tuo padre e lui deve essere tanto rigido sull'argomento "omosessualità" se dopo di questo ancora non ti sei convinto a parlargli dopo questo, ma lo capisco> Spiegò David non incrociando lo sguardo per evitare di incominciare a piangere.
La scelta di Tom lo stava divorando dentro e neanche lui sapeva con quale forza continuare, ma infondo sapeva di essere amato da Ash ed era probabilmente questo che lo incitava ad andare avanti. Ash però, non riusciva a parlare senza vedere ciò che provava, senza veder trasparire le sue emozioni, e quindi lo tirò a se facendo incrociare i loro occhi.
<Stanne certo piccolo che a partire da oggi inizierò ad ammorbidire la questione, lo farò per te... per noi> <Sono sicuro che ce la farai> David sorrise al ragazzo ma la tristezza non abbandonò il suo corpo.
<E comunque, sei davvero eccitante vestito in questo modo>
<E' per conquistare qualche bel tipo, sai, tanto sarò single per stasera esattamente come te, no?> ironizzò aspettandosi una scenata di gelosia che non tardò ad arrivare.
<Oh si, magari me lo presenti e gli taglio la gola, che ne pensi?> Rispose con un misto d'ironia e fastidio
<Penso che ti amo tanto> Così il latinoamericano gli lasciò vari baci che il tatuato schivò facendosi baciare la guancia invece delle labbra.
<Dai, sei uno stronzo, dì che ricambi!> Supplicò con il tono di un bambino voglioso di caramelle.
<E se non lo facessi?> Ash continuò a mantenere un tono scherzoso accompagnato da un gran sorriso.
<Vorrà dire che non mi ami sul serio> Resse il gioco David.
Il suo ragazzo lo strinse più di quanto non stesse già facendo e lo baciò ripetute volte.
<Allora te lo ripeterò fino alla morte>
Dopo aver scambiato diverse effusioni, i due si sparano e raggiungono il resto dei ragazzi, tutti pronti per la serata. I grandi di casa si erano avviati diversi minuti prima e i ragazzi invece decisero di prendersi un po' di tempo per prepararsi al meglio.
<Non posso crederci che da questa sera in poi non ne saremo più solo dodici> Raven sfogò il suo pensiero condiviso in realtà da tutti.
<Non posso credere che dovremmo dividere la casa con qualcun'altro> aggiunse poi Tate poggiandosi col capo alla spalla di India con lei che le faceva delle carezze.
<Oh, voglio giocare anche io alle sfortune della vita: Io non posso credere che dovrò condividere il mio ragazzo con una troia, penso di aver vinto io a questo gioco>
<Tranquilli tutti, tanto risolveremo la questione; la ragazza troverà qualcun'altro, io sarò libero di stare con te, e cosa più importante convincerò mio padre a fargli capire che ti amo>
In quel momento spostò la mano dalle marce e la poggiò su quella di David.
<Non credo sarà così facile, ricordi cosa ha detto tuo padre? Quel tipo vuole che tu sposi sua figlia, è un po' come quei matrimoni combinati fatti per soldi è potere> <Io direi che è esattamente quel tipo di matrimonio> e così Raven corresse il suo ragazzo, Wyatt.
<Sto per avere la nausea, silenzio per favore> India poggiò la mano sulla spalla del migliore amico per confortarlo e gli rispose.
<Hai tutte le ragioni David mi dispiace davvero, scusa>
<No India, non devi scusarti tu>
<Ed... eccoci qui>
David rivolse uno sguardo al finestrino, sospirando pesantemente alla vista della grande villa bianca illuminata da milioni di lucine gialle, il giardino era particolarmente curato e i vari alberi di fiori erano anche contornati dalle luci per mostrare i diversi colori dei fiori.
Ash prese la mano di David, pronto a sussurrargli un: <Quando vuoi tu>
Gli lasciò un bacio sul collo e si godette il momento, sapendo che qualsiasi donna ci sarebbe stata all'interno di quella casa, l'unica persona che Ash era in grado di amare era proprio lui.
<Sono pronto, andiamo>

I ragazzi raggiunsero i restanti sei che aspettavano al fianco dell'altra auto dato che hanno dovuto separarsi ovviamente per una questione di spazio.
<Stavamo aspettando proprio voi> disse Kirk prendendo sotto braccio Bruce incamminandosi per primi.
<Oh eccoli qui i nostri ragazzi> Rufus, il padre di Bruce introdusse l'inizio della conoscenza tra i Signori Begum.
Intanto tutti si guardavano intorno non stupiti dell'estetica della casa: La maggior parte del mobilio era bianco, il pavimento e le varie decorazioni erano di un'oro puro, forte, impossibile che sfugga agli occhi, soprattutto agli occhi di rapinatori come loro. Per quella sera però, rubare qualche gioiello o cimelio importante non era il loro compito principale.
Le persone presenti erano tutte molto conosciute, nomi e famiglie importanti erano le uniche facce che si potevano vedere.
<Ragazzi salve, è un piacere fare la vostra conoscenza>
Alvaro iniziò i saluti stringendo la mano di tutti i presenti, quando arrivò il turno di David poté avvertire giusto un sottofondo di astio, ma passò avanti fermandosi poi ad Ash.
<Tu devi essere Ash, giusto? Mi hanno detto che ti avrei riconosciuto immediatamente>
Alvaro gli sorrise come se fosse il perfetto candidato per sua figlia e Ash, educato com'è ricambia il saluto.
<Chissà come mai> ironizzò capendo per il suo modo di presentarsi. Adorava farsi riconoscere per i vari disegni che ricoprivano il suo corpo, ci aveva messo tanto e ci aveva lavorato su davvero per molto tempo, e vedere che il lavoro era sempre ripagato lo mettevano su di morale.<Voglio presentarti mia figlia, Amber>
La concorrenza si fece strada, una ragazza bionda con una carnagione olivastra si posiziona tra Alvaro e la madre, Blair. Aveva lasciato i capelli sciolti che le ricadevano sulle spalle, e per la doppia occasione, ovvero sia compleanno che per l'incontro con il suo "futuro marito" indossò un abito rosa completamente luccicante.
<Ciao ragazzi, piacere> Anche lei salutò man mano i ragazzi, David questa volta invece di mostrare astio e antipatia finse il sorriso migliore che poté.
<David, è un grande piacere> Lei gli sorrise e passò per ultimo da Ash.
<Amber, perché magari non mostri ad Ash un po' la casa> Tom si portò avanti con il lavoro ma i ragazzi cercarono comunque di aiutare David e smontare un po' il piano dei più grandi, o quanto meno cercare di rallentarlo.
<Beh, dato che ci siamo tutti, perché non far fare un giro anche a noi, non trovi?> Disse Morgan riferendosi più alla ragazza del tutto sorridente, David però si intromise.
<No. Morgan, credo che potremmo cavarcela anche da soli, lascia che Amber guidi Ash>
I ragazzi si guardarono confusi, Ash incluso, invece Tom che prima aveva assunto uno sguardo preoccupato si tranquillizzò pensando che almeno David fosse d'aiuto alla causa.
<Esatto David ha ragione, forza ragazzi, prendete qualcosa da bere e aspettate Ash> Così Tom dopo aver finito la frase si dileguò con i Begum, mentre i ragazzi si avvicinarono al buffet servendosi dei cocktail.
<Ma cosa fai? Cerco di aiutarti e mandi tutto a puttane?>
<Tranquilla Morgan, è una strategia> Il ragazzo si volta per vedere chi ci fosse attorno a loro e non notando nessuno poté parlare.
<Voglio vedere un po' come si muovono>
<Chi intendi?> domandò Troy.
<Beh, Amber ovviamente, ma anche Tom e Alvaro, non li perderò di vista>
<Pensi di riuscire ad ottenere qualche risultato?> le chiese Khloe mentre si serviva del buffet difronte a lei.
<Beh Khloe, almeno avrò più o meno una panoramica della situazione, questo è poco ma sicuro>
Quando David si voltò vide i due giovani intenti ad intraprendere una conversazione e un po' di invidia uscì fuori nel momento in cui i due iniziarono a ridere.
<In più vorrei dare un'occhiata alla stanza di lei, sono curioso di vedere cosa hanno da raccontarci le sue quattro mura>
<Sei per caso impazzito Rios? Perché vuoi finire nei guai?> Tate lo riprese dandogli un colpetto sul braccio <Usa l'intelligenza!> Aggiunse poi.
<E' per questo che ho bisogno di te>
<Che vuoi dire?>
David si ammutolì facendo passare avanti le persone che camminavano al fianco dei ragazzi.
<Sei il genio, la mente del gruppo giusto? Bene, ho bisogno che tu distragga i genitori>
<E come hai intenzione di allontanarti?> Tate cercò di avere una situazione chiara difronte a se da poter attuare una sorta di piano per lo meno chiaro per lui così da poter svolgere un compito efficiente.
<Ho bisogno di una delle ragazze, da solo perderei troppo tempo, io direi che India sarebbe perfetta> <Nessun problema tesoro> rispose lei.
<Noi invece?> Domandò Alyssa sorseggiando dello champagne.
<Voi dovete reggere il gioco a Tate>
<Nel caso notino la nostra assenza potreste dire che per errore mi sono sporcata il vestito e che David si era offerto per aiutarmi e farmi compagnia>
<Tutto perfetto, ci state?> Domandò David sicuro di quello che stava attuando.
Kirk sospirò e con passo lento mi si avvicino.
<Ti diamo dieci minuti, non di più, ricordate che il tempo datovi a disposizione è pure troppo>
<Non sapete quanto vi adoro!> esclamo il ragazzo riconoscente.
<Si dai, ora però sbrigati>
<Forza India!>
<Arrivo arrivo>
A passo tranquillo i ragazzi fecero un giro diretti verso il piano superiore, convinti che la sua camera si trovasse su quel piano. Come ogni villa che si rispetti era piena zeppa di stanze, ma per logica i ragazzi evitarono di adocchiare le stanze del piano terra perché nessuno farebbe una festa proprio nel bel mezzo delle proprie stanze private.
Il latinoamericano cercò di aprire la prima porta, questa però era chiusa a chiave.
<Immaginavo> sussurrò.
<Tocca a te tesoro>
<Sapevo che me ne sarei dovuta occupare io>
David lasciò lo spazio necessario ad India per poter scassinare la porta, una delle tante tecniche imparate dopo anni ed anni di rapine.
<Come se non fosse mai stata chiusa>
<Forza, abbiamo sette minuti> Disse, per poi entrare nella camera.
Si aggirarono a destra e a manca, capirono però che non era la stanza della ragazza.
<Beh, la signora Begum ha davvero un bell'armadio> pensò India controllando abito per abito.
<E' il minimo, con tutti i soldi che Alvaro guadagna.
Su forza, non è questa quella che cercavamo>
I ragazzi lasciarono perdere la prima stanza, passando poi ad un'altra, questa volta aperta.
<Davvero? Il bagno?>
<Mi sento presa in giro>
Sospirando chiusero la porta.
<Un secondo Dav, usando la logica, qualsiasi porta questa sia non sono molto convinta che questa sia la stanza di Amber> India si fermò difronte quella porta sempre chiusa, David la osservò.
<Che vuoi dire? Spiegati meglio>
<Guardati intorno: La camera dei padroni di casa, un bagno per due, e altre due porte. Una potrebbe essere di uno dei tanti governanti, mentre l'altra invece io credo sia lo studio di Alvaro>
<Ne sei sicura?>
<Tesoro, nessun adolescente soprattutto se una ragazza vorrebbe avere la propria stanza affianco a quella dei propri genitori>
David elaborò un secondo. <La tua teoria ha un senso logico, andiamo di là>
Una volta raggiunto l'altro corridoio riprovarono a scassinare la prima porta scelta.
<Bingo... India, sei un fottuto genio> sorrise David correndo subito verso i cassetti.
<Non per niente sono la mente del gruppo> vantò India mentre entrava con rilassatezza.
I due si operarono a cercare qualcosa di strano o che potesse far capire loro che tipo di persona fosse.
<Per informazione, cosa stiamo cercando di preciso?>
<Beh Idy, se devo dirti la verità non ne ho idea, solo voglio capire se ha qualcosa da nascondere o meno>
<O certo, il lato geloso-ossessivo sta prendendo il sopravvento, ti lascio fare>
<... e qui c'è la mia camera da letto, se vuoi posso mostrartela>
David ed India sgranarono gli occhi al sentire la voce calma della ragazza, così si ingegnarono subito sistemando tutto ma per tempistica i due si chiusero nell'armadio della ventiduenne.
<Strano, credevo che la domestica avesse chiuso a chiave> pensò lei mentre David tenne gli occhi fissi sul ragazzo che aveva appena sbarcato la soglia.
Impossibile ma vero, quando Ash diceva che avrebbe trovato gli occhi del suo amato ovunque non scherzava, infatti si accorse dalle fessure dell'armadio del suo verde intenso.
Serrò la mandibola e sospirò, accompagnando il gesto dalla sua lingua pronta a bagnarsi le labbra.
<Davvero carina, solo, vorrei andare a prendere qualcosa da bere, ti va?>
<Certo, senza dubbio! Aspetta che prendo la chiave, così posso chiudere...>
<Dai non preoccuparti non ce ne bisogno, chi vuoi che entri qui? La festa è al piano inferiore, nessuno oserà varcare questo piano>
<Vero, sono i miei che sono paranoici, solitamente lo faccio per non sentirli ogni volta>
La porta chiusa elimina il rumore delle loro voci e dopo una decina di secondi i due escono sicuri di essere soli.
<Ora possiamo andare> Disse India, così si fecero strada verso la loro gang, dove la trovarono unita alla famiglia dei Begum, nuovi membri integranti del gruppo.
<Ehi India, come va con il vestito?> Morgan resse il gioco e i due ragazzi alzarono su un gran sorriso che nascondeva grandi cose.
<Perfetto, non sembra minimamente che si sia sporcato, per fortuna questo tipo di tessuto non si sporca facilmente>
David si concentrò sul suo ragazzo, che anche se arrabbiato non riusciva a distogliergli gli occhi da dosso.
<Ragazzi, vorrei fare un brindisi, ad Alvaro che si è convinto a prendere parte dei nostri... beh "affari"> mascherò Tom per non far intendere altro <Per Alyssa, che a partire da domani si sposterà a casa nostra e a mio figlio, che finalmente ha trovato una compagna giusta>
Il ragazzo dagli occhi verdi smeraldo voltò lo sguardo verso la compagna che l'aveva accompagnato durante la piccola missione e si accigliò, tutti portarono i bicchieri in alto e tanto per concludere, Amber si appoggiò al petto di Ash.
Era fatta, Tom aveva vinto...
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• Amber Begum

___• Amber Begum

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