Il Balcone

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Mercuzio si rivestì silenziosamente e si recò dove gli diceva l'istinto: nel giardino del palazzo Capuleti. Una volta arrivato scavalcò le mura, entrò in giardino e si diresse verso la fontana, dalla quale si vedeva bene il balcone a forma semicircolare di Giulietta. Al di sotto di esso, infatti, il ragazzo vide Romeo. Quest'ultimo stava origliando le dolci parole pronunciate dalla giovane Capuleti. Ella probabilmente non riusciva ad addormentarsi: indossava la camicia da notte, bianca come una colomba, e aveva i capelli completamente sciolti. Mercuzio si nascose dietro un alto roseto dal quale riusciva a sentire tutto e a vedere entrambi i ragazzi tra le foglie.
<<Ahimè>> sospirò Giulietta <<Romeo... Entrato nella mia vita così d'improvviso... Tutti sanno che le nostre famiglie si odieranno per la vita, eppure più provo a non pensarti più ti vorrei qui affianco a me... Sarà questo l'amore di cui parlano tutti?>>
Romeo, nascosto dall'ombra, era quasi eccitato da quelle parole dal sapore del miele; Mercuzio sentì nuovamente la distruzione nel suo cuore. Ma perché?
<<È questo l'amore, Giulietta!>> gridò Romeo andando sotto la luce proveniente dalle candele della stanza della fanciulla <<E credimi: non riesco più a fare a meno di pensarti da quando il mio sguardo si è posato su di te!>>
Giulietta inizialmente era spaventata, ma poi si sporse sorridente verso Romeo. Ella rientrò velocemente e tornò poco dopo con dei lenzuoli legati insieme alle estremità a mo' di fune. Grazie a quest'ultima Romeo poté salire sul balcone, prendere Giulietta tra le braccia, spingerla contro una parete e baciarla. Poi le bloccò i polsi all'altezza della nuca.
"Si sentirà in trappola" pensò Mercuzio "lei non è come tutte le altre donne che hai avuto, Romeo"
"Mi sento quasi in trappola" pensò Giulietta. Ma non aveva il coraggio di dirlo al suo innamorato.
Mercuzio decise che aveva sentito e visto abbastanza e tornò a casa. Tornò nel suo piccolo letto a baldacchino dell'immensa stanza condivisa con il fratello e il cugino, il quale dormiva ancora come un ghiro.
Romeo rincasò circa un'ora dopo.
Nel sonno Mercuzio ebbe una nuova crisi. Si dimenava nel letto, gridava parole senza senso o senza logica come "balcone, candele, amore". Soltanto Benvolio si svegliò e corse nel letto del cugino per calmarlo: lo abbracciò fortemente e gli sussurrava: "È tutto finito. Ci sono io a proteggerti". Poco dopo Mercuzio si calmò e sprofondò nuovamente nel sonno. Benvolio decise di restare nel letto del cugino.

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