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<Ero fottutamente spaventato, va bene?>
<Di certo non è una giustificazione per rompere il tavolino del salotto, hai idea di quanto è costato?>
Dopo essere tornati a casa, sia David che Ash si sono fermati a parlare fuori al giardino.
Ash camminava nervosamente avanti e indietro con una bottiglia di whisky alle mani mentre il castano seguiva con lo sguardo l'altro sbattendo più volte le palpebre. La bottiglia scura tocca il suolo violentemente e Ash si pulisce il labbro, si avvicinò a David e gli prese il viso tra le mani.
<Non farlo più, non sai quanto è terribile non sapere dove sei> La voce tremante del tatuato è in grado di far sentire in colpa il più piccolo che però finse di non provare quella sensazione. Farlo avrebbe significato far perdere il suo orgoglio, e non riusciva a farlo perdere, non avrebbe perdonato se stesso per questo.
<Ok, non lo farò, ma la prossima volta può bastare una telefonata>
<Hai dimenticato il cellulare qui> rispose immediatamente e David si toccò le tasche come reazione, mossa inutile perché il suo telefono comparì magicamente tra le mani del fidanzato.
<Devo averlo dimenticato, che cazzone che sono> sbuffò e prese il cellulare entrando dentro con il tatuato, così da poter concludere la serata e dormirci su.

<Ehi, Ash forza, alzati>
David si svegliò e si girò intorno convinto di aver sentito una voce e si sorprese a scoprire che quella voce apparteneva a Tom.
"No, di nuovo? Cosa ci fa qui?" Pensò il moro.
Di corsa si spostò dal petto del tatuato che si svegliò anche lui stordito.
<Ma che ti prende pic... Papà?>
Ash si riprese in fretta e alzò il petto dal materasso e poggiò la schiena alla testiera del letto.
<Finalmente, ma se per caso facevo scoppiare una bomba vi sareste svegliati? Forza, entrambi di là, dobbiamo parlare>
I due ragazzi si guardarono, pensando alla stessa identica cosa, l'ansia da parte di entrambi si stava elevando e l'aria si stava facendo tesa.
Tom si dileguò raggiungendo i ragazzi e i genitori che erano in salotto e, i ragazzi, dopo essersi sistemati si unirono a loro.
<Siete qui per il messaggio?> Alyssa iniziò il discorso cercando di evitare anche lei il discorso che sembrava stare a cuore a tutti loro.
<No, abbiamo ricevuto il pezzo di carta, ma finché non vedrò qualcosa di concreto per noi rimarrà solo quello, un pezzo di carta> rispose Froy, il padre di Troy.
<Il nostro problema è un'altro, anzi, più che problema è una novità>
<Ovvero?> domando David alla madre.
<Ci sarà un'aggiunta alla gang>
I ragazzi rimasero sconvolti, tutti si guardavano intorno cercando appoggio ognuno dall'altro.
Era tutto molto strano per loro, non avevano mai pensato ad aggiunte, sono sempre stati loro fin dalla nascita e questo sarebbe stato... diverso.
David si tormentò le dita portandole alla bocca, avvertendo dentro di sé che questo avrebbe portato a qualcosa di non molto buono.
<Non capisco, qual'è il motivo di questa vostra decisione?> Domandò Wyatt guardando i grandi membri della gang uno ad uno.
<Alvaro Begum e Blair Host, due nomi importanti, ex membri e creatori del T-O, eravamo in contatto da giovani ma i nostri interessi erano completamente diversi: mentre noi eravamo occupati ad arricchirci, loro volevano prendere le redini di ogni gang del territorio, come ben sapete ci sono riusciti, finché Oliver Thompson non riuscì a mettere le mani sul figlio maggiore e minacciarlo di morte, si arresero e segno così la fine del T-O>
Rispiegò Tom cercando di far leva sulle emozioni dei ragazzi e farli abituare alla nuova entrata nel gioco.
<E come si sarebbero coincisi i vostri interessi, sono curiosa> sibilò India.
<Vedi India, ehm... loro hanno il potere, non saranno i migliori, ma vengono subito dopo i Thompson, e poi diciamocela tutta, sono la famiglia più ricca del paese, famosi per essere stati in grado di nascondere le loro opere da gangster e poter agire alla luce del sole senza essere sospettati, non sono cose da poco solo davvero notevoli> Le rispose la madre.
<E quando dovremmo conoscerlo o conoscerla?>
<Ottima domanda Troy.
Vedete, stasera ci sarà una festa per i 22 anni della figlia, in più questa festa ha un altro scopo> Tom si allontanò dalla folla dei genitori affiancandosi al figlio
<Alvaro sta cercando qualcuno che prenda la mano di sua figlia, e per questo Ash, ho bisogno di te>
Tutti i presenti rimasero di stucco, o meglio tutti i ragazzi. David pensò di non sentirsi bene sentendosi bloccare il respiro, Bruce però gli si avvicinò cercando di aiutarlo senza che nessuno si accorgesse del problema.
<Stai scherzando, non lo farò mai!> esclamò Ash mentre sul viso dei genitori di lui cadde un'espressione delusa.
<Ma come Ash, è la tua opportunità di poter finalmente avere una relazione stabile, è da quando hai 17 anni che non frequenti più nessuno>
<E di certo non sposerò una donna che non conosco!> ribatté il ragazzo.
<Oh mio dio...> sibilò David grattandosi nervosamente il capo richiamando per un secondo l'attenzione dei presenti.
<Non mi sembra una buona idea> così rispose Raven alzandosi all'in piedi.
<Già, non lo è per niente> Bruce appoggiò l'amica con un tono sottile di acidità. Un tonfo fece rimbombare la stanza e tutti i ragazzi saltarono.
Il signor Bolton ebbe l'attenzione su di lui e partì di nuovo a parlare.
<In silenzio, tutti! Qui le decisioni spettano a me!
Ascoltami, tu sposerai quella donna, così l'accordo non salta e finalmente potrai metterti apposto e condurre una vita un minimo normale, hai venticinque anni cazzo, non scordarlo!>
Ash si alzò e si mise di fronte al padre, petto contro petto, nessuno dei due osava abbassare lo sguardo, se non altro si sfidavano a vicenda.
<Io non eseguo i tuoi cazzo di ordini>
<Oh si che lo farai, altrimenti sai cosa? Sai cosa ti faccio? Mando alla polizia ogni minima cazzata che hai fatto in via anonima, così ti faccio sbattere in prigione, ho il coraggio di farlo, e credimi, non è divertente lì dentro>
Ash non riuscì a ribattere nulla, solo provava una grande delusione nei confronti dell'uomo difronte a lui. Si girò verso il compagno che lo guardò perso, senza che nessuna emozione scorresse tra le sue vene o trasparisse nei suoi occhi.
Rabbia, dolore, tristezza, le uniche cose che Ash riuscì a vedere, non gradendo affatto quello spettacolo mostruoso.

Your Boy Your King [IN AGGIORNAMENTO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora