Romeo e Benvolio rincasarono un'ora dopo il ritorno di Mercuzio. Quando aprirono la porta della loro stanza trovarono il ragazzo sorridente accovacciato sul letto tutto intento a scrivere su uno dei suoi piccoli quaderni, dove era solito scrivere le sue amate poesie. Egli non s'accorse nemmeno del loro arrivo.
<<Fratello!>> gridò Romeo con sollievo e rabbia fuse insieme facendo sobbalzare Mercuzio <<Ma si può sapere che hai in quella maledetta testa di legno?!>>
<<Ci hai fatto preoccupare molto, Mercuzio>> intervenì Benvolio più pacato <<Dove sei stato?>>
<<Ehm... Io...>> balbettò Mercuzio con un'espressione che ricordava molto quella dei bambini colti con le mani nel sacco. In quel momento Romeo notò il quaderno stretto nell'abbraccio del fratello.
<<Stai scrivendo altre poesie?>> chiese ridendo e dimenticando tutto il resto <<Fa' leggere!>>
Il ragazzo tentò di strappare di mano il quaderno a Mercuzio, ma questi fu più veloce e lo fece sparire. Né Romeo né Benvolio riuscirono a vedere dove.
<<Non toccherete quelle poesie!>> ringhiò Mercuzio cambiando improvvisamente umore. Era spaventoso quando l'ira s'impadroniva di lui così improvvisamente.
<<Voi piuttosto dove siete stati?>> domandò una volta calmatosi.
<<Beh>> rispose Benvolio, che si era quasi nascosto dietro Romeo dalla paura <<stavamo cercando te!>>
<<Sì>> lo interruppe Romeo scherzando e abbracciando Benvolio <<e tra un sospiro e l'altro il nostro gentile cugino è stato colpito dalla freccia di Cupido!>>
Mercuzio si sedette sul letto piegando una gamba in modo tale da posarvi sopra il braccio e alzando un angolo della bocca.
<<Oh cugino, dovresti vederla!>> esclamò Benvolio sognante staccandosi dalla morsa di Romeo <<È bionda; la sua pelle è così candida che sembra neve; i suoi occhi sono così azzurri da ricordare un mare durante un giorno d'estate; il suo nome infonde pace e ispira al contempo la più profonda delle passioni!>>
<<Oh, ti ha già detto il suo nome!>> lo interruppe con voce allusiva Mercuzio <<Forza, dimmi qual è>>
<<Rosalina...>> sussurrò il cugino chiudendo gli occhi. In quel momento sia Mercuzio sia Romeo risero, quest'ultimo in un modo un po' troppo sguaiato.
Prima che qualcuno potesse proferire parola un servo bussò alla porta. I tre ragazzi gli permisero di entrare.
<<Miei signori>> disse in modo molto cortese <<la balia di casa Capuleti vorrebbe parlare con Romeo>>
Mercuzio e Benvolio rimasero leggermente interdetti, mentre Romeo già freme a d'impazienza.
<<Falla entrare>> ordinò il ragazzo,il quale obbedì. La balia entrò con un sorriso che non era raggiante come i suoi soliti.
<<Giovane Romeo,>> disse cercando di dimostrare una grande compostezza alla quale non era abituata <<da oggi i miei padroni saranno fuori città per sbrigare delle faccende. Purtroppo non so dire fino a quando. La mia padroncina, dunque, vi attende a palazzo questa sera stessa. Vi prego di presentarvi quando si farà buio>>
<<Non mancherò!>> rispose Romeo già in preda ad ogni emozione. La balia si congedò, ma prima le cadde l'occhio su Mercuzio, il quale si era seduto in modo più composto e aveva assunto una palese espressione di tristezza e aveva cominciato a tremare.
"Sembrerà anche folle" pensò la donna "ma sembra un ragazzo migliore di suo fratello, che aspira soltanto alla virtù della mia Giulietta". La donna tornò a palazzo Capuleti.
Quando si fece buio, come d'accordo, Romeo si presentò a palazzo. Benvolio si era dato appuntamento con Rosalina vicino al fiume. Mercuzio, in preda alla curiosità e, in un certo senso, alla paura, si introdusse nel giardino dei Capuleti e si nascose sotto al balcone di Giulietta. La porta-finestra era rimasta aperta e così poteva sentire ogni parola dei due. Giulietta spiegò la storia di Paride, cosa che scosse Mercuzio non poco, a Romeo; quest'ultimo si lasciò ovviamente prendere dalla rabbia e scappare qualche volgarità dalla bocca. Improvvisamente Mercuzio sentì Romeo prendere Giulietta e spingerla contro una parete. Il ragazzo aguzzò l'udito come un segugio.
<<Giulietta>> esclamò Romeo <<ci restano solo due cose da fare per stare insieme>>
Giulietta stava per domandare "Che cosa?", ma il giovane posò violentemente le sue labbra su quelle della fanciulla. Mercuzio si attaccò al muro come un pellegrino alla statua di un santo durante la più solenne delle preghiere.
Ci fu un attimo di silenzio, un attimo interminabile per il povero ragazzo il cui cuore stava esplodendo di emozioni. Dopodiché egli sentì come uno scricchiolìo proveniente dal letto di Giulietta. A quel punto l'orecchio di Mercuzio stava per diventare un tutt'uno con le pietre del palazzo talmente vi era appiccicato. Quel povero ragazzo avrebbe voluto fermare la passione del fratello, avrebbe voluto gridare e nascondersi solo per impedire ciò che Romeo stava per fare a Giulietta. Ma qualcosa gli impedì di farlo, qualcosa che nemmeno lui voleva ammettere. Mercuzio rimase lì, sotto al balcone della fanciulla che nel pomeriggio aveva avuto così vicino, immobile come una statua ad assistere con l'udito alla perdita della virtù di Giulietta per mano di Romeo. Udiva i gemiti di lui e i sospiri di lei. Mercuzio si accovacciò sull'erba abbracciandosi le gambe e pianse intensamente, ma silenziosamente.
Dopo un ultimo grido da parte di Romeo ci fu un silenzio assordante. Mercuzio, ancora con le lacrime che gli solcavano le guance, si alzò. Per un momento gli sembrò di vedere la balia che lo fissava con un gran dispiacere negli occhi. Preso dal timore che ella non fosse frutto della sua follia e che parlasse, il ragazzo corse via, inciampò su un roseto vicino alla fontana e tornò a casa, nel tepore del suo letto. Qui, nella solitudine della sua stanza, poté piangere fino a prosciugare anche la più piccola lacrima che aveva in corpo scrivendo sul suo quaderno fino al mattino.
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I Due Volti Dell'Amore
RomanceL'amore è il sentimento più nobile che c'è. Amare significa anteporre il bene di un'altra persona al proprio. L'amore porta felicità, ma ha anche un lato oscuro fatto di rabbia e tristezza. Questo è ciò che ignora Verona, che ignora Romeo e che igno...