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<Tra due giorni andremo via ragazzi, ma è ora di dirvi il motivo per cui siamo qui>
Dopo quei giorni di pausa dalle fatiche, l'inizio di quel discorso da parte di Mathew, il padre di Khloe, fu una campanella d'allarme per i ragazzi che erano lì riuniti ad ascoltare.
<Io lascerei la parola a Tom> disse la madre di David.
<Grazie Marie.
Allora ragazzi, non ho intenzione di fare troppi giri di parole> si interruppe e lentamente raggiunse suo figlio.
Poggiò una mano sulla sua spalla mentre lo guardava negli occhi
<Ma sono venuto a conoscenza di una notizia abbastanza fastidiosa per me>
<Ovvero? Papà mi stai preoccupando>
<Non devi figliolo, ma è giusto che sappiate che non siamo fuori pericolo come credevamo>
I ragazzi si guardarono tra di loro incapaci di poter dire qualsiasi cosa.
<Il fratello di Oliver Thompson, l'uomo che avete ucciso, ha scoperto quello che avete fatto e stanno cercando voi e noi>
<Com'è possibile? Quel posto di merda non era per niente sorvegliato?> chiese Wyatt perplesso quanto gli altri.
David dalla tensione muoveva con ansia la gamba, finché Ash non prese la sua mano nascosta dal tavolo, in quel momento si tranquillizzò un secondo.
<Poche cose sfuggono agli occhi dei gangster Wyatt, ricorda> disse Tate mentre sorseggiava tranquillamente la sua birra.
Il signore Bolton riprese a parlare. <Volevo soltanto avvisarvi che dovrete avere gli occhi aperti molto di più in questo periodo> <Aspetterete delle nostre indicazioni non appena avremmo deciso come agire> si unì al discorso Fallon, la madre di India.
<Intanto, voglio che domani mi facciate una piccola consegna. Stavo pensando ad Ash ovviamente, e... mmh David, te la senti?>
<Certo che si, Tom, nessun problema>
<Ok, bene ora potere andare>

**
<Hai parlato con i ragazzi?>
David e Ash erano in auto per eseguire l'ordine richiesto da Tom. David per ammazzare il tempo ritenne giusto aprire subito l'argomento, mentre l'altro era troppo concentrato alla guida.
<Allora? Dai cazzo mica ti mangio la lingua>
<No David, non l'ho ancora fatto> disse, e il compagno ci trovò una nota d'irritazione.
<Potresti anche fingerti interessato all'argomento sai>
<Oh andiamo, ancora con questa storia?>
<Non è per caso colpa mia se sei lì irritato come se lo dovessi fare per forza!>
<Beh infondo è un po' così, no?>
David non poteva credere alle parole di Ash, lo guardò con un'espressione confusa ma pensò che fosse stata la stanchezza a parlare al suo posto, così accantonò il discorso che avrebbe ripreso una volta a casa con più calma.
La macchina si fermò con violenza facendolo quasi saltare dal sediolino, a pensarci a lui però c'era Ash, che con una mano lo bloccò.
<Senza di me saresti perso> disse lui rimanendo impassibile mettendo l'orgoglio al primo posto, grande difetto di Ash, cosa che David gli ripeteva più e più volte.
<Stronzate, se non ci fossi io, tu saresti in galera da magari sei anni>
Ash si girò intorno e di colpo tirò il ragazzo con una forza sovrumana, lui si trovò sulle sue gambe e una delle mani del tatuato stava massaggiando la guancia liscia del compagno, mentre l'altra mano finì dentro i jeans attillati del latinoamericano. Ash lo benedì mentalmente per aver messo uno degli slip stretti che aveva il compagno aveva comprato apposta per le sue fantasie, anzi, le loro fantasie.
<Hai il coraggio di dire che senza di me staresti meglio?> Ash partì simulando la sua solita voce roca e sensuale, quella che faceva impazzire il moro.
<Non ho detto questo> sussurrò ad occhi socchiusi l'altro godendosi il piacere delle toccatine del suo gangster. Con lentezza avvicinava il suo capo facendo toccare le punte dei loro nasi.
<Non ne avresti il coraggio, mi ami troppo per dirlo> e così queste furono le ultime parole prima di abbandonarsi nel loro primo vero bacio dopo una grossa settimana di baci fugaci e nascosti. Le loro lingue presto diventarono un tutt'uno e l'aria si stava iniziando a scaldare così tanto che i vetri dell'auto immediatamente si appannarono.
<Mhh... vibra qualcosa> disse David con ancora le labbra appiccicate a quelle di Ash.
<È il mio...> <Telefono, Ash> Aggiunse David prendendoglielo dalla tasca.
<Non era quello che intendevo> sbottò aggrottando le sopracciglia.
<Lo so, amore>
Il tatuato gli sorrise e rispose al cellulare.
<Possiamo andare David>
<Era tuo padre?> domandò.
<Si, ci ha avvertito che lui è a due minuti da qui, in quel vicolo> con la mano libera la passò sul finestrino per togliere quello che il loro calore aveva creato e che avrebbero ancora creato se non fosse stato per Tom.
<Sai, non che non mi piaccia anzi, ma non credo che tu voglia andare lì con la tua mano sul mio culo>
<Sappi bene che stasera mio padre o no, ti strappo quelle mutande, fosse l'ultima cosa che faccio> gli sussurrò lasciando il calore del suo alito sul collo.
Scesero dall'auto e raggiunsero velocemente il vicolo stretto.
<Era ora>
D'un tratto dall'oscurità uscì un ragazzo, e anche abbastanza familiare.
David pensò che fosse impossibile, che quegli occhi erano solo appartenenti a qualcun altro ma non riusciva a credere che fosse proprio lui, non adesso.
<Oh ehi angelo, ci rincontriamo> il suo sorriso incorniciavano perfettamente il suo tratto principale e i suoi capelli scuri lo rendevano ancora più sexy.
<Scusa? Chi saresti?> David adottò quella tattica, basandosi sull'esperienza vissuta quella sera. Era impossibile dimenticare quegli occhi, ma chiunque sarebbe stato incapace di riconoscere una persona incontrata durante una festa piena di persone con una luce penosa, quindi fu questa la carta migliore da giocare.
<Ma come, non ti ricordi di me? Ricordo che ballavi davvero bene su quel tavolino, piccolo angioletto> ghignò.
Ash si voltò guardando negli occhi David, sorpreso da quella inaspettata novità.
<Oh, lui sarebbe il tuo ragazzo, vero?>
<Non sono nessuno, ora vuoi queste cazzo di bustine di merda oppure vado via?> fu diretto e schietto mentre l'altro con un sorrisetto alzò le mani.
<Ok bello, sta calmo. Ecco, tieni la grana> il tizio consegnò quello che doveva e Ash li passò a David per controllare se i numeri fossero esatti.
<Non preoccuparti angelo, sono tutti>
<Mi stai altamente irritando> sbottò il ragazzo corteggiato non distogliendo la concentrazione dai verdoni.
<Finché non saprò il tuo nome sarà così che ti chiamerò>
<Sono tutti Ash, andiamo>
I due si allontanarono ma poi la voce del ragazzo li fece arrestare nuovamente.
<Ash Bolton, giusto?> chiese indicandolo.
<Di nome e di fatto, cosa vuoi?> controbatté irritato.
<Mi hanno detto di consegnarti questo> disse il tipo consegnandogli un foglietto. <Fossi in te aprirei gli occhi>
<Ok...> <Dustin>
<Si certo, a mai più> sibilò camminando verso l'auto.
<A presto angelo>
David alzò un dito medio al sorriso di Dustin, poi prese posto in auto.
<Allaccia le cinture... angelo> ripetè stizzito.

**
<Cazzo, sei serio?!>
Dopo la missione Ash e David erano tornati a casa ma non si parlavano più.
Ash era veramente su di giri per aver scoperto quello che fosse successo tra il suo fidanzato e quel ragazzo.
<Cosa avrei dovuto fare? Puntargli dritto la pistola in fronte?>
<Beh, avresti potuto, fa parte di una qualche gang>
Rispose Ash senza incrociare lo sguardo a quello di David.
<Ti prego stai risultando fottutamente ridicolo, mi ha tirato per il polso, io l'ho respinto, cosa avrei dovuto fare di più?>
<Oh magari evitare di dargli tanto agio di farti chiamare angelo e farti tenere fisso come sua papabile preda, sai com'è>
<Io ci rinuncio, credo di aver sentito abbastanza per oggi> spazientito, il latinoamericano posò il giubbotto sul comodino e si diresse direttamente al bagno, pronto per godersi un bagno caldo ed eliminare qualsiasi pensiero negativo. Dopo una mezz'ora piena uscì dalla vasca avvolgendosi l'asciugamano lungo il corpo da coprire tutto abbastanza ed entrò nella camera trovando l'altro a torso nudo già sotto le coperte.
<Dav... ti chiedo scusa>
Da parte dell'altro non uscì nessun suono e continuò a munirsi di pigiama per prepararsi per la notte.
<Su piccolo, di qualcosa> disse l'altro visibilmente triste per essere stato rude senza nessun motivo.
<Hai detto abbastanza cazzate da dormirci su, buonanotte> sputò amare quelle parole coprendosi con il grande piumone e spegnendo la luce della lampada.

Your Boy Your King [IN AGGIORNAMENTO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora