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<ma dimmi sei per caso impazzito?>
Urlò India sbattendo la porta della mia stanza dopo aver fatto entrare gli altri.
<Se l'ho fatto è perché sono sicuro di quello che faccio> lamentò David incrociando le braccia
<Appunto David, perché tu ne sei sicuro, tu fai tutto quello che vuoi, decidi tu per gli altri senza pensare prima di fare le cose.
Sai che la sfida l'affronta chi viene sfidato e non si può fare nessun tipo di cambio, io non so se sarò in grado di affrontare la sfida!>
<Ma per favore Ash! Rubiamo, spacciamo, uccidiamo persone e non sei in grado di sostenere una cazzo di gara di velocità?>
Nel momento di pausa, David si avvicinò al suo ragazzo con rabbia.
<Sai cosa puoi dire a tuo padre? potresti che sei un debole non perché sei gay, ma perché sei un fottuto codardo che non riesce a gestire le cose più basilari come una stupida gara!>
<David non dire cose di cui potresti pentirti> Ribatté Morgan
<No Morgan, non mi pento mai di quello che dico o faccio>
<Non mi aspettavo questo da te, sai>
Ash disse quelle parole per la prima volta con disprezzo nei confronti di David, che avvertì subito e iniziò a sentirsi leggermente in colpa per le parole pesanti usate riguardante un discorso del tutto delicato per loro. Purtroppo però David non riesce a far perdere l'orgoglio e, a braccia conserte, esce dalla stanza recandosi in una delle tante camere da letto per poter riposare e pensare a tutto quello che ha deciso di affrontare.
Infondo David era a conoscenza del fatto che tutti fossero spaventati e che la loro reazione era dovuta a questo e non alla questione di dover perdere la gara.
Il giorno successivo David si svegliò con un peso sullo stomaco, qualcosa lo tormentava e non sapeva cosa.
Si recò al piano inferiore non trovando nessuno, ma non si stupì pensando appunto che probabilmente o tutti stessero dormendo o che magari fossero andati ad assistere alle prove che sicuramente avrebbe fatto Ash per allenarsi.
Per schiarire le idee, David mise della musica e iniziò a prepararsi e dopodiché mangiare la colazione.
Si alzò per poter lavare i piatti e si incamminò lungo le stanze dei ragazzi per assicurarsi che fossero in casa.
"Staranno dando una mano ad Ash " pensò. Tornò nella stanza in cui aveva dormito la sera prima cercando il cellulare
<Ma dove l'avrò messo?> disse tra se e se. Scese al piano inferiore, abbassò il volume della musica della tv e cercò anche nella sua stanza ricordando di essere stato prima lì. David corrucciò la fronte e si sentì stordito dal messaggio ricevuto

"Mio padre è venuto qui stamattina presto, dormivi, io ero incazzato, tu pure e quindi ho deciso di lasciarti riposare.
Oggi io, la mia famiglia, Amber e la sua famiglia partiremo per tre giorni, sai prima del 'matrimonio' vogliono conoscere la persona che 'sposerà' la loro figlia.
Penso che questi tre giorni lontani ci serviranno tanto per capire cosa vogliamo sul serio, perché litigare ogni giorno con te è una tortura, mi distrugge tanto perché non sai quanto ti amo, ma abbiamo bisogno di stare un po' lontani"

Nel momento in cui David finì di leggere la porta principale si chiuse e David corse verso i suoi amici.

<Ti ha lasciato un messaggio> Disse Wyatt.
<Ma siete per caso stupidi? Sul serio non mi avete chiamato?> Urlò di rabbia David.
<Ha deciso Ash, noi volevamo farlo ma...>
<Ma cosa? L'avete lasciato andare via con Amber così, senza che io potessi nemmeno salutarlo?>
<Tranquillo tesoro, staranno via solo tre giorni, non si sposeranno mica> Rispose Bruce facendo poca attenzione alle parole>
<Beh sai com'è il padre di Ash, possiamo aspettarci di tutto!>
David esasperato girò avanti e indietro, ricordando poi di un dettaglio.
<Ragazzi, domani Ash ha la gara>
<Oh... beh si, andrò di persona da Dustin>
<No Kirk, lascia che vada io>
<Ma come Dav, conosci Dustin, potrebbe farti qualcosa>
<No fidati, e poi ho bisogno di prendere aria>

David uscì poco dopo, e con la sua auto raggiunse il luogo della sera prima, dove trovò nello stesso preciso punto il ragazzo dai capelli scurissimi come i suoi.
Gli occhi di Dustin si illuminarono non appena videro quelli di David, e così, lasciò il tavolo per poter prendere il ragazzo da parte.
<Sei venuto qui per costituirti e farti accogliere tra le mie braccia?> domando con ironia e un pizzico di speranza.
<Ti piacerebbe, In realtà no> sospirò David stranamente rilassato. Dustin aveva sempre un'aria protettiva nei confronti del latinoamericano e lui poteva benissimo percepirla.
<Cosa vuoi che faccia per te?>
<Ma quanta disponibilità. Senti devo spostare la gara tra tre giorni possibilmente>
<E perché dovrei accettare?>
<Perché altrimenti non potresti scommettere su di me perché il mio ragazzo non c'è>
<Oh é scappato, divertente> disse sogghignando.
<Questo in realtà ti rende già mio, no?>
Dustin si avvicinò cercando di avere un assaggio delle labbra dell'altro, ma che aveva troppo buonsenso per lasciarsi andare.
<Ti piacerebbe. Allora? Vuoi scommettere oppure no?>
<Certo che voglio scommettere, e... come mai ti ha lasciato qui tutto solo?>
<Non sono cose che ti riguardando>
<C'entra quella biondina nuova eh? Com'è che si chiama? Amber giusto?>
<E tu come fai a sapere tutte queste cose?>
<Beh, mi importa tanto di te, per questo so tutte queste cose. E posso anche dirti che lui non ti merita, nascondere una storia d'amore per timore di se stessi é da codardi>
<Smettila>
<Farei di tutto se tu fossi il mio ragazzo David, di tutto!>
Dustin per una volta sembrò serio, anche fin troppo. Lo chiamò anche per la prima volta per nome, ma David alzò i tacchi e se ne andò pronunciando: <Ci vediamo tra tre giorni>

Your Boy Your King [IN AGGIORNAMENTO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora