La Festa

36 3 0
                                        

Il palazzo dei conti Capuleti era vicino a Piazza delle Erbe. I conti Montecchi insieme ai due figli e al nipote entrarono e vennero accolti caldamente. Le due famiglie indossavano una maschera sobria che copriva loro solo metà volto. Tutti gli altri nobili invitati credettero davvero che l'odio così profondo quanto infondato tra Montecchi e Capuleti fosse scomparso.
Il principe, l'unico invitato senza maschera, passò vicino a loro. Il suo abito nero dal colletto allungato sul dietro della nuca era tempestato di ricami dorati. Soltanto Mercuzio notò che per un breve istante Escalus e Ginevra si guardarono negli occhi. Improvvisamente arrivò una donna in carne sui quarant'anni tutta sorridente.
<<Madonna!>> gridò <<Vostra figlia è finalmente pronta>>
La donna non riusciva a stare ferma e ad ogni suo movimento la gonna rossa e le sottogonne, ognuna di un colore diverso, formavano delle ampie onde.
<<Grazie, balia>> rispose la donna con un piccolo sorriso e una grande compostezza. Poi il suo sguardo cadde sul seno della donna.
<<Quante volte dovrò ancora ripeterti che devi indossare indumenti più accollati?>>
La balia era palesemente in imbarazzo. Odìlia la mandò a chiamare la figlia. Dopodiché si rivolse a suo marito.
<<Per favore, Lodovico, presenta nostra figlia ai nostri ospiti>>
<<Non sapevamo aveste una figlia, messeri>> affermò Edoardo.
<<Mia figlia rimane spesso in casa>> spiegò il conte Capuleti sorridendo leggermente <<Tengo molto alla sua istruzione. Ora, con il vostro permesso, la presenterò a tutti voi>>
<<Chissà forse potrebbe essere la genera-vita che secondo mamma e papà dovrei sposare!>> sussurrò Romeo al fratello e al cugino, che risero piano.
Dopo la breve presentazione del conte Capuleti la contessina scese le scale che si trovavano sulla sinistra della sala. Gli occhi di tutti gli invitati, specie quelli dei tre giovani Montecchi, vennero catturati dalla bellezza di quella giovane fanciulla, Giulietta. Ella indossava un abito rosso semplice e poco scollato che le conferiva una sensualità innocente e una maschera dai piccoli fiorellini rossi che le coprivano il volto soltanto all'altezza degli occhi. Il padre le prese una mano e la condusse verso i Montecchi. I pantaloni rossi di lui erano così larghi da avere quasi la stessa ampiezza della gonna di lei.
Una volta giunta davanti ai Montecchi anche Giulietta venne rapita dalla bellezza dei tre giovani. Benvolio si passò una mano tra i suoi capelli neri, lunghi fino al lobo delle orecchie; Romeo si sistemò la camicia, in quanto i suoi capelli castani non erano abbastanza lunghi per spettinarsi; Mercuzio rimase immobile a fissare gli splendidi e grandi occhi castani della giovane Capuleti.
"Farebbero meglio a non farsi strane fantasie su mia cugina" pensò Tebaldo abbassando la sua testa dai capelli neri così corti da sembrare calva "perché il nostro odio per i Montecchi resterà immutato per sempre".
Durante la serata Giulietta conversò con tutti e tre i Montecchi.
<<E così>> disse la ragazzina <<siete un poeta, messer Mercuzio>>
<<N-non esattamente...>> balbettò il ragazzo <<Scrivere poesie è solo il mio passatempo preferito>>
<<Ne sei sicuro?>> sussurrò Romeo ridendo. Benvolio si trattenne a stento; Mercuzio quasi si arrabbiò; Giulietta, invece, non sentì. Ella rimase colpita da tutti, ma da uno in particolare, Romeo. Quest'ultimo le chiese di ballare e lei accettò regalandogli il sorriso più bianco di Verona. Anche Mercuzio lo notò.
Romeo e Giulietta ballarono in mezzo alla sala sotto l'espressione di disappunto di Tebaldo, che si era isolato in un angolo. Mercuzio fissò lo sguardo sui capelli lunghi, mossi e castani della ragazzina che, ad ogni sua piroetta, volteggiavano nell'aria. Quanto avrebbe dato Mercuzio per essere al posto di suo fratello in quel momento. Benvolio non riuscì a decifrare quello strano silenzio del cugino e si mise anch'egli ad osservare Romeo e Giulietta.
<<Un tuo tenero bacio>> sussurrò Romeo <<purificherebbe la mia anima dal peccato>>
<<Parlate come un pellegrino>> ribatté Giulietta in imbarazzo <<ma sappiate che la sua preghiera è rivolta ai santi, che hanno labbra solo per pregare>>
<<Allora non parlerò più come un pellegrino e raccoglierò il frutto della mia preghiera senza l'aiuto di alcun santo!>>
Romeo prese Giulietta per le spalle, la tirò verso sé e la baciò quasi violentemente.
Benvolio e Mercuzio li videro. Tebaldo si era già girato da tempo. Benvolio era molto felice per suo cugino; Mercuzio sentì qualcosa spezzarsi dentro di lui.
I guai stavano iniziando.

I Due Volti Dell'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora